Mi incula sadicamente per lungo tempo, senza darmi un attimo di pausa o di respiro: mi stantuffa il suo pene nel culo come un animale… altro che religioso! In tanti anni di esperienze più o meno spinte non ho mai visto tale sadismo. Questo avvalora la tesi che porto avanti da anni, ossia che se qualcuno paga si sente in diritto di fare ciò che vuole. Ma è stata una mia scelta.
Mentre mi scopa mi lecca le gambe e i piedi, spingendo sempre più dentro e ormai spero stia per venire e mettere fine a questa sevizia che durerà almeno da mezz’ora. Il bavaglio a imbuto mi sta quasi impedendo di respirare, visto che ad ogni spinta il tubo mi arriva in gola… Finalmente rallenta e poi, lentamente, si sfila dal mio culo: lo sento ansimare parecchio, finché emette un suono gutturale misto a un sospiro che mi fa capire il raggiungimento dell’orgasmo… orgasmo che immagino stia schizzando nel bicchiere con il mio sperma. Per qualche istante ancora resta sul tavolo, continuando a leccarmi gambe e piedi, poi scende e lo sento avvicinarsi al lato del tavolo dove pende la mia testa. Me la blocca mettendomi una mano sulla fronte e poi sento il liquido colare dal tubo direttamente nella mia gola… È denso e appena tiepido, visto che il mio è rimasto nel bicchiere per diverso tempo, così ci vuole un po’ prima che tutto il contenuto venga ingoiato, senza possibilità di scampo. Quando il bicchiere è vuoto, immagino, mi toglie la mano dalla fronte e mi slaccia la fibbia del bavaglio, liberandomi la bocca. Poi con calma mi toglie la maschera dagli occhi e mi slega da quella posizione sadica. Con il palato intriso del sapore acre dello sperma ingoiato, mentre mi massaggio polsi e caviglie segnati dalle corde, lo vedo rimettersi la tonaca per poi sedersi ad una sedia. Guardo l’orologio sulla parete e vedo che sono quasi le 22: questo mi rammenta che ci sono ancora almeno due ore prima di potermene andare. Ma ho la speranza che, essendo venuto due volte copiosamente, magari sia stanco.
Ci provo: “Terminiamo l’incontro qui? La vedo stanco…”, ma la risposta fredda le mie speranze: “Assolutamente no. Togli le scarpe e spogliati nudo…”. Purtroppo devo assecondarlo, così scendo dal tavolo e, chinandomi, slaccio i cinturini dei sandali per poi sfilarli: resto con i piedi nudi sul tappeto porpora e mi sfilo il vestito blu, rimanendo completamente nudo davanti a lui. “Sdraiati sul letto e allarga bene gambe e braccia”, mi ordina abbastanza perentoriamente: vado verso il letto, come avevo avuto modo di notare prima attrezzato con catene ai quattro angoli. Mi sdraio e, come richiesto, allargo gambe e braccia restando in attesa della prossima tortura.
Si alza e, arrivato al letto, mi blocca entrambi i polsi con le fasce metalliche pendenti dalle catene fissate al letto: le catene non sono molto lunghe e infatti le braccia sono bloccate molto tirate verso gli angoli. Passa alla fine del letto e mi prende per le caviglie tirandomi verso il basso aumentando la tensione delle braccia: mi incatena i piedi allo stesso modo, chiudendo le caviglie dentro le fasce metalliche. Gambe e braccia sono ora molto divaricate, esponendo completamente i genitali. Va verso l’armadio e temo che ne tirerà fuori qualche altro “giocattolo” da usare su di me… E infatti torna con una maschera-bavaglio dotata di anello per la bocca, tappi per gli occhi e una sorta di intelaiatura di cuoio: ma ha in mano anche dei morsetti per capezzoli, anelli per il pene e un fallo in lattice, oltre a un collare nero. Per prima cosa mi mette il collare e lo serra molto stretto, per poi collegarlo alla testiera in ferro battuto tramite un gancio e una catenella; passa a imbavagliarmi e bendarmi con la maschera, ficcandomi in bocca l’anello esageratamente largo per poi tapparmi gli occhi e chiudere le fibbie dietro la nuca. Non vedo più nulla, ma lo sento toccarmi tra le gambe per sollecitare il pene e farlo indurire, cosa che una volta avvenuta, viene completata dall’applicazione degli anelli ai testicoli, alla base del pene e sotto il glande. Mi lavora per un po’, al fine di ottenere la completa erezione che mette in tensione la costrizione degli anelli, poi inizia a penetrarmi con il fallo in lattice che spinge a fondo nel mio culo, ancora dolorante per come sono stato scopato poco prima. Senza proferire parola passa a leccarmi e mordermi letteralmente i piedi! Mi succhia le dita e mi gratta le piante con le unghie, provocandomi contorsioni, le quali non fanno altro che segnarmi polsi e caviglie bloccati dalle catene e dalle fasce metalliche. Dopo avermi morso anche i talloni e avermi ricoperto i piedi di saliva, si dedica ai miei capezzoli, titillandoli con le dita per evidenziarli e renderli pinzabili. Non ci vuole molto, anche perché mentre con una mano mi sollecita alternatamente i capezzoli, con l’altra mi masturba: arriva una pausa che mi fa temere quello che sta per fare… i capezzoli vengono strettamente pinzati con i morsetti che poi regola in modo da provocare abbastanza dolore e farmi mugolare pesantemente dietro il bavaglio che mi tiene la bocca spalancata: “HGGHHFFGGGHH!”, è il suono che emetto.
