Mario la guarda perplesso… “Ma tutta la notte legata in quella posizione? Il vibratore sui genitali le procurerà diversi orgasmi, mi sembra alquanto esagerato no?” – “Beh, durante la notte verremmo a controllare che vada tutto bene…” – “E se non dovessimo svegliarci?” – “Ma dai, basta programmare la sveglia. Ti fai troppi problemi. Tu che ne dici, Nicole? Te la senti?”. Rifletto prima di rispondere, poi: “In effetti lasciarmi così tutta la notte forse è esagerato, ma se venite a controllare e se è il caso mi slegate all’occorrenza, possiamo provare…” – “Vedi? Sei tu, Mario, che ti fai tanti problemi. Dai, vai a prendere le corde, così la leghiamo…”. Rassegnato alle fantasie della moglie, lui torna nel salone a prendere le corde e il resto, mentre lei ragiona su come legarmi: “Devi stare comoda, ma immobilizzata… forse è meglio in ginocchio sulla cassettiera, poi magari al primo controllo ti cambiamo di posizione, ok?”, mi dice mentre ispeziona l’armadio per verificare se quanto vuole fare sia fattibile… “Basta che sentiate la sveglia…”, la apostrofo preoccupato, ma lei risponde sicura: “Tranquilla, non ti lasceremo in ginocchio tutta la notte. Comunque togli gli slip, ti lascio vestita ma per legarti palle e cazzo lo slip da noia. Anche per tapparti il culo…”. Mario torna con l’armamentario, così lei fa qualche passo indietro e gli dice: “Legale le mani dietro la schiena, ma senza incrociare i polsi. Poi le braccia…” Mentre lui esegue, legandomi polsi e gomiti, lei fissa una corda sulla barra appendiabiti, appena dietro il gancio, in modo che non possa spostarsi, e poi un’altra allo stesso modo dal lato opposto. Una volta legato mi fanno mettere in ginocchio sulla cassettiera, dopo avervi messo sopra un materassino che sembra fatto apposta: “Ora legale i piedi e le gambe… io prendo la cordicella per il cazzo” – “Le tolgo le scarpe?” – “No, no… anzi… avvolgi anche i tacchi quando leghi i piedi, così le scarpe non possono sfilarsi” – “Ok…” Mentre lui mi lega gambe e piedi da un lato, dall’altro lei mi avvolge i testicoli con la cordicella, per poi stringere anche il pene, ormai eretto, fino al glande che evidenzia molto. “Dammi il dildo nero…”, chiede Franca… Me lo infila nel culo, a fondo, e poi chiede a Mario di fissarlo con una corda che passi attraverso le natiche e avvolga i fianchi. “Bene… perfetta. Ora prendi il nastro adesivo, le tappiamo per bene la bocca prima di completare l’opera…” e detto questo la vedo sfilarsi le mutande e appallottolarle per bene, per poi continuare: “Dammi anche il tuo di slip, Mario… non bastano le mie mutande per riempirle la bocca”. E qui lui si eccita… Si toglie lo slip e lo passa alla moglie che lo avvolge sul suo, per poi ficcarmelo in bocca premendo a fondo in modo da riempirmi il palato e bloccare la lingua: anche il mio pene ora è duro e dritto! Mario mi fascia con il nastro adesivo grigio la bocca ben riempita, facendo diversi giri e stringendo sempre di più. “Fatto… è imbavagliata per bene. Ora?”, chiede… “Ora completiamo l’opera”, risponde lei. Con una delle corde penzolanti dalla barra appendiabiti mi passa un cappio nei polsi e poi, tirando l’anello che ha creato, mi porta le braccia all’indietro verso l’alto, obbligandomi a piegare il busto in avanti. Mugolo un po’ dietro il bavaglio, perché la posizione, seppur eccitante, è abbastanza costrittiva. Fa la stessa cosa con le caviglie, mettendole in tiro verso le braccia, dopodiché con la seconda corda penzolante dal lato opposto mi avvolge il collo per poi serrare fino a quando sono immobilizzato completamente! “GHMMMFGHF”, esordisco da dietro il bavaglio, pensando che per fortuna non avrebbero dovuto legarmi troppo stretto per la notte!!! Ma non è ancora completata l’opera… Lei prende il Magic Wand e me lo fissa alle cosce avendo cura di poggiare la testa vibrante sotto il pene per poi accenderlo: ora hanno finito? No… Mi benda gli occhi sempre con il nastro adesivo! Per qualche istante devono essere rimasti ad ammirare la loro opera, poi sento chiudere le ante dell’armadio e, nel silenzio e nel buio completo, sento solo il ronzio del vibratore. “Buonanotte, Nicole…”, sento dire lei allontanandosi.

Il tempo scorre lentissimo e, dopo una mezz’ora, arriva il primo orgasmo: lo sperma esce lentamente a causa della legatura e mi provoca un piacere molto intenso, facendomi mugolare dietro il bavaglio… sento il liquido caldo colare sulle gambe da sotto la gonna, ma siamo solo all’inizio. Dopo altro tempo le corde che mi legano polsi, caviglie, gambe e braccia iniziano a farsi sentire, come anche la posizione in cui sono legato. Non ho molte possibilità di movimento, soprattutto per le braccia rialzate all’indietro e il collo legato alla barra appendiabiti. Le scarpe poi, avvolte dalla corda dietro i tacchi, iniziano a farmi male. Non so che ora sia quando arrivano a controllarmi per la prima volta… Sento le ante dell’armadio aprirsi e la voce di lei esclamare: “Ha avuto un orgasmo, vedi che è bagnata tra le gambe?” – “Per forza, sono due ore che è legata con il vibratore sui genitali”, risponde lui. Mi controllano i nodi, per verificare che non si siano allentati, poi con delle salviette umidificate mi ripuliscono dallo sperma sulle cosce, ma sembra che non vogliano slegarmi, poi lui esordisce: “Le caviglie e i polsi sono molto segnati… anche il collo. Dobbiamo cambiare la posizione, non possiamo lasciarla ancora legata così” – “Se la incaprettiamo? Lo spazio c’è…” – “Dopo due ore così vorresti incaprettarla?!” – “Certo… le piace anche, lo sai… Slegala, dai. La spogliamo nuda e la incaprettiamo, so già come farlo”. Sento lui sbuffare rassegnato, poi iniziano a slegarmi da quella posizione, ma senza togliermi bavaglio e benda, solo il plug anale viene rimosso: una volta libero mi fanno scendere dalla cassettiera per sgranchirmi, mentre lei approfitta per prendermelo in bocca e farmelo tornare duro dopo aver tolto la cordicella che avvolgeva testicoli e pene. Poi mi spogliano nudo, togliendomi tutto: camicia, gonna e scarpe. “Legala, dai… mani dietro la schiena e braccia. Poi la facciamo sdraiare, le leghiamo i piedi e le ginocchia e la incaprettiamo” – “Le tolgo il bavaglio?” – “No, no… lasciala imbavagliata e bendata”.

Mario mi lega i polsi dietro la schiena, incrociati, e poi li collega al collo per rialzarmi le braccia, avvolgendomi il petto e passando la corda sopra i gomiti per serrare. Finita la prima parte, mi fanno sdraiare sulla cassettiera interna e mi legano gambe e piedi, questi ultimi con le caviglie incrociate per poter tirare di più verso i polsi. Lui serra abbastanza, ma è lei a voler stringere di più l’incaprettamento, immobilizzandomi completamente. “Ora tappiamole il culo, ma prendi un dildo più grosso…” – “Non esagerare, Franca… non dobbiamo torturarla” – “Tranquillo, che le piace…”. Lo sento allontanarsi nel silenzio della notte, mentre lei mi lecca i piedi legati e mi accarezza le gambe e le natiche. Non passa molto quando sento il dildo penetrarmi… è più lungo e largo del precedente e si fa sentire abbastanza. “MGHMMHFGG”, mugolo dal bavaglio e proprio questo mugolare li eccita entrambi, perché sento il cazzo di Mario sul bavaglio… “Ora mi è venuta voglia di ficcarglielo in bocca…” – “Beh, fallo! Levale il bavaglio e scopale la bocca, no?”. Non se lo fa ripetere: mi toglie il nastro adesivo che mi fascia e poi estrae le mutande che mi avevano ficcato dentro. Mi prende la testa e mi spinge il cazzo duro e umido dentro la bocca, iniziando a scoparmi ansimando dal piacere. Immagino che lei si stia godendo la scena, perché lui mi scopa molto infoiato… infatti non ci mette molto a venirmi dentro la bocca. Appagato dopo avermi fatto ingoiare nuovamente il suo sperma, sfila il pene e mi rimette dentro le mutande, per poi imbavagliarmi nuovamente molto stretto con il nastro adesivo: “A più tardi Nicole…”, mi dice, ma lei lo ferma: “Aspetta, prendi quella corda e collega i polsi alla barra… così sta più tirata”, lui stranamente questa volta non obietta e fa quello che gli ha chiesto. La corda che mi passa tra i polsi, già collegati ai piedi, viene tirata fino alla barra appendiabiti e mi obbliga ad inarcare la schiena: lei gli dice di tirare di più verso l’alto e la costrizione diventa abbastanza pesante. Infine le ante si chiudono e mi lasciano dentro l’armadio, incaprettato e immobilizzato.

Il secondo “controllo” credo avvenga verso le due di notte… le ante si aprono nuovamente e, vedendomi visibilmente stanco della posizione in cui sono legato, quasi immediatamente mi slegano e mi tolgono bavaglio e benda da dagli occhi: posso finalmente sgranchirmi e alleviare i segni delle corde sulla pelle, massaggiandomi polsi e caviglie dopo aver rimosso il dildo che avevo nel culo. Vedo che lei ha due paia di manette e delle cavigliere in metallo tra le mani… Lui invece va a prendere un bavaglio ad anello, molto largo. Si preparano a legarmi in un altro modo, stavolta senza corde, probabilmente. “Dammi i polsi, Nicole… ti ammanetto alla barra… così starai un poco più comoda”, esordisce Franca avvicinandosi. Mi ammanetta i polsi, ciascuno con un paio di manette che serra abbastanza strette per poi portarmi le braccia in alto verso la barra e fissarle ai due angoli in modo che non possano scorrere oltre il gancio di blocco della barra stessa. Lui mi mette le cavigliere, poi mi sollevano le gambe e portano i ganci all’anello delle manette, bloccandomi con braccia e gambe divaricate verso l’alto e i genitali completamente esposti. “Imbavagliala, poi le ritappiamo il culo. Intanto gli lego cazzo e palle…”, ordina al marito mentre prende di nuovo la corda fina e inizia ad avvolgermi i testicoli. Lui mi ficca l’anello in bocca e serra il ring-gag, lasciandomi la bocca spalancata che mi fa iniziare quasi subito a sbavare copiosamente. Mi bendano con il nastro e poi, immancabilmente, sento un dildo penetrarmi a fondo… Le ante si richiudono e la notte continua…


 

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