Al mattino successivo, durante la colazione, siamo entrambi alquanto impacciati. Quello che mi aveva fatto devo ammettere che mi era piaciuto, ma non riuscivo ancora a capire fino in fondo cosa era accaduto; lui, dal canto suo, forse pensava di essersi spinto troppo oltre e di non sapere se la cosa avrebbe potuto sapersi. Siamo tutti e tre ancora in pigiama e mangiamo insieme ai nostri genitori che hanno intenzione di fare un’altra gita nei dintorni, così appena finita la colazione ci dicono di andare a vestirci e di raggiungerli al parcheggio appena pronti.
Andiamo ognuno nel bagno della propria camera e, mentre mi sto lavando il viso, vedo Luca entrare dalla porta: mi fa cenno di stare zitto e, senza dire altro, mi fa inginocchiare mentre si abbassa i pantaloni! Lo tira fuori duro e dritto come la notte prima e, presami la testa con le mani, mi obbliga letteralmente a prenderglielo in bocca. Non riesco a fare nulla, sono di nuovo come ipnotizzato mentre me lo spinge dentro e fuori scopandomi. Continua a farmi cenno di stare zitto mentre me lo strofina sulla lingua e sulle labbra, poi di nuovo a fondo fino alla gola. La testa mi poggia sul lavabo, così faccio per alzare le braccia ma subito mi blocca i polsi con le mani, incrociandomeli sopra la testa e tenendomeli fermi… “Stai fermo, non farti sentire da Massimo…” Con il piede chiude la porta del bagno, come per evitare che qualche rumore possa essere sentito dall’altra camera, poi riprende a spingermelo in bocca. Va avanti per qualche minuto, senza mai fermarsi, poi finalmente mi viene dentro la bocca e mi trattiene la testa per farmi ingoiare, respirando affannosamente. Stavolta sento tutto il sapore salato del suo sperma che mi cola ovunque, principalmente in gola, ma anche dai bordi delle labbra… poi si sfila e mi libera i polsi: “Ce lo avevo troppo duro, non potevo aspettare di nuovo fino a stanotte. Ora alzati e abbassa i pantaloni del pigiama, non fiatare o ci sente”. Sempre come ipnotizzato faccio quello che mi dice e, una volta abbassati i pantaloni, lui si siede sul water e mi abbassa le mutande per poi prendermelo in mano e iniziare a masturbarmi, come per ricambiare quanto io avevo dovuto fare per lui. Mi masturba velocemente, facendomelo prima diventare duro per poi portarmi all’orgasmo che gli cola sperma sulla mano e sul pavimento. Quando si alza sono tutto rosso in viso per l’eccitazione e per quel gusto del “proibito” che ormai stiamo assaporando da tre giorni: “Finisci di prepararti e mi raccomando che tutto questo resti sempre tra noi o saranno guai per entrambi, ok?” – “Ok”, rispondo un po’ intimorito… “Non ti è piaciuto?” – “Mi è piaciuto, ma non mi aspettavo che avremmo fatto questo” – “Basta che ti sia piaciuto, no?” – “Si…”. Detto ciò esce dal bagno e se ne va.