Morsettati i capezzoli, per qualche minuto si dedica a masturbarmi e leccarmi il pene, muovendo dentro e fuori il fallo che mi ha ficcato nel culo… Poi c’è un’altra pausa e dei passi: sta tornando all’armadio! Ancora pochi istanti poi sento una vergata sotto la pianta del piede destro, subito accompagnata da un’altra al piede sinistro e da altre a risalire alle cosce e poi sui capezzoli morsettati. Stavolta il dolore mi fa quasi urlare, ma i suoni che riesco ad articolare non fanno altro che eccitarlo di più, infatti continua a frustarmi, scendendo al pene eretto che viene vergato diverse volte, per poi ritornare ai capezzoli, alle cosce e ai piedi… con modi e tempi ritmati e distribuiti.
“Voglio vederti schizzare mentre ti frusto. Non mi fermerò finché non sborrerai. Tranquillo non ti lascerò segni, ma il dolore lo sentirai Nicole…”, e infatti lo sento e temo l’arrivo di ogni successiva vergata. La tortura va avanti parecchi minuti, interminabili, e mi auguro di venire prima possibile per mettere fine alle sevizie. Mi contorco per quel poco che mi è possibile, sono dolorante e la bocca mi fa male per quanto il bavaglio me la tiene aperta. Finalmente arriva l’orgasmo, anche questo intensissimo e accompagnato dal dolore delle vergate che finalmente si interrompono mentre sicuramente si gode lo spettacolo del mio schizzare incatenato al letto. Spero che sia finita, ma lo sento salire sul letto a cavalcioni sul mio petto dolorante per i morsetti e subito dopo il suo cazzo entrami in bocca attraverso l’anello! È ancora più grosso e duro di prima, evidentemente gli piace non poco torturarmi: mi scopa in bocca per almeno un altro quarto d’ora, finché mi allaga nuovamente il palato e mi costringe a ingoiare il suo sperma. Soddisfatto, me lo sfila dalla bocca e mi libera dalla maschera, per poi aprire anche le fasce metalliche e liberarmi dalle catene che mi bloccano al letto. Prima ancora di dire qualsiasi cosa, guardo l’orologio e con estremo sollievo vedo che sono ormai quasi le 24, quindi le otto ore sono passate.
“Sei stata brava Nicole. Sei una schiava perfetta, ho investito bene i miei soldi e te li sei guadagnati. Ora fai pure una doccia e rivestiti, per oggi abbiamo finito e mi sono divertito molto” – “Io un po’ meno”, rispondo guardandolo storto, ma lui per tutta risposta: “Sapevi che ti avrei seviziato. Magari non sarà così ad ogni incontro, ma decido io cosa mi va di farti. Pago per questo” – “Certo, ma non immaginavo il suo livello di sadismo. Spero che non perda il controllo in uno degli incontri…” – “Non succederà. Ho le mie regole e i miei limiti che non travalicherò. Ma sarai seviziato in molti altri modi, che comunque sempre ti daranno il giusto dolore e il giusto piacere. Ora vai…”
Evito di replicare, tanto sarebbe inutile. Faccio una doccia, mi rivesto con gli abiti che indossavo all’arrivo e ripongo vestito, scarpe e quanto resta dell’intimo nella borsa. Poi chiamo un taxi al quale dico di aspettarmi su via della Conciliazione, come per quello dell’andata, e mi avvio verso la porta con lui che mia accompagna, ora molto cordiale e cortese. In pratica una doppia personalità. Mentre mi apre la porta mi dice: “Ti contatto via mail per il prossimo incontro, diciamo tra due settimane, ma te lo farò sapere con anticipo in modo che tu non prenda impegni. A presto Nicole…”.
Camminare verso via della Conciliazione mi permette di riprendere fiato e riflettere. Alla 1:00 sono a casa, sfinito e ancora dolorante su tutto il corpo, con un forte sapore di sperma in gola e in tutto il palato.
Meglio dormirci su…