Mario, preoccupatissimo, risponde al citofono ed apre il cancello esterno per far entrare il fattorino, che comunque impiegherà un paio di minuti per arrivare alla porta dopo aver percorso il vialetto: “Sta arrivando… cerchiamo di non farci denunciare per rapimento e sevizie, ok? Non farti vedere…”. Lei neanche gli risponde, intenta a succhiarmi e al contempo toccarmi i piedi legati dentro le scarpe. Suonano alla porta e sento Mario aprire: sono bendato e non posso vedere nulla, ma immagino che stia prendendo le pizze e pagando il fattorino tenendo la porta solo semiaperta per evitare che possa vedere cosa sta succedendo in fondo al salone. Franca, volutamente, aumenta il ritmo del pompino con il chiaro intento di farmi mugolare dietro al bavaglio… e ci riesce: “HGMMFF!”, mi esce dalla gola quando mi spinge la lingua sul prepuzio… Mario chiude la porta e finalmente respira, ma poi: “Ma sei matta? Avrà sicuramente sentito mugolare…” – “Che ti importa? Tanto non può aver capito, ma era troppo eccitante il rischio…”, risponde per poi tornare a succhiarmi il pene. Vuole farmi venire di nuovo… “Franca, ora datti una calmata e mangiamo, prima che le pizze si freddino. Toglile benda e bavaglio, dai…”. Lei desiste e mi riaccosta lo slip sotto la gonna, per poi alzarsi e liberarmi dal doppio bavaglio e dalla benda: “Riesci ad arrivare al piatto, Nicole?”, mi chiede… “Si… non troppo agevolmente ma ci riesco” – “Ok, allora mangiamo… Se sei legata troppo stretta diccelo”.

La cena procede tranquilla in una atmosfera abbastanza surreale e loro che, mentre mangiano, mi guardano muovermi in maniera molto costretta a causa delle mani legate e dei gomiti bloccati, per fortuna la pizza è già tagliata a fette. Mentre sto per addentare la quarta fetta, lui si alza e viene verso di me abbassandosi i pantaloni e le mutande mentre cammina: senza dire nulla mi prende la testa con le mani e me lo ficca in bocca! La fetta di pizza mi cade sul pavimento mentre lui mi scopa la bocca preso da un raptus di eccitazione che gli ha fatto diventare il cazzo nuovamente durissimo… Lei guarda divertita e, neanche a dirlo, sempre più eccitata, per poi esordire: “Meno male che sarei io quella infoiata! Neanche la fai mangiare…” – “Come no, le sto facendo mangiare il mio cazzo…”, risponde lui quasi ansimando mentre si avvicina all’orgasmo. Improvvisamente mi sborra copiosamente nella bocca e mi tiene ferma la testa per obbligarmi a ingoiare: il pene si rilassa e me lo sfila, pulendomi con un tovagliolo di carta le labbra intrise di sperma. “Non ho resistito, Nicole… mangia pure ora”. Non rispondo, ma avrei preferito essere avvertito anche se siamo qui per giocare. Bevo per mitigare il sapore dello sperma, poi continuiamo a mangiare senza altre “interruzioni”. Finito di mangiare, lei si alza e viene verso di me con un ballgag: “Prima di slegarti ti imbavaglio, poi ci guardiamo un film sul divano, ok?” Senza dire altro mi ficca la palla in bocca e stringe il bavaglio dietro la nuca, poi mi slegano mani e piedi e mi fanno alzare per trasferirci sul divano. Mentre lui mi lega i polsi dietro la schiena e poi i piedi e le ginocchia, lei accende la tv e cerca un film su Sky… Ma torna verso il divano esclamando: “Ma no, non la legare vestita! Spogliamola nuda prima di legarla, no?” – “Pensavo volessi guardare il film…” – “Certo, ma avendola a disposizione nuda e legata, possiamo giocarci. Dai slegala e falla spogliare… io prendo un plug”. Mario sbuffa un po’ per la continua eccitazione della moglie, ma fa quello che lei ha chiesto, slegandomi e poi invitandomi ad alzarmi dal divano. Franca torna con un plug anale e dice: “Spogliati, Nicole… lascia le scarpe per ultime”. Io obbedisco e mi tolgo la camicia per poi slacciare la gonna… abbasso gli slip prima alle ginocchia e poi alle caviglie, facendoli scivolare via. Infine mi siedo e sfilo le scarpe, come richiesto: completamente nudo, Mario mi lega nuovamente i polsi dietro la schiena e lei gli porge altra corda per legarmi anche le braccia sopra i gomiti. “Ora alzati e piegati in avanti, così ti infilo il plug nel culo, dai…”, mi esorta lei con il dildo anale tra le mani: mi piego con qualche difficoltà, avendo polsi e braccia legati, così lui si mette davanti a me tenendomi per non farmi cadere in avanti, ma ovviamente mi fa poggiare il viso sopra le sue mutande con il cazzo duro dentro. Lei mi lubrifica quanto basta, poi infila il plug dentro spingendolo a fondo fino alla base. “Ora siediti, così Mario ti lega gambe e piedi…”, e Mario mi lega molto stretto, evidentemente eccitato. Si siedono accanto a me, ai due lati e lei stringe ancora di più il bavaglio a palla che mi riempie la bocca, poi mi prende in mano il pene e inizia a masturbarmi dicendo al marito: “Dai, fai partire il film…” – “Ok, gioca un po’ tu, ma poi voglio farla sdraiare per fargli succhiare il cazzo mentre guardiamo il film” – “Ok, ora glielo faccio drizzare per bene, poi la sdraiamo”. Mi masturba ritmicamente per diversi minuti, fino quasi a portarmi all’orgasmo, poi fa un cenno al marito e mi sdraiano sulle loro gambe, con il mio viso davanti alle mutande di Mario che ce l’ha quasi di fuori per quanto è duro. Lei mi prende le caviglie legate e si porta i piedi alla bocca, leccandoli e succhiandoli avidamente, mentre lui mi strofina il pene sul bavaglio… Per qualche minuto continuano così, guardando il film o facendo finta, non saprei… poi Mario mi slaccia il bavaglio e, dopo aver sfilato la palla, mi infila il cazzo in bocca: essendo sdraiato e legato, non riesco a rialzare il collo più di tanto, così che il suo membro mi riempie la bocca per tutto il tempo. Lei continua a leccarmi i piedi, non la posso vedere ma capisco che si sta toccando e ogni tanto mi spinge bene dentro il plug. Dopo una ventina di minuti lui mi inonda la bocca di sborra… ancora. Il liquido cola sulle sue gambe e, dopo averlo asciugato con un fazzoletto, me lo spinge in bocca per poi imbavagliarmi di nuovo con il ballgag.