Era ora chiaro che il suo essere impacciato come me a colazione non derivasse da qualche scrupolo, bensì dal trovare il modo di dare sfogo alle sue voglie senza attendere la notte. La giornata prosegue così abbastanza tranquilla, fino alla sera in cui ci ritroviamo per cena nell’agriturismo. Siamo tutti seduti ad un tavolo rettangolare, con i nostri genitori da un lato e noi dall’altro… io al centro, Luca alla mia sinistra e Massimo sulla destra. Ad un certo punto, prima che ci portassero i cibi ordinati, Massimo si sposta a capotavola: non avevo dato peso al fatto che Luca gli avesse detto qualcosa poco prima. Arrivano i piatti e tutti iniziamo a mangiare… finché mi sento prendere la mano sinistra da quella di Luca, sotto il tavolo: me la porta in mezzo alle sue gambe, e mi fa sentire il pacco duro che ha tra i pantaloni, strofinandovi la mano sopra. La cosa mi mette a disagio, soprattutto per la paura che possano scoprirci, anche se sarebbe stato difficile considerando che il tavolo era abbastanza grande da nascondere tutto alla vista. Essendo lui mancino può continuare tranquillamente a mangiare mentre mi tiene la mano tra le sue gambe… il gonfiore è sempre più evidente, ma è proprio la situazione che sembra eccitarlo; io non riesco a fare nulla, se non assecondare la cosa cercando di non farmi vedere e continuando a mangiare con la mano destra. Per tutto il primo piatto non mi lascia la mano, finché è costretto a farlo visto che sta arrivando il cameriere per cambiare i piatti. Mi tranquillizzo su momento ma dura poco, giusto il tempo che arrivino i secondi e lui si fa ancora più disinibito e incosciente, visto che addirittura si apre i pantaloni abbassando la zip: mi riprende quasi a forza la mano e la porta fin dentro la patta e sotto le mutande, praticamente mettendomelo in mano, duro e dritto! Ho una paura terribile di venire scoperti, ma lui sembra non curarsi del rischio e continua a farmelo tenere in mano, muovendo anche il bacino con circospezione. La situazione a ripensarci è veramente surreale, e lo diventa ancora di più quando, dopo quella che era una masturbazione a tutti gli effetti, mi riempie il palmo della mano di sperma… era venuto! Mi guarda sorridendo mentre tiro lentamente fuori la mano dai suoi pantaloni e, coperta di liquido biancastro, la ritraggo per pulirla sul retro della tovaglia che pende dal bordo del tavolo…
Lui con tutta calma si richiude la patta dei pantaloni e continua a mangiare soddisfatto. In quel momento provo molto disagio e il pensiero dell’ultima notte inizia a preoccuparmi un po’… il mio stato d’animo è molto diverso da quello delle sere precedenti, infatti non vado nella dependance con loro, ma mi fermo fuori con i nostri genitori per un po’, tanto lo so che mi sta aspettando. Aspetto proprio l’ultimo momento per ritirarmi e lo faccio solo quando mio padre mi dice di andare a dormire perché è tardi e la mattina dopo dobbiamo ripartire. Non posso indugiare ancora, così mi avvio… Entrando nella dependance non trovo nessuno nel salone e sul momento mi rilasso, pensando che forse se ne sia andato a dormire quando, entrando nella mia stanza, vedo che il letto è senza coperte e che ai quattro lati sono fissate delle corde, mentre sul letto c’è il rotolo di nastro adesivo! Resto pietrificato sulla porta, cercando di scorgerlo ma senza vederlo. Faccio per entrare e lo trovo proprio dietro la porta che subito chiude dando le mandate alla serratura… non mi da il tempo di parlare, mi tappa la bocca da dietro con la mano e mi sussurra: “Stai zitto. Questa è l’ultima notte e non posso lasciarti dormire. L’ho capito che stavolta non ti andava, ma non puoi mica tirarti indietro così…” inizia a farmi paura quando mi abbassa i pantaloni e mi sdraia sul letto: mi fa sfilare la maglia e una volta a torso nudo mi spinge verso la spalliera. Provo a dire che non mi va, ma la mano mi tappa di nuovo la bocca, spingendomi la testa sul letto: “Ti ho detto di stare zitto. Se ci scoprono pensi che la passeresti liscia? Fai quello che ti dico e non ne parleremo più. Voglio legarti e giocare un po’, come le altre notti. Ti era piaciuto, no? Ti piacerà anche stanotte”. Mi rassegno, frastornato dal timore che ci scoprano e al contempo da quello che vuole farmi, così mi lascio legare i polsi con le braccia divaricate agli angoli del letto. Legate le mani, mi toglie scarpe e calzini e poi sfila pantaloni e mutande, lasciandomi nudo dopo avermi ben allargate le gambe: mi ficca in bocca le mie mutande appallottolate e poi me la tappa con diversi giri di nastro adesivo: “MHGMMF MNNFFF”, è la mia unica risposta. Mi benda con due giri di nastro adesivo e poi passa a legarmi le caviglie agli angoli del letto, come aveva appena fatto con i polsi: ora sono immobilizzato, nudo, imbavagliato e bendato. Inizia a farmi cose che non avrei immaginato… mi lecca e morde i piedi, i capezzoli, mi lecca le gambe e risale fino ai genitali… me lo prende in bocca sollecitandomi i testicoli con le dita, fino a farmelo diventare duro poi… me lo lega! Mi avvolge i testicoli con dello spago e, dopo averli ben strizzati, mi fascia la base del pene e sale fino al glande, lasciandomi con il pene eretto e costretto in più punti… per poi succhiarmelo e leccarmelo, picchiettando il prepuzio con la lingua. Mi sollecita i capezzoli e, una volta evidenti, mi mette due mollette da bucato che mi fanno male ma il bavaglio non mi consente di dire nulla. Le sue dita si infilano tra le mie natiche di ragazzino e arrivano al buco, facendosi strada finché il medio mi penetra lentamente... Sento il suo pene toccarmi di tanto in tanto e non era mai stato così duro da sembrare un bastone. Era un gran sadico Luca… e io mi ero ingenuamente offerto come sua vittima.
