Legato in quel modo sadico al muro e imbavagliato strettissimo, ogni minimo movimento va ad agire sull’uncino o sui morsetti ai capezzoli collegati al pene. Y si china davanti a me e inizia a leccarmi il pene, avendo sempre cura di strizzare per bene i testicoli. Mugolo intensamente dietro il bavaglio, finché il mugolio si trasforma nel vano tentativo di urlare quando Z inizia a bacchettarmi le piante dei piedi con una verga di plastica. Gli altri continuano a masturbarsi guardando. La tortura va avanti per almeno mezz’ora, senza darmi modo di riprendere fiato: ho male sia alle caviglie che alle braccia, e non parliamo dei capezzoli, arrossati e doloranti. Mi portano almeno cinque o sei volte alla soglia dell’orgasmo, sempre ovviamente negato. Finalmente sembrano esaurire la loro carica sadica per questa posizione… “Hmmm… ce l’ho duro come un bastone. Incaprettiamolo sul tavolo, così lo scopiamo in bocca…” e credo sia Z a pronunciare questa frase. Mi slegano dalla parete, ma senza rimuovere l’uncino anale collegato al bavaglio. In compenso mi tolgono i morsetti ai capezzoli e liberano i genitali dalla corda elastica. Appena riprendo la posizione verticale e posso finalmente poggiare i talloni a terra, mi legano polsi e gomiti dietro la schiena, molto stretti. Mi fanno camminare fino al tavolo e mi ci fanno sdraiare sopra sulla pancia. “Imbavagliamolo con un anello bello largo, ma l’uncino lo riattacchiamo alla fibbia come adesso, così tiene la testa all’indietro” – “Voglio allagargli la gola di sborra…” – “Io me lo inculerei, ma visto che volete incaprettarlo per ora mi accontenterò della bocca” – “Non avere fretta, abbiamo tutto il tempo e tanti giocattoli da sperimentare”. Questi sono i discorsi che sento mentre mi incaprettano sul tavolo: polsi e gomiti già legati, vengono integrati da caviglie incrociate e ginocchia, con i piedi strettamente collegati ai polsi, avendo cura di legarmi anche gli alluci. Resta libera la corda dell’uncino, sempre ben piantato nel culo.
“Levagli la maschera con la palla, prendo l’anello…” – “Prendilo largo…” X mi toglie la maschera, sfilandomi la palla di gomma dalla bocca, cosa che mi consente di respirare per qualche istante e liberarmi dall’abbondante saliva che mi cola dalle labbra… ma dura poco, pochi istanti e mi aprono la bocca per ficcarmi dentro l’anello del ring-gag, talmente largo da spalancarmi le mascelle in maniera innaturale ed estremamente costrittiva: lo serrano molto stretto e poi lo collegano all’uncino, obbligandomi a tenere il collo all’indietro. Sono tutti e quattro intorno al tavolo, con il pene tra le mani… Il primo a mettermelo in bocca è Y e mi scopa con forza, spingendolo dentro fino ai testicoli! Qualcuno mi sta leccando i piedi, mentre qualcun altro “gioca” con l’uncino, muovendolo e tirandomi ancora di più il collo all’indietro… Sento anche una mano che si infila sotto le gambe e va a prendermi il pene, anche se la posizione non permette molto altro.
“Io gli sborro in bocca…”, esordisce Y… “Bene, così poi glielo ficco io in bocca”, replica Z. Stranamente X è silenzioso, probabilmente è lui che mi sta leccando e mordendo i piedi. Unico osservatore, per così dire, passivo è xmasterx, il quale sta riprendendo con una videocamera Y che sta per allagarmi la bocca. L’incaprettamento in cui mi hanno posto è molto faticoso e mi tiene sollecitata costantemente la schiena e il collo, agendo sull’uncino ad ogni movimento. Y mi riempie la bocca di sperma… continua a spingerlo dentro e fuori anche mentre schizza copiosamente, emettendo suoni gutturali degni di un maiale! Viene filmato tutto e molto da vicino, evidenziando la sborra che mi riempie la bocca e la gola, obbligato a ingoiare. Finalmente Y mi libera la bocca, subito rimpiazzato da Z che me lo poggia prima sul bavaglio per poi penetrarmi lentamente per tutta la lunghezza del pene… Mi scopa lentamente, ma sempre spingendo il pene bene a fondo nella bocca. Si avvicina anche X, con il cazzo in mano, e inizia ad alternarsi a Z nello scoparmi: non riesco neanche a riprendere fiato mentre li sento dire: “Sborriamogli in gola insieme, vediamo quanto ingoia…” L’anello che mi tiene la bocca spalancata è molto largo, e infatti provano a far entrare dentro entrambi i loro peni, ma senza successo. Così ricominciano ad alternarsi, senza darmi tregua: “Vieni vicino con la telecamera, riprendi bene come lo allaghiamo insieme”. Infatti xmasterx si posiziona molto vicino al mio viso, finché entrambi schizzano sperma sulla mia bocca, dentro, sulle labbra! I mugugni di piacere che li accompagnano sono veramente poco descrivibili, resta il fatto che sono costretto a ingoiare una quantità di sperma tale da iniziare a tossire con un gorgoglio proprio di un film porno!
