Mi lascia legato alla sedia per parecchio tempo, variando di tanto in tanto l’intensità di vibrazione del Magic Wand, nonché dello stantuffo che mi scopa. Il bavaglio mi impedisce di articolare suoni, ma mugolo in maniera esagerata, sia per il dolore che per il piacere. Lo sento scattare decine di fotografie, da tutte le angolazioni, e riprendere molti primi piani con la videocamera: evidentemente vuole riguardarsi lo spettacolo di quanto mi sta facendo, in tutta tranquillità. Mi toglie la parte del bavaglio a maschera che mi benda gli occhi, per farmi vedere cosa sta facendo.
Si siede davanti a me e si masturba mentre riprende, poi… prima di venire abbondantemente, prende un contenitore e vi schizza dentro tutto il suo liquido caldo: “Lo teniamo da parte… voglio fartelo ingoiare più tardi con un bavaglio a imbuto!” Ho l’impressione che diventi sempre più perverso e che stia perdendo i freni inibitori… la cosa mi preoccupa un po’. Decide finalmente di portarmi all’orgasmo: dopo essersi seduto davanti a me e aver rimosso il Magic Wand, passa a masturbarmi direttamente con le mani, senza fermarsi e aumentando il ritmo quando mi sente inarcarmi sulla sedia… mi fa schizzare il mio sperma dentro il contenitore, e ne produco molto dopo le sollecitazioni subite. Il mio liquido si mischia al suo per diversi istanti finché il mio pene, ormai esausto, si rilassa… Ripone il contenitore sul tavolo, chiudendolo con un coperchio.
Mi slega completamente e mi toglie il bavaglio: “Rilassati per qualche minuto… poi ti lego in un altro modo” – “Stanno venendo fuori molte tue perversioni…”, lo apostrofo mentre mi massaggio polsi e caviglie segnati dai lacci in cuoio che mi legavano alla sedia: “Siamo qui per divertirci, no? Entrambi” – “Certo. Ma sono un po’ sorpreso…” – “Stai tranquillo. Il gioco è gioco, i limiti si rispettano” – “Parlami del farmi ingoiare lo sperma che hai raccolto. Un bavaglio a imbuto?” – “Si, di quelli usati per il pissing. Ti tiene la bocca aperta e penetrata da un tubo, così è possibile usare l’imbuto esterno per colarti in bocca qualsiasi liquido” – “Non dirmi che vorresti anche pisciarmi in bocca?” – “No, non è una mia fantasia… a meno che non sia tua!” – “Assolutamente no!” – “Ok, allora ci limiteremo allo sperma. Ancora un orgasmo ciascuno e poi te lo farò ingoiare ben incaprettato sul tavolo là in fondo”, e mi indica un tavolo abbastanza grande in legno massiccio nell’angolo della sala.
Il tavolo è dotato di diversi anelli fissati in vari punti, nonché di una sorta di gobba nel mezzo, realizzata con un qualche materiale rigido ma non di legno: immagino serva a tenere la schiena rialzata per esporre i genitali o il culo della vittima legatavi sopra… “Ora ti incateno alla parete per “mungerti” di nuovo, così avremo altro sperma da farti ingoiare” – “Non mi leghi al tavolo?” – “No, al tavolo ti ci lego dopo… vieni…”, mi invita ad alzarmi e a seguirlo verso la parete ricoperta di simil-pietra, con anelli in sei punti. Mentre mi avvicino prende delle catene da uno scaffale e, una volta davanti al muro, mi mette delle fasce di metallo a polsi e caviglie, alle quali attaccare le catene dotate di gancio a molla sulle estremità: “Accosta la schiena al muro e allarga le gambe…” Obbedisco mentre lui fissa le catene ai ganci, poi mi prende un braccio e, tirandolo verso il gancio, lo collega alla prima catena; ripete la stessa cosa con l’altro braccio, bloccandomi i polsi ben alti con le braccia tirate. Passa alle caviglie, allargandomi ancora di più le gambe e, a questo punto, sono incatenato a croce al muro: “Ora ti metto un collare e lo blocco all’altro gancio, so che sei un po’ scomodo, ma fa parte del gioco…”.