Mi sevizia per tutta la notte, senza mai togliermi il bavaglio o allentare le corde che mi legano. Mi porta tante volte quasi all’orgasmo, ma negandomelo sempre per intensificare la tortura. Lui invece viene diverse volte, la prima sui piedi, dove lo strofina imbrattandomi anche tra le dita, poi sul mio pene legato con lo spago e ancora poggiandolo sul buco, fin dove poteva arrivare per come ero legato. Ma sembrava non avere rilassamenti o pause, visto che gli tornava subito duro per continuare a seviziarmi: ancora con il dito nel culo, poi con la lingua, la bocca, le mani. Sono passate ore quando decide di mettersi a cavalcioni sul mio petto, facendomi sentire il suo pene sotto il mento, sempre dritto e duro come un bastone, dopo almeno tre orgasmi, ma che potevo capire a quell’età… Inizia a togliere prima la benda agli occhi e poi il nastro che mi tappa la bocca, finché resto solo con le mutande appallottolate nel palato: “Ora facciamo un altro giochetto: ti faccio venire e raccolgo la tua sborra in un bicchiere… poi ti scopo in bocca e quando te la riempio ci verso dentro anche la tua di sborra, così ingoi tutto. Se fai il bravo poi ti slego e ti lascio in pace”. Pur di far finire quella notte infernale, ero disposto a tutto, così non faccio un fiato quando mi sfila le mutande dalla bocca: “Aprila bene… ce l’ho enorme!”, mi dice prendendomi la testa con le mani… Me lo spinge tutto dentro, fino ai testicoli, tanto da farmi arrivare la punta diretta in gola e provocarmi dei conati, ma non si sfila, anzi prosegue senza sosta a stantuffarmi il suo pene in bocca.
Con la mano destra mi masturba e lentamente mi riporta all’orgasmo, che stavolta mi concede dopo aver preso un bicchiere di plastica che mette sotto il prepuzio nell’istante stesso in cui fiotto copiosamente, sempre con il suo cazzo in bocca. Il mio sperma cola nel bicchiere e ne fuoriesce veramente tanto… Non appena decide che possa bastare, torna a scoparmi la bocca con forza e stavolta anche abbastanza violentemente, tenendo il bicchiere saldo in una mano. Un paio di minuti e lo sento fiottare liquido caldo nella mia gola, spingendo ancora per costringermi a ingoiare… quando è pago mi sfila il pene di bocca e tenendomela aperta tappandomi il naso, vi cola dentro il contenuto del bicchiere, fino all’ultima goccia, poi me la tappa con la mano: “Ingoia…” – “BLGHMBLFF”, è il suono che emetto mentre ingoio con il naso tappato e non mi lascia finché non vede colare tutto lo sperma in gola.
Finalmente scende dal mio petto e, mentre mi slega prima i genitali, poi i piedi e infine le mani dalle corde che mi immobilizzano al letto, candidamente mi dice: “È stato bellissimo seviziarti… spero tu ti sia divertito almeno un decimo di quanto è piaciuto a me. Ora sai che non devi parlarne con nessuno, vero? Tanto non potremo rifarlo mai più, a meno che non lo voglia tu, ma non credo” – “Tu non sei normale, Luca… vattene per favore”.
La risposta non poteva essere altrimenti, era stato troppo violento e mi aveva forzato, cosa ben diversa dalle due notti precedenti, ma credo che lui cercasse questa di notte, non le altre due. Voleva seviziarmi sessualmente e torturarmi, da sadico quale già era.
La mattina dopo siamo ripartiti e tornati a casa: non volli mai più rivedere Luca e mi allontanai anche da Massimo… Il futuro però sarebbe stato segnato da questo evento.