Esaurito il doppio orgasmo, lentamente la situazione si tranquillizza e mi tolgono finalmente il bavaglio: le mascelle mi dolgono e ho la faccia intrisa di sperma e saliva. “Slegatelo, è molto tempo che è incaprettato”, esordisce xmaster che sembra il più controllato, a differenza degli altri tre che sono perennemente infoiati come maiali. “Ora lo leghiamo alla sedia, così ci facciamo uno spuntino”… La “sedia”, penso: quella con il foro sulla seduta e il macchinario sotto… immagino bene cosa mi attenda ora.
Fortunatamente mi fanno prima bere, ho ancora la bocca intrisa del sapore del loro sperma e almeno posso alleviarlo, vista la quantità. Mi portano poi verso la sedia, tenendomi per le braccia come se avessero timore che possa scappare, o forse solo perché ormai sono completamente calati nel ruolo di carcerieri sadici. Mi fanno sedere e allargare le gambe, portandomi le caviglie all’indietro e le braccia dietro lo schienale: “Legalo stretto, non devono allentarsi le corde mentre siamo a mangiare” – “Stai tranquillo, lo lego stretto”. E così fanno: i polsi vengono incrociati e tirati verso l’alto, collegati al collo; le caviglie vengono strettamente bloccate alle gambe posteriori della sedia, con le ginocchia tirate a loro volta da corde verso l’esterno. Mi fasciano il petto e l’addome avvolgendoli con molta corda che gira anche attorno allo schienale della sedia, immobilizzandomi. Y mi lega pene e testicoli con la solita cordicella elastica, fissando poi alla seduta un vibratore tipo Magic Wand, avendo cura di accostarne la testa alla punta del pene semieretto. “Bene, è legato bello stretto. Infiliamogli lo stantuffo nel culo…” – “No, aspetta. Imbavagliamolo prima…” – “Cosa usiamo?” – “Io gli riempirei la bocca e poi lo fascerei di nastro adesivo” – “Ok, prendo il nastro. E in bocca?” – “Da ficcargli in bocca abbiamo la palla antistress, è perfetta” – “Ah, sì. Quella blu. Ok!”. Mi ficcano in bocca la palla antistress, molto grossa, che si comprime nel palato bloccandomi la lingua e riempiendolo completamente, costringendomi a tenere le mascelle molto aperte: mi fasciano poi con diversi giri di nastro adesivo teso e strettissimo… “MHGMMMFF!” è l’unico suono che riesco ad emettere.
Immobilizzato e imbavagliato, passano ora a infilarmi dentro il dildo montato sullo stantuffo, che regolano per rimanere comunque sempre dentro almeno per metà: “Accendi, dai…”, dice X a Z che ha in mano un telecomando… “Non regolarlo troppo forte, lo lasciamo solo quindi non voglio avere problemi”, esordisce xmasterx. “Lo metto a 3, ok? Il massimo è 6…” – “Mettilo a 2. Per mandarlo più forte abbiamo tutto il tempo”, replica ancora xmasterx.
Lo stantuffo viene così acceso e il dildo inizia a penetrarmi ritmicamente, su e giù, senza che io abbia nessuna possibilità di oppormi al farmi scopare. “Bene, ora accendo anche il vibratore, così si divertirà mentre siamo a mangiare”, così viene acceso anche il Magic Wand applicato alla punta del pene, sollecitandomi il glande in modo abbastanza intenso e provocandomi una inevitabile erezione, dolorosa per come mi hanno legato i genitali. “Bendalo. Usa il nastro adesivo”, cosa che immediatamente fa Y, coprendomi gli occhi sempre serrando strettamente il nastro.
Li sento uscire dalla stanza, poi cala il silenzio, che amplifica sia il rumore pneumatico dello stantuffo che mi scopa, sia la vibrazione del Magic Wand. Mentre mugolo dietro il bavaglio, con la bocca tappata da palla e nastro, nella mia mente si focalizzano le immagini di tutte le sevizie che dovrò subire, in base a quello che ricordi esserci nella stanza, e la cosa mi fa sembrare il tempo che passa incredibilmente lungo e rallentato.
Improvvisamente dei passi rompono quel silenzio e, dopo pochi istanti, sento una presenza davanti a me che si manifesta con due morsetti che mi vengono applicati ai capezzoli e che mi provocano abbastanza dolore quando vengono rilasciati: “Avevamo dimenticato di pinzarti i capezzoli, ma abbiamo rimediato! A dopo caro, divertiti”. I passi si allontanano e sono di nuovo solo. Cerco di muovermi ma inutilmente, e il pene sollecitato dal vibratore, inizia ad avvicinarsi all’orgasmo, mentre lo stantuffo mi scopa lentamente ma a fondo.
Sarà dura far passare questi due giorni…