Non passa molto tempo prima che il dottore mi contatti per l’incontro mensile a cui ha deciso di obbligarmi. È giovedì mattina, mi sto preparando per uscire quando mi arriva un sms sul telefono…
“Ciao. Tieniti libero per domenica mattina. Mia moglie sarà fuori Roma fino a lunedì, quindi ho deciso che ci vedremo a casa mia, insieme al mio amico che ha apprezzato molto l’invito. Ti aspetto per le 10”.
Il tono è perentorio. Mi rassegno a questa imposizione e, con umore nero esco a fare le mie cose, con la giornata già rovinata in partenza. Non avrei immaginato che quello che era stato il mio iniziatore al bondage, il mio mentore per certi versi, ora mi stesse sostanzialmente ricattando per dare sfogo alle sue fantasie perverse, inoltre con un compare. Ma c’è poco su cui recriminare, ormai è andata e dovrò sottomettermi.
Arriva il fine settimana e la domenica mattina, verso le 9, esco di casa con indosso solo una tuta da ginnastica e un paio di Adidas… Mi metto in macchina alla volta della villa, rassegnato alla giornata che mi aspetta. Non c’è molto traffico, così arrivo per le 9:40: decido di aspettare prima di citofonare, così vedo un’altra macchina arrivare e scenderne un uomo di mezza età, abbastanza in carne, che citofona alla villa del dottore… Deduco sia il suo compare.
Aspetto che entri, una volta apertosi il cancello automatico e, dopo aver aspettato ancora dieci minuti, mi avvio anche io all’entrata. Suono al videocitofono e dopo pochi istanti il cancello si