Mi prende i polsi e, dopo aver sentito il freddo della barra di metallo sulla schiena, me li avvolge con delle polsiere sempre in metallo alle quali applica una sorta di fermo, forse un lucchetto; fa poi la stessa cosa avvicinando i gomiti e bloccandoli con altre due fasce di metallo alla barra centrale. È la volta del collo, che viene bloccato da un collare collegato sempre alla barra, e la sensazione di immobilizzazione diventa abbastanza presente. Lo sento armeggiare sul letto mentre collega una seconda barra alla prima, e questa dovrebbe servire per gambe e caviglie: infatti mi blocca delle fasce sopra al ginocchio e poi alle caviglie che vengono unite strettamente… in pratica sono completamente bloccato e costretto dalla barra centrale lungo tutto il corpo. Mi volta su un fianco e sento che è praticamente impossibile qualsiasi movimento: Mi lega i testicoli e, dopo aver sollecitato il pene per qualche minuto, una volta duro ed eretto, vi applica degli anelli partendo dalla base, di cui l’ultimo sotto il glande che, con uno spago, viene passato intorno alla vita per mantenermi il pene verso l’alto. Immobilizzato come sono non riesco a muovere troppo il collo per guardare, ma sento le sue mani passarmi un’altra barra curva tra le gambe, dalla quale sporgono due sistemi di fissaggio: a quello davanti posiziona un aggeggio ad uncino, sulla cui estremità c’è una pallina che va a premere direttamente sul prepuzio, in pratica tappandolo; a quello dietro invece viene fissato un dildo anale che mi viene prima infilato a fondo nel culo e poi bloccato. Mi lascia su un fianco, avendo però cura di fissare la barra al letto con delle corde, in modo che mi sia impossibile voltarmi. Non posso muovere un muscolo, tanto da far sì che la pallina sul pene non possa spostarsi. Sono ancora imbavagliato con il nastro adesivo e la palla di gomma in bocca, ma ho idea che me ne metterà uno molto più costrittivo.

E così accade: mi libera dal nastro e dalla palla di gomma, per infilarmi una sorta di maschera con fallo gonfiabile dentro la bocca, completamente fasciata e tappata… la maschera ha un anello sopra la testa e questo viene collegato alla barra che mi passa dietro la schiena, facendomi reclinare il collo all’indietro. Il fallo interno viene gonfiato a dismisura riempiendomi completamente il palato e bloccandomi la lingua.

Si ferma a guardarmi immobilizzato dal suo marchingegno, che ammetto essere molto, ma molto, funzionale al gioco sadico che aveva in mente, ma il tutto si completa nella sua infernalità quando accende sia il dildo che ho nel culo, sia la pallina che mi tappa il pene! Dei brividi mi attraversano tutto il corpo… la costrizione è totale e la tortura sadica che ne consegue non credo di averla mai provata.

Sento i testicoli gonfiarsi per la costrizione dello spago che li lega mentre il pene, eccitato oltremodo dalla sollecitazione della pallina, mi sembra scoppiare… la completa immobilizzazione fa il resto. Si è seduto di lato al letto a guardarmi mentre si masturba con estremo gusto per come mi sta torturando. Resto in questa posizione per molto tempo, sembra che lui stia aspettando che la pallina vibrante mi porti all’orgasmo, che non ho idea di come possa essere, visto che il prepuzio è tappato… Pian piano, ma inesorabilmente, l’orgasmo si fa strada e la sensazione è talmente forte da farmi contrarre i muscoli di tutto il corpo, senza possibilità di movimento: il mio pene inizia a fiottare sperma che schizza letteralmente fuori dalla pallina, come quando si mette un dito su un tubo da cui esce acqua! Il piacere è molto intenso e lungo, tanto che anche lui viene mentre mi guarda sottostare alla tortura. Dopo aver sborrato copiosamente, la punta del pene mi brucia letteralmente, ma lui non sembra intenzionato a fermare la pallina vibrante, anche se il pene perde di turgidità, scostandosi finalmente dal contatto diretto. Ancora qualche istante, poi finalmente si decide a spegnere sia la pallina che il vibratore: rilasso i muscoli per quanto possibile, ma mi lascia immobilizzato e imbavagliato.