Mi fanno voltare di schiena e stavolta è lui a masturbarmi, mentre vedo lei infilarsi un vibratore tra le gambe, tra sospiri e gemiti di piacere, con buona pace del film. Mario non si ferma e, dopo qualche minuto di sollecitazione lenta ma intensa, fiotto sperma sulle sue mani, inarcandomi sulla schiena con polsi e braccia ormai indolenziti dalle corde che li legano strettamente. L’orgasmo è lungo e lui lo amplifica spingendo il pollice sul prepuzio, poi inevitabilmente il mio pene perde di turgidità e si rilassa. Finalmente mi fanno rimettere seduto, ma non mi slegano… e in un contesto abbastanza surreale continuano a guardare il film mentre, di tanto in tanto, mi toccano dove più li aggrada: soprattutto Mario che mi sollecita i capezzoli con le dita, rendendoli abbastanza duri per succhiarmeli. Lei sembra ora stranamente calma e intenta a guardare la tv. Nel giro di un’ora il film finisce e si sono fatte le 23: ormai mal sopporto la costrizione delle corde e ancora meno il plug nel culo e il bavaglio, così approfitto della fine del film per mugolare abbastanza intensamente al fine di far capire loro che è ora di slegarmi e farmi sgranchire. Mario comprende e inizia a liberarmi partendo dai piedi e dalle gambe, e lei sembra riprendere vita improvvisamente: “E’ ora di legarla al letto per la notte… hai qualche idea?”, chiede… “Prima di tutto dobbiamo farla sgranchire, è legata così da almeno tre ore, poi penseremo al letto per la notte”, risponde lui. Ma lei ha altre idee in mente: “Magari non è detto che la leghiamo al letto. Che ne dici dell’armadio nuovo, quello ancora vuoto? O magari la incateniamo in cantina, sulla branda da campeggio. Nuda, ben tappata, e con un vibratore sul cazzo…” – “In cantina per tutta la notte? Ma sei fuori? A parte che le catene non sono pronte, e poi sarebbe un po’ umido, non trovi? A questo punto meglio l’armadio…” Io ascolto la conversazione tra il divertito e il preoccupato, ma la fantasia di questa coppia è senza eguali. Mario mi toglie il bavaglio dopo avermi slegato completamente, così che aprendo le gambe posso sfilare da solo il plug anale… Lei esordisce: “Vieni, Nicole… ti mostro sia l’armadio che la cantina. Così ci dici cosa ne pensi…” Io, essendo completamente nudo, mi rimetto gli slip e la gonna, poi la camicia e infine i tacchi per seguirli nel tour panoramico delle sevizie notturne. Scendiamo prima nella cantina dove, vicino ad un muro in pietra, fa bella mostra una branda da campeggio: il posto è pulito e ben ordinato ma, in effetti, abbastanza umido non essendoci aperture se non una presa d’aria che comunque non sopperisce perfettamente allo scopo di aerare il locale come necessiterebbe. In diversi punti del muro sono fissate delle catene con anelli, ma nessuna è provvista della parte terminale atta a incatenare polsi e caviglie o collo, tanto che lui si giustifica: “Non ho ancora finito. Sai, facevo il fabbro di mestiere, e sto realizzando una sorta di cella di prigionia: l’idea è di usare le catene per legare al muro o alla branda, che poi vorrei sostituire con un letto in ferro adatto agli scopi. Ma non c’è ancora nulla di utilizzabile. Poi devo fare in modo di togliere l’umidità…” Lei interviene: “Magari la prossima volta, Nicole, se vorrai tornare a trovarci. Andiamo a vedere l’armadio e scartiamo la cantina, anche se la trovo eccitante”. Non mi esprimo, e li seguo di nuovo di sopra verso il fantomatico armadio dove probabilmente mi rinchiuderanno per la notte, a meno di altre sorprese. Dentro quelle che immagino sia una sorta di camera per gli ospiti, c’è questo armadio a quattro ante molto spazioso e ancora vuoto: barre appendiabiti in metallo con cassettiera da una parte e solo appendiabiti dall’altra, con al centro una fila di cassetti e uno specchio a copertura. “Io la legherei seduta sulla cassettiera, con le mani dietro la schiena e il collo fissato in alto. Poi le cosce tirate su e fissate alla barra per tenerle rialzate, e i piedi legati incrociati. Sono indecisa se legarla nuda o vestita, ma comunque tappata bocca e culo, e bendata. Con un vibratore su pene e testicoli sempre ben legati con la cordicella, che dici?”…


 

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