Continuando le varie “avventure” nel servizio di escort, sono con un cosiddetto cliente in un appartamento da lui affittato appositamente, nei pressi di un quartiere residenziale alla periferia di Roma. Ovviamente ha richiesto che fossi in crossdressing con tanto di parrucca, leggings in pelle neri, camicia bianca stretta in vita, intimo femminile in pizzo e tacchi alti. Ha espressamente richiesto che mi depilassi completamente e, visto che la somma concordata è di 1.000 euro, ho dovuto accontentarlo. Arriviamo insieme presso la struttura completamente indipendente e, una volta dentro l’appartamento, mi invita a cambiarmi e prepararmi nella stanza che mi mostra, dotata di bagno in camera. Classico uomo di mezza età, con una pancia abbastanza pronunciata e sicuramente pieno di soldi con fantasie particolari. Neanche a dirlo che intende legarmi e imbavagliarmi, ma ormai la cosa fa parte della maggior parte dei servizi richiesti. Nel bagno della camera mi spoglio e faccio una doccia: mentre mi sto asciugando con l’accappatoio lui entra nella stanza e si siede sul letto a guardarmi: “Hai belle gambe e bellissimi piedi…”, esordisce mentre si smanetta tra le gambe, pregustando il servizio. Civettando mi avvicino al letto e, sfilata una delle pantofole di spugna, metto il piede destro sul letto, proprio accanto alle sue gambe: “Vuoi provare la merce?”, gli chiedo ironicamente… La sua mano si posa sul piede nudo prendendolo sotto la pianta e portandolo alla bocca, per poi leccarmelo centimetro per centimetro. Con la gamba alzata l’accappatoio si scosta e mette i miei genitali in vista, con il pene che inizia a reagire per il piede leccato e succhiato. Senza scomporsi e continuando a leccarmi il piede, con l’altra mano mi prende il pene e lo avvolge con il palmo, accennando una masturbazione. Va avanti qualche minuto, poi: “Finisci di prepararti… hai già il cazzo duro. Abbiamo molto tempo per giocare e quei piedi me li godrò a lungo”. Rimetto così la pantofola e torno in bagno per vestirmi, mentre lui esce dalla camera.

Indosso gli slip di pizzo blu: mi ha lasciato sul letto una sorta di vestaglia di seta, anch’essa blu, che immagino voglia indossi: ma seguo quanto concordato, quindi infilo i leggings neri e poi calzo i tacchi, un paio di sandali sempre blu con fibbia alla caviglia molto sexy, per poi indossare la camicia bianca, mettere la parrucca nera a caschetto e quindi uscire dalla camera per tornare nel salone. Lo trovo seduto su un divano in pelle chiara, in vestaglia e quasi sicuramente nudo sotto, mentre si smanetta nell’attesa: sul tavolo ci sono diversi spezzoni di corda in iuta, un rotolo di nastro adesivo grigio, un bavaglio a palla e uno ad anello. Poi un Magic Wand e alcuni dildi e vibratori, insieme a manette e cavigliere in metallo, coordinate ad un collare: le intenzioni del gioco sono abbastanza chiare! Mi fa cenno di avvicinarmi al divano e, una volta davanti a lui, mi fa girare su me stesso per guardarmi meglio: “Bellissimi sandali… e i leggings evidenziano le gambe che hai. Sei una fantastica crossdresser, nulla da eccepire. Siediti e dammi i piedi…” Mi siedo e, appoggiandomi su un lato del divano, gli metto i piedi sulle ginocchia, come richiesto: si apre la vestaglia e porta i miei piedi sui suoi genitali, infilando il pene dentro l’arco della scarpa, sotto la pianta… inizia una lenta masturbazione guidando le mie caviglie in modo che il suo cazzo venga accarezzato dalla pelle della scarpa e dalla pianta del piede nudo. La cosa lo eccita parecchio e va avanti così per diversi minuti, finché si porta alla bocca il piede destro e inizia a leccarmelo, infilando la lingua dentro la scarpa. Usa i miei piedi nei due modi per almeno un quarto d’ora e vedo che il cazzo gli è diventato durissimo. Mi posa le gambe sul divano e, partendo dalle caviglie, risale con la bocca sui leggings fino all’inguine, dove si sofferma sul mio pene che nel frattempo è diventato duro anch’esso. Mi abbassa i leggings alle ginocchia, mettendo a nudo le gambe e gli slip di pizzo… poi continua a sollecitarmi con la bocca, leccandomi gli slip ma senza tirarmelo fuori. Con il cazzo dritto e turgido si alza e si avvicina al mio viso mentre sono semisdraiato sul divano: mi apre la bocca con le dita e, presa saldamente la testa con la mano, mi avvicina la punta del cazzo alle labbra, strofinandovelo sopra e spingendo senza però farlo entrare nella bocca. Poggia le ginocchia sulla seduta, per avere modo di raggiungere le mie cosce, così infila una mano sotto lo slip e mi prende il pene, mentre il suo è ormai fisso sulle mie labbra socchiuse. È completamente umido di umori spermatici e mi bagna il viso, tanto è infoiato: “Leccamelo, ma senza prenderlo in bocca, non ancora. Lecca e basta…”, mi dice. Obbedisco e inizio a leccarglielo lentamente, lungo tutta l’asta fino alla punta del glande: faccio per prenderlo con la mano, ma lui mi ferma: “No, non usare le mani… usa solo la lingua. Anzi, metti le mani dietro la schiena, come se fossi legato…” Il giochetto va avanti per parecchio tempo, perché lo eccita come un porco mentre mi smanetta tra le gambe, tanto da averlo fatto diventare duro anche a me. “Sto per schizzare, continua a leccare, non fermarti… passa la lingua per bene sulla cappella, dai…”, bofonchia quasi ansimando… poi mi prende la testa con entrambe le mani: “Adesso apri la bocca e tieni la lingua fuori. Ti sborro sulla lingua e poi la ingoi”. Non c’è mai limite alle fantasie perverse dei clienti, così lo assecondo a tiro fuori la lingua mantenendo la bocca aperta: inizia a fiottare sperma in quantità, tanto che oltre che sulla lingua mi schizza anche sul viso e sugli occhi. Tengo la lingua fuori finché me la spinge dentro con le dita: “Ora ingoia…”. Il gesto di far ingoiare sembra essere una delle perversioni più presenti, forse perché si riconduce alla completa sottomissione: ingoio lo sperma, poi istintivamente mi pulisco il viso dagli schizzi vacanti e gli chiedo di poter andare in bagno a sciacquarmi la bocca e la faccia. Mentre si ricompone la vestaglia e si siede sul divano, mi risponde con fare gentile: “Si, si… ci mancherebbe. Vai pure… il bagno è in fondo al corridoio”.