Si alza dalla sedia dove è seduto e si avvicina al letto… Lo sento armeggiare sulla barra di metallo, all’altezza delle ginocchia e, tramite quello che dovrebbe essere una sorta di snodo, mi piega le gambe all’indietro e mi incapretta fissando qualcosa all’altezza dei gomiti alla quale tira anche il collare: la costrizione aumenta notevolmente anche perché, a differenza delle corde, le fasce metalliche che mi legano polsi, gomiti e caviglie, non permettono cedimenti, e il risultato è una ulteriore stretta all’immobilizzazione e un affondo della penetrazione anale. Passa a stimolarmi nuovamente il pene per poi stringere lo spago sui testicoli e sotto il glande che, a causa dell’orgasmo e conseguente rilassamento, si era allentato. Quando il pene è nuovamente duro e dritto, la pallina torna a premere sul prepuzio e lo spago a stringere. Riaccende nuovamente le vibrazioni, sia sul pene che nel culo, prima di occuparsi del bavaglio: sgancia la fascia centrale della maschera, quella che mi tappa la bocca con il fallo gonfiabile e la toglie, ma solo per applicarmene un’altra dotata di anello per tenermela spalancata, e immagino cosa voglia fare ora…

Infatti: si masturba per qualche minuto, finché il pene gli torna duro e poi, avvicinandosi al mio viso, lentamente mi infila il cazzo in bocca… Spinge a fondo e mi scopa incaprettato per almeno una buona mezz’ora, durante la quale la tortura non ha pausa: le barre di metallo e le fasce che mi legano sono veramente un arnese sadico e non permettono il minimo movimento pena l’affondare del dildo anale o lo stringersi della morsa al collo. Posso solo succhiare e leccare il pene che mi riempie la bocca e subire la sevizia dei vibratori.

Sto per venire a causa delle stimolazioni, ma lui non se ne cura e continua a scoparmi in bocca senza sosta: anche quando inizio a fiottare nuovamente sperma sulla pallina e sul letto, lui continua infoiato… Ha il viso arrossato dall’eccitazione, e immagino che di lì a poco dovrò ingoiare parecchio sperma!

Incaprettato sul letto, voltato su un fianco e completamente sottomesso ai suoi voleri, il pene dentro la mia bocca schizza copiosamente liquido caldo che mi cola dentro la gola… continua a stantuffare senza fermarsi, finché anche l’ultima spinta prostatica non termina di inoculare sperma. Ho ingoiato praticamente tutto, anche per non soffocare, tra il suo membro e il liquido che lo stesso spruzzava senza sosta!

La situazione si tranquillizza e, da dietro il bavaglio che ancora mi tiene la bocca spalancata, emetto qualche suono sconnesso facendogli capire che ho necessità di essere liberato, perché non ce la faccio più ad essere immobilizzato in quel modo: fortunatamente comprende e mi libera, un pezzo alla volta, smontando l’aggeggio infernale… Una volta libero, mi siedo sul letto guardando la chiazza del mio sperma sulle lenzuola… Lui si ricompone mentre, soddisfatto, mi chiede: “Come è andata? Te lo avevo detto che era molto costrittiva…” – “Cavolo, si. È impossibile muoversi e l’incaprettamento è veramente infernale con quel coso”.

Sorride gratificato, come se avesse avuto conferma alle sue supposizioni: “Sei rimasto immobilizzato per oltre due ore, sei venuto due volte… Che sensazione hai avuto?” – “Quella pallina vibrante sulla punta del pene amplifica tutte le sensazioni, molto più di un Magic Wand… Poi tappando il prepuzio sembra di non riuscire a far uscire lo sperma, invece schizza come un idrante. Ma come ti è venuta in mente questa cosa?” – “Fantasia, immaginazione… Mi mancava però di sperimentarla” – “Anche scoparmi in bocca in quel modo faceva parte del programma o è stata una improvvisazione?” – “Assolutamente prevista. Come anche incularti per ben in un’altra posizione. Te la senti?” – “No, oggi proprio no. Ho tenuto quel coso a vibrarmi nel culo fino ad ora, e sinceramente a ricominciare non ce la faccio proprio” – “Allora dovremmo necessariamente rivederci per completare il programma…”. Ci rifletto per qualche istante prima di rispondere: “Parliamone. Non è escluso, ma non mi sento di decidere ora”.

Lui non insiste, anche se credo abbia capito che non disdegno la cosa. Mi rivesto con calma, dopo avergli fatto notare che non ha poi prestato molte attenzioni alle scarpe che mi ha fatto portare, ma la risposta devo dire che è interessante: “Ti assicuro che la prossima volta gli verrà dedicato tutto il tempo necessario. Oggi mi sono fatto infoiare troppo, ma ti garantisco che avrò molte attenzioni per piedi e scarpe la prossima volta!”.

Ci salutiamo e, una volta in macchina sulla via del ritorno, ripenso a come sono stato torturato e seviziato… e mi ritrovo con il pene duro dentro i pantaloni!


 

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