Prende un collare in metallo che mi chiude attorno al collo per poi fissarlo al gancio, tirando per bene verso l’alto e bloccandomi la testa. Non pago, l’ultimo anello che ho dietro la schiena, viene usato per fasciarmi la vita con un’altra catena chiusa a cappio. “Ora ti imbavaglio per bene e poi ti masturbo a lungo dopo averti legato cazzo e palle… voglio che produci molto sperma da farti ingoiare. Sarà un po’ lunga la cosa, ma vedrai che apprezzerai…” A questo punto vorrei esprimere qualche rimostranza, ma non faccio in tempo perché mi ficca in bocca un bavaglio a palla gonfiabile che serra molto stretto per poi usare la pompetta e riempirmi completamente il palato, tanto da non poter emettere che un flebile “MGHFF”! Torna allo scaffale e ne riporta un dildo di lattice che, dopo aver lubrificato, mi infila lentamente nel culo… saranno almeno 18 centimetri, ma per fortuna non è eccessivamente largo di diametro. Lo blocca con dello spago passandolo tra le natiche e l’inguine, per evitare che magari possa spostarsi. Di lì a poco comprendo il perché non sia troppo largo: semplicemente perché una volta acceso si muove e vibra, arrivando a sollecitare la prostata e a provocarmi una erezione molto intensa! Quello che gli serviva per legarmi pene e testicoli con altro spago…
Me li lega ad arte, con molta cura, e il risultato è che ho il pene talmente sollecitato da restare dritto verso l’alto… la sensazione è anche piacevole, devo ammetterlo. Inizia a masturbarmi molto lentamente, alternando la sollecitazione del prepuzio con il pollice a delle vere e proprie strizzate, pratica che mi eccita enormemente! La cosa che soffro particolarmente è il bavaglio e il collo costretto dal collare metallico, non ho praticamente modo di alleggerire la pressione del dildo che ho in bocca senza far tirare il collare… molto costrittivo ed efficace per garantire il silenzio quasi totale. Mi sevizia in questo modo per almeno un’ora: praticamente ho il culo in fiamme per il vibratore e i genitali doloranti per la legatura e la sollecitazione che mi sta praticando. Finalmente lo vedo avvicinare il contenitore al mio pene, e capisco che sta per farmi venire: “Ora ti faccio sborrare, dovresti schizzarne parecchio con questa sollecitazione…” Rallenta la masturbazione muovendo la mano quanto basta per portarmi all’orgasmo… il piacere è talmente intenso da farmi contorcere incatenato al muro! Schizzo una quantità di sperma che si mischia nel contenitore con quanto già presente: ho il pene talmente duro da far quasi penetrare lo spago che mi lega i genitali nella pelle. Mi spreme per bene, per non perdere neanche una goccia di sperma: “Cavolo… lo avevo detto che avresti sborrato alla grande… Ne avrai parecchio da ingoiare tra un po’”. Gli faccio capire di liberarmi, soprattutto dal bavaglio e dal collare che non sopporto più, così finalmente mi libera.
“Bavaglio e collare, per come mi hai incatenato, erano difficili da sopportare…” – “Ma ne è valsa la pena, no? Hai schizzato non so quanta sborra!” – “Si, ammetto che è stato intenso, ma una vera e propria tortura. Devo riposarmi…” – “Certo… Abbiamo tempo”.
Mi siedo su un divano in pelle nera e sono effettivamente stanco e abbastanza provato dall’esperienza appena vissuta: per contro, lui viene verso di me con il pene in mano, mentre si masturba. Si ferma davanti a me… “Mentre ti riposi un po’ potresti prendermelo in bocca… Manca una dose di sperma nel contenitore”. Lo guardo abbastanza perplesso mentre mi porta il pene alla bocca dopo avermi poggiate le mani sulle spalle, ma non passa che un istante prima che me lo infili dentro! “Tranquillo, devi solo succhiare e leccare… non ci vorrà molto. Metti le mani dietro la schiena e succhialo…” Mi prende la testa per evitare che io possa sottrarmi e inizia a scoparmi in bocca. Non ci vuole molto prima che arrivi all’orgasmo e, un attimo prima di eiaculare, mi toglie il pene dalla bocca e schizza il suo sperma dentro il solito contenitore.
“Bene… ora ne abbiamo abbastanza da farti ingoiare. Riposati ancora, poi ti incapretto sul tavolo”.
Lascia trascorrere una quindicina di minuti in tranquillità, parlando del più e del meno e di successivi incontri da programmare… certo che riprendersi da questo necessiterà di tempo. Quando si alza da dove è seduto vicino a me, andando verso il tavolo, esordisce: “Dai… vieni qui. Facciamo l’ultimo giochino prima di terminare questo incontro. Sdraiati di schiena sul tavolo, così ti lego e ti imbavaglio. Ti faccio venire mentre ingoi con il bavaglio a imbuto… Sarà molto particolare, vedrai” – “Non ho dubbi. Come del resto tutto quello che mi hai fatto stavolta…”, gli rispondo mentre, dopo essermi seduto sul tavolo, mi sdraio di schiena come richiesto. Mi avvolge separatamente i polsi con della corda di iuta, lasciandomeli ai lati del tavolo senza fissarli… Passa poi a fare la stessa cosa con le caviglie: il tavolo è lungo ma non troppo largo, immagino quindi che i polsi voglia legarmeli in qualche modo specifico. Mi fa spostare per fare in modo che il collo e quindi la testa siano reclinati all’indietro, senza poggiare sul tavolo, poi mi avvolge il collo con un cappio di corda che lascia penzolare mentre prende dello spago fino, un dildo e il bavaglio a imbuto ancora da “assemblare”, visto che è composto da una fascia in cuoio con fissato un tubo, alla quale va poi applicato esternamente l’imbuto stesso.
