Mi fa incrociare i polsi dietro la schiena, ma girandomi gli avambracci verso l’alto: mi lega i polsi e poi avvolge la restante corda attorno al collo, bloccandomi le mai rivolte in alto. La posizione è molto scomoda, anche se eccitante. Passa a legarmi le caviglie, unite e ben strette; poi le gambe, sopra e sotto le ginocchia. Un ultimo spezzone di corda mi collega le caviglie ai polsi, molto tirate in modo da arcuarmi sulla schiena per non far stringere troppo il cappio attorno al collo. Terminato di incaprettarmi prende il bavaglio ad anello e, apertami la bocca, me lo ficca dentro stringendolo dietro la nuca. Poi mi sposta verso il lato del divano, in modo che il mio viso sia quasi fuori di esso, e ovviamente ne immagino il motivo! Lei ha ora tra le mani una videocamera e la accende per riprendere quanto sta per accadere e che guida da brava regista: “Spingiglielo in bocca con forza, come se la stessi violentando, ok? Devi essere realistico… Nicole, asseconda la ripresa video, ti va?” E che altro potrei fare?! Lui si prende il cazzo in mano e, dopo averlo smanettato per inturgidirlo si avvicina al divano: mi prende la testa con le mani e me lo spinge completamente dentro la bocca attraverso l’anello che già mi fa sbavare copiosamente. Mi scopa con forza, stantuffando il pene nel mio palato e nella gola, causandomi diversi conati che vengono ben apprezzati dalla “regia”, anche perché generano una colonna sonora tipica del pompino forzato, con suoni gutturali che la eccitano molto, insieme ai miei mugolii dovuti soprattutto all’incaprettamento con incluso il collo. Lei riprende tutto in modo maniacale, girando attorno al mio viso e facendo primi piani delle mani e dei piedi legati. Mario, come aveva già detto in precedenza, è molto “carico” e infatti nel giro di qualche minuto sta per venirmi in bocca: “Vengo… riprendi da vicino, dai…”, esclama ansimando con lei che si avvicina con la videocamera… Lui assesta le ultime spinte attraverso il bavaglio, poi inizia a schizzarmi sperma direttamente in bocca, tenendomelo dentro per costringermi a ingoiare. Mi riempie letteralmente la gola di liquido caldo e salato, e faccio fatica a mandarlo giù per via della posizione e della corda attorno al collo che si stringe se rilasso le gambe e i piedi. Appagato, finalmente Mario mi sfila il cazzo di bocca, mentre lei ripone la videocamera sul tavolo ed esclama: “Slegala…” e lui obbedisce come sempre. Liberato dall’incaprettamento, posso prendere un lungo respiro e rilassare le gambe: caviglie e polsi sono già molto segnati dalle corde, ma del resto sapevo bene che avrebbero sfruttato ogni minuto del nostro nuovo incontro. Franca mi guarda dal tavolo dove si è appoggiata toccandosi tra le gambe, poi esordisce: “Nicole, vai in camera da letto e spogliati: metti qualcosa di sexy che hai con te e tieni i tacchi ai piedi. Il letto è già attrezzato per legarti: quando sei pronta sdraiati e aspettaci…” Faccio per alzarmi, ma il marito mi si para davanti con il pene nuovamente eretto in mano: “Prima inginocchiati e succhiamelo…”, mi apostrofa! Resto interdetto dall’iniziativa, ma lui prosegue: “Dai, in ginocchio. E prendilo bene in bocca, leccalo…” Mi inginocchio poi d’istinto muovo la mano verso il pene che è davanti alla mia faccia, ma lui mi ferma: “No, senza le mani. Mettile dietro la schiena e prendilo in bocca senza aiutarti… Altrimenti te le lego”. Perplesso dalla novità, comunque obbedisco e lo prendo in bocca usando le labbra e la lingua: inizio a lavorarglielo e a succhiarglielo, mentre con la coda dell’occhio vedo Franca che si sta masturbando con un dildo guardando la scena. Lui apprezza molto, a giudicare dal respiro che si fa più intenso e dalle dimensioni del pene che aumentano nella mia bocca. Il giochetto prosegue per almeno un quarto d’ora finché, nuovamente al culmine dell’eccitazione, arriva all’orgasmo che stavolta non vuole compiere nella bocca, ma sul mio viso: mi schizza in faccia più volte, facendomi colare lo sperma sul naso, sulle labbra e sul mento, per poi spalmarlo con la punta del pene praticamente ovunque, incluse le palpebre ad occhi chiusi. Alla vista di tutto questo lei viene emettendo dei mugolii molto intensi, segno di piacere intenso dovuto allo show improvvisato. Mario mi porge delle salviettine umidificate per ripulirmi il viso, poi mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna verso la camera da letto. “Bene, spogliati e preparati come ha detto franca, ok?”, mi apostrofa indicandomi le mie cose e specificamente la sottoveste: guardo il letto e vedo, come anticipatomi, che presenta già delle corde ai quattro angoli predisposte per legarmi a “X”, oltre a una serie di nuovi giocattoli, evidentemente acquistati per l’occasione. Lui esce dalla stanza e mi lascia solo: mi spoglio, togliendo i pantaloni e la camicia, poi indosso la sottoveste sopra l’intimo di pizzo e rimetto i tacchi ai piedi. Mi siedo sul letto guardando i vari giocattoli che intendono usare: spicca un dildo vibrante, un Magic Wand, una gabbia per pene, degli anelli in lattice, pinze per capezzoli e una maschera bavaglio in pelle nera con una palla rossa molto grossa, completa di copertura per gli occhi… diversi plug anali e poi delle fasce metalliche con anello, sicuramente con funzione di polsiere, cavigliere e collare. Ma manca quella che sarà la sorpresa generale, che vedrò solo dopo che mi avranno legato al letto. Mi sdraio come richiesto, sulle lenzuola di un blu intenso e attendo che i miei seviziatori si palesino nella camera.