Mi avvio verso il bagno, ma non posso fare a meno di pensare che mi è venuto in bocca neanche mezz’ora dopo l’inizio dei giochi. Non ha retto molto, o forse non era sua intenzione. Vedremo… Mi sciacquo bocca e viso con acqua tiepida, ma il sapore di sperma resta molto presente sul palato, anche perché la sborra era abbastanza densa, a confermare che forse era un po’ che non eiaculava o che magari aveva bevuto poco. Torno nel salone e trovo una sedia nel centro della sala, con lui che sta sistemando due videocamere su altrettanti cavalletti: la sedia viene inquadrata da due lati e le immagini riprese vengono proiettate sul televisore fissato alla parete. “Vuoi riprendere?”, gli chiedo, anche se la domanda è più una constatazione piuttosto che un quesito: “Si. Voglio riguardarmi i video con calma a casa. Ti dispiace?” – “Se restano privati, no” – “Certo che restano privati, sono sposato, ricordi?”. Mi avvicino alla sedia, poi chiedo se devo sedermi: “No, non ancora. Alla sedia voglio legarti nudo, o magari in intimo. Siediti sul divano, ora arrivo…”. Mi siedo quindi sul divano, come richiesto; una volta terminato di posizionare le videocamere, viene verso di me: “Abbassati i leggings e allarga le gambe: voglio succhiartelo…”. Mi abbasso i leggings neri fin sotto le ginocchia, per poter allargare le gambe e lui inizia a leccarmi le cosce risalendo verso gli slip di pizzo blu… con la bocca si sofferma sul pene ancora coperto e accenna quasi a morderlo per poi passare la lingua sulle mutande. Vedo che ha di nuovo il cazzo duro e se lo sta smanettando, ma con la mano libera mi sposta lo slip e prende il mio pene portandoselo in bocca: mi spompina a lungo, avendo cura di strizzarmi i testicoli di tanto in tanto e infilarmi un dito tra le natiche. Mi porta un paio di volte alla soglia dell’orgasmo, ma senza farmi venire… poi si siede accanto a me e, masturbandomi, mi lecca il collo e l’orecchio per poi dirmi: “Adesso apri la bocca e tira fuori la lingua, voglio succhiartela. E con la mano smanettami anche tu, dai…”. Mi prende il viso e mi ficca la lingua in bocca, per poi cercare la mia e risucchiarla, aumentando il ritmo della masturbazione. Vuole farmi venire mentre mi succhia la lingua, non mi era mai capitato prima. Anche io lo masturbo, ma non sono molto comodo nel farlo, anche se ha il cazzo sempre più duro e umido. Mi passa la lingua dentro il palato e mi succhia con insistenza, si sta infoiando di brutto quando io sto per schizzare: e inizio a fiottare sperma sulla sua mano che non si ferma dal masturbarmi e anzi, aumenta ancora di ritmo per amplificare l’orgasmo. Mi sbava poi letteralmente dentro la bocca mentre anche lui mi bagna la mano di sborra calda… Si rilassa e mi lascia il pene intriso del mio sperma, ma prende la mia anch’essa ricoperta del suo e me la porta alla bocca: “Lecca… e poi ingoia”, quasi mi ordina! Lo faccio, un po’ riluttante a causa dell’eccitazione ormai scemata, comunque lecco la mia mano e ne ingoio lo sperma residuo. A questo punto si alza in piedi: “Vai a rinfrescarti e torna qui nudo, solo con le scarpe ai piedi. Ti lego alla sedia…” Anche io mi alzo dal divano, dopo aver ricomposto slip e leggings, e mi avvio nuovamente verso il bagno. In poco più di un’ora è venuto due volte e mi rendo conto che ha fantasie abbastanza perverse da realizzare. Siamo solo all’inizio, probabilmente…


 

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