A questo punto mi lega i polsi alle caviglie, divaricandomi le gambe e serrando quasi fino a farli toccare: il polso destro con la caviglia destra e il polso sinistro con la caviglia sinistra, fuori dai lati del tavolo. Una volta legato, con altra corda che passa sotto il tavolo, collega e stringe da destra a sinistra, immobilizzandomi. Tocca quindi al collo, che viene collegato sotto il tavolo alla stessa corda passante, obbligandomi a tenere la testa reclinata e impossibilitata a muoversi. Essendo anche lui nudo, vedo che il suo pene è completamente in erezione mentre mi lega… Prima di imbavagliarmi si dedica a legarmi pene e testicoli con lo spago, come aveva fatto precedentemente, stavolta stringendo lo spago subito sotto il glande, per evidenziarlo. La sollecitazione ovviamente mi stimola l’erezione, che poi viene mantenuta presente dal dildo che mi infila nel culo. “Eccoti pronto… ora ti imbavaglio e cominciamo” – “Non posso muovermi…”, gli dico con un po’ di rimostranza, ma la risposta non lascia adito a dubbi: “Non devi muoverti. Se no che tortura è?”
Prende il bavaglio e, dopo avermi aperta la bocca, vi infila dentro il tubo… spinge lentamente fino a farlo penetrare completamente e, vista la posizione reclinata, arriva praticamente in gola. La parte terminale rigida e più larga mi tiene la bocca completamente spalancata! Lo serra strettamente, per poi passare ad applicare l’imbuto.
Mentre tento di articolare qualche suono, emettendo unicamente un flebile “GHHMFF”, inizia a leccarmi la punta del pene mentre con la mano mi tocca i testicoli legati… Ovviamente si masturba con l’altra mano, e dai respiri che sento lo fa di gusto, estremamente eccitato! La sevizia dura parecchio tempo, mi porta tre o quattro volte alla soglia dell’orgasmo, ma me lo nega ogni volta, facendomi contorcere in maniera innaturale per come sono incaprettato sul tavolo. Sarà passata almeno un’ora di questa tortura quando, prendendo il contenitore pieno di sperma, si sposta dietro la mia testa, continuando a masturbarmi allungandosi sopra di me… Usa la mano con molta lentezza, dosando il ritmo in modo da aumentare la mia eccitazione per farmi schizzare e, nel momento in cui sto per venire, inizia a colare lo sperma dentro l’imbuto che, attraverso il tubo, mi scende direttamente in gola togliendomi il respiro mentre il mio orgasmo esplode! Istanti veramente interminabili durante i quali ingoio a forza mentre schizzo liquido caldo sul tavolo, cosa che sta per fare anche lui sopra di me: e infatti viene direttamente dentro l’imbuto, aggiungendo altro sperma a quello raccolto precedentemente. Continuo a ingoiare finché, finalmente, il liquido si esaurisce… il mio pene si rilassa allentando la tensione dello spago e lui si sposta slacciandomi per prima cosa il bavaglio. Mi libera il collo dal cappio e poi, man mano, mi libera dalle corde. Mi metto seduto su un lato e non posso fare a meno di vedere quanto sperma io abbia di nuovo prodotto e schizzato sul tavolo: ho la bocca intrisa dal sapore salato della sborra di entrambi e mi serve qualche minuto per riprendermi, visto che la posizione era veramente molto costrittiva. Senza parlare mi massaggio polsi e caviglie mentre lui si riveste, credo esausto come me.
“Mi sembra tu abbia gradito, considerato come hai schizzato…” – “Non lo nego, ma questo di gioco è troppo spinto. Mentre colava lo sperma in gola mi sentivo soffocare” – “È proprio quello il punto… la sensazione di soffocamento aumenta l’eccitazione e comunque non c’erano rischi, visto che ingoiando mandi giù anche aria” – “Sicuramente, ma non ripeterei questo gioco qui. Seppur eccitante, ma troppo costrittivo”. Lui non replica sull’argomento, tanto ormai si è levato lo sfizio di quello che voleva farmi. “Vuoi fare una doccia prima di andare?” – “Si, grazie. Oltre ad avere bisogno di rilassarmi, ho anche sudato abbastanza”.
Fatta una doccia calda, mi rivesto… Tornati al piano superiore ci salutiamo senza approfondire oltre, se non per concordare di sentirci prossimamente. Me ne torno a casa con molta calma e, guidando sulla via del ritorno, rifletto sull’incontro: forse ci si sta spingendo un po’ oltre, seppur in maniera estremamente eccitante ed appagante sessualmente.