Passa qualche minuto, poi entrambi fanno la loro comparsa in abbigliamento di pelle, cosa che mi fa sorridere nei miei pensieri, ma senza mostrarlo per non metterli a disagio: lei è una vera e propria mistress, con pantaloni che la strizzano e lasciano in mostra la parte intima, mentre lui indossa dei pantaloni che fasciano le gambe e lasciano a vista il pene dietro una parte retata dotata di zip elastica… diciamo che fanno molto atmosfera “Hostel”, il noto film horror di qualche anno fa. Franca, calatasi nella parte della dominatrice, sistema le due videocamere che intendono usare per riprendere e poi esclama in tono pragmatico e deciso, rivolgendosi al marito: “Legala… ben stretta e immobilizzata!” Lui esegue e inizia a legarmi i polsi alla testiera del letto, allargandomi molto le braccia e tirando le corde; legate le mani passa a prendermi per i piedi, tirandomi verso il basso a tendere ulteriormente le corde che mi legano, poi avvolge le caviglie una alla volta e le fissa alle gambe del letto, allargandomi molto le gambe che poi lega a loro volta sopra il ginocchio, per tenerle aperte ed esporre i genitali. Sono immobilizzato e posso muovere solo la testa, particolare a cui Franca ordina di rimediare: “Legale il collo al letto, non deve potersi muovere. Poi imbavagliala…” Le telecamere sono in funzione e riprendono tutto: Mario mi avvolge un cappio abbastanza stretto intorno al collo, poi ne fissa la corda alla testiera, tirando verso l’alto. Il mio pene inizia a reagire e l’eccitazione scorre per tutto il corpo, dovuta alla sensazione di costrizione data dalla legatura abbastanza pesante. Come se non fosse abbastanza, Mario passa una corda tra le caviglie e la tende sul letto, bloccando anche l’ultima possibilità di movimento che era rimasta, poi prende quello che realizzo essere un assorbente interno, ovviamente nuovo, che appallottola per bene e poi mi ficca dentro la bocca avendo cura di riempirmi completamente il palato e bloccarmi la lingua prima di fasciarmi con molti giri di nastro adesivo. Bavaglio molto particolare che sperimento per la prima volta e che devo ammettere essere molto efficace. Lei prende un paio di forbici e si avvicina al letto esordendo: “Vai a prendere la sorpresa, io gli taglio via lo slip e il resto. La voglio nuda… solo con i tacchi”. Già… la sorpresa… sarà una vera sorpresa, penso mentre lei mi taglia via il reggiseno e poi lo slip, leccandomi il pene eretto ora libero. Lui torna con una grossa scatola, anche pesante direi, che poggia sul pavimento e inizia ad aprire… Ne estrae una sorta di macchina stantuffo, di quelle che avevo visto unicamente in qualche video sadomaso: in sostanza una grossa scatola contenente l’ingranaggio simile a quello di un trapano a percussione, dalla quale fuoriesce un tubo metallico al quale innestare un dildo… una sex machine! Viene posizionata alla base del letto, in pratica tra le gambe, e il tubo allungato fino alle mie natiche. Comprendo quello che hanno intenzione di farmi e provo sensazioni contrastanti, tra l’impennarsi dell’eccitazione ma anche un minimo di contrarietà ad essere penetrato da una macchina. Mugolo intensamente, come per comunicare di non essere molto concorde con il gioco, ma loro mi ignorano, probabilmente pensando che io stia immedesimandomi nella parte. È Franca a scegliere il dildo tra quelli disponibili e ne fissa uno abbastanza lungo e largo, ma non troppo eccessivo: “Iniziamo con questo, poi vediamo come reagisce…”, esclama. Avvicina la punta del dildo al mio buco, facendolo scorrere sotto le natiche dopo averlo lubrificato: lo poggia pronto per essere spinto dentro, ma prima di farlo esclama nuovamente: “Mettigli gli anelli vibranti a palle e cazzo, poi glielo lavoro con il Magic Wand finché non schizza…” Lui obbedisce e in pochi istanti gli anelli mi stringono i testicoli, la base del pene e la cappella, mettendomelo in tiro e facendolo diventare durissimo. Lo sguardo di lei ora è degno di una vera sadica, ed è con quello sguardo che spinge dentro il dildo nel mio culo per poi rivolgersi al marito: “Fai partire la macchina, così regoliamo la spinta…” Lui accende al minimo e lo stantuffo spinge il dildo a fondo mentre lei regola la disposizione del tubo: poche correzioni e viene raggiunta quella che secondo loro è la lunghezza giusta, poi la velocità viene aumentata e la macchina inizia a scoparmi!


 

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