Mi spompina avidamente per almeno venti minuti: la posizione in cui mi ha incatenato appeso mi proietta il bacino in avanti per compensare il collo reclinato forzatamente all’indietro. Le dita nel culo lasciano il posto a un dildo in lattice molto lungo, che muove avanti e indietro penetrandomi a fondo mente mi succhia il pene. Mi porta quasi all’orgasmo diverse volte, ma si ferma metodicamente quando capisce che sto per venire, poi mi lega pene e testicoli con dello spago e in modo talmente stretto da provocarmi dolore… dolore che gli piace godersi. Mi lascia con il cazzo duro e dritto, costretto dallo spago, e passa alle mie spalle per lavorarmi meglio il culo con il dildo, poi esordisce quasi ansimando: “Sei mai stata frustata Nicole?... Perché sto per farlo”. Pochi istanti e arriva la prima vergata sulle natiche, poi sulla schiena e nuovamente sulle natiche: lo eccita intensamente frustarmi, tanto che continua scendendo sulle gambe fino alle caviglie. Improvvisamente mi taglia via il vestito, lasciandomi nudo solo con le scarpe ai piedi. La verga che sta usando, ora me la fa sentire sulle cosce divaricate, dando qualche frustata più leggera anche sul pene e sui testicoli: mi toglie una delle scarpe, poi l’altra lasciandomi toccare il pavimento solo con la punta delle dita. Mi frusta sotto le piante dei piedi, poi me lo riprende in bocca passandomi i denti su tutta l’asta mentre un dito entra nel culo, a fondo… Il suo sadismo è ormai completamente manifesto della sua doppia personalità.
Va avanti con questa tortura sadica per almeno un’altra mezzora, senza fermarsi: sbavo dal bavaglio come una fontana, a causa delle grida represse dalla palla che ho in bocca. Mi fa venire, masturbandomi velocemente, e si gode i fiotti di sperma che schizzano dal pene costretto. Poi passa dietro di me e mi poggia la punta del cazzo tra le natiche, fino a penetrarmi completamente e iniziare a scoparmi: non si ferma finché arriva all’orgasmo, che si gode dentro di me senza alcuna remora. Mi riempie di sperma per diversi istanti, prima di ritrarsi e darmi una pausa… Finalmente mi libera dalle catene, allentando le carrucole e poi togliendomi polsiere e cavigliere. Mi libera il pene dallo spago e, per ultimo, mi toglie la maschera bavaglio. Resto nudo e dolorante seduto sul pavimento: guardo l’orologio appeso alla parete e noto, con preoccupazione, che sono passate poco più di due ore.
“Per oggi non ti frusterò ulteriormente. Riposati qualche minuto”. Detto questo mi lascia solo nella stanza, mentre lui va in quella attigua nella quale non sono ancora mai entrato. Passano almeno venti minuti, durante i quali ho modo di riprendermi dalle sevizie appena subite. Rientra nella stanza, sempre con l’abito talare, e mi fa cenno di alzarmi e seguirlo. Obbedisco, così una volta davanti la seconda porta, mi spinge dentro e si richiude la porta dietro. Nella stanza c’è solo un altro tavolo in legno massiccio, molto grande e abbastanza particolare, visto che è attrezzato con corde in diversi punti, ma la cosa che mi salta agli occhi è uno strano aggeggio fissato alla parte bassa: una sorta di stantuffo motorizzato, con un braccio pneumatico al quale è ancorato un grosso dildo in lattice, estremamente lungo. Immagino che intenda seviziarmi con quello, infilandomelo nel culo e facendolo muovere automaticamente avanti e indietro. Mi fermo al centro della stanza, alquanto titubante, ma il Cardinale esordisce perentorio: “Sdraiati sul tavolo e togli le scarpe”. Vorrei replicare, ma non me ne dà il tempo visto che mi spinge a sedere sul tavolo e poi ordina nuovamente: “Togli le scarpe e sdraiati. Allarga bene gambe e braccia, non farmelo ripetere!”.
Tolgo i tacchi e, dopo averli riposti da un lato, mi sdraio sul tavolo e allargo gambe e braccia come ordinatomi: lui si avvicina al lato del tavolo dietro la mia testa e, per prima cosa, mi lega il collo con le corde che escono da due buchi appositamente predisposti. Me lo lega stretto… Immobilizzato il collo mi lega i polsi agli angoli del tavolo, avendo cura di tirarmi per bene le braccia e mettermele in tensione. “Questo giocattolo era nelle mie fantasie da molto tempo, quale occasione migliore per sperimentarlo? Certo, devo immobilizzarti bene e imbavagliarti molto stretto, ma vedrai che sarà eccitante…” – “Sarà eccitante per lei, per me non credo, considerando quanto è lungo il dildo che vuole infilarmi nel culo…” – “Stai zitto. Non è necessario che ti esprima la tua opinione. Vieni lautamente ricompensato, no?”. Mentre mi dice queste parole, mi infila una palla di gomma in bocca, spingendola nel palato, poi mi imbavaglia con una fibbia di cuoio larga che stringe dietro la nuca, passandomela tra le labbra in modo che tenga spinta dentro la palla e al contempo mi tenga la bocca spalancata. Passa a legarmi le braccia, sopra i gomiti, per fissarle al tavolo ancora più strettamente; è la volta delle caviglie, che vengono tirate verso gli angoli e legate strettamente come i polsi. Poi le cosce, sopra le ginocchia, per tenerle larghe. Sono totalmente immobilizzato.
Si avvicina al “giocattolo” e, preso lo stantuffo, avvicina il dildo alle natiche e lentamente me lo infila dentro, senza spingere troppo, tanto quel lavoro lo farà la macchina. Sistemato il tutto, dopo avermi lavorato il pene con la bocca per inturgidirlo, mi lega i testicoli molto stretti, per poi avvolgere anche il pene con diverso spago, fino alla cappella che strozza con un cappio. Ora accenderà la macchina, penso tra me, invece prende un aggeggio nero a forma di campana che mi infila sul pene, a fondo, in modo da farlo entrare tutto dentro e far poggiare glande e prepuzio sulla testata: “Questo aggiungerà altro divertimento, perché mentre lo stantuffo ti scopa il culo, questo giocattolino ti masturberà in diversi modi e ti farà venire più volte. Rimarrai legato qui sopra per parecchio tempo. Voglio godermi lo spettacolo!” Fissata la campana con le apposite fibbie che lo bloccano sull’inguine, prende dei morsetti e me li applica ai capezzoli dopo averli sollecitati con la lingua e i denti per evidenziarli: li serra molto e mi provoca dolore, ma la cosa lo eccita parecchio.
Prima di accendere entrambi i giocattoli, prende una verga di legno, e immagino che quella sarà dedicata alle mie piante dei piedi. A questo punto è tutto pronto e, con una espressione estremamente sadica in viso, accende la campana… le vibrazioni che mi trasmette sono molto intense e di diversa frequenza e ritmo: in pochi istanti il mio pene viene sollecitato a fondo, direttamente sulla punta, completamente avvolta all’interno. Ma è quando accende lo stantuffo che la sua opera si compie: il dildo inizia a penetrarmi avanti e indietro, dapprima lentamente poi sempre più velocemente e a fondo, fino a raggiungere il ritmo e la velocità che si era prefissato nella sua mente perversa. Inizio a mugolare intensamente dietro il bavaglio, perché il misto di dolore e piacere ha un qualcosa di estremamente sadico… Lo stantuffo che mi scopa il culo è inesorabile, come anche la campana che mi masturba, e i miei mugolii si fanno sempre più forti… finché mi stringe a morte il bavaglio fino a deformarmi il viso, per poi fasciarmi con una benda la bocca, in modo da attutire ancora di più i suoni che emetto.
Infoiato come un porco, si spoglia nudo e sale sul tavolo dove, in piedi, si masturba sopra di me mentre mi guarda nelle sevizie che mi sta propinando: “Voglio sborrarti addosso, forse anche pisciarti addosso, se mi andrà…”. Non ho mai voluto subire il pissing e mi auguro che non lo faccia ma, se anche fosse, non potrei di certo oppormi, visto come mi ha legato e imbavagliato. Lo vedo masturbarsi sopra di me per diversi minuti, con la verga di legno in una mano… lo stantuffo continua a scoparmi quando la campana mi porta all’orgasmo, intensissimo, che mi fa eiaculare al suo interno con lo sperma che cola fuori lentamente, ma non si ferma e continua a vibrare ritmicamente. Non appena la mia schiena smette di inarcarsi per l’orgasmo forzato e il mio corpo inizia a tremare proprio perché la masturbazione forzata continua, lui si piega all’indietro sulla schiena e mi schizza la sua sborra sul viso e sul petto, con fiotti intensi e continui anche se era venuto già due volte in precedenza. Quando è appagato, continuando a tenerselo in mano, scende dal tavolo e prende a vergarmi i piedi con la bacchetta, facendomi contorcere sul tavolo e mugolare ancora più intensamente! Dopo avermeli frustati me li morde, mi tiene le dita dei piedi tra i denti mentre con la verga mi frusta l’interno cosce… incredibilmente doloroso, se considerato anche lo stantuffo nel culo e il masturbatore sul pene, con i genitali stretti e legati. Finalmente mi lascia in pace i piedi e si siede a una sedia, riprendendo a masturbarsi guardandomi mentre mi tortura: mi fa subire altri due orgasmi forzati senza mai spegnere l’aggeggio che mi scopa… sento tutto il corpo in fiamme e il bavaglio mi occlude quasi anche il respiro. Il Cardinale sta diventando ad ogni incontro più sadico e inizio a desiderare di uscirne fuori, soldi o non soldi.
La seduta ha finalmente termine, un po’ prima delle concordate otto ore, ma sicuramente ha gradito abbastanza la mia sottomissione e tortura. Quando finalmente sono solo in strada rifletto molto su quanto accaduto e su quanto potrebbe accadere in futuro: le cose si stanno facendo molto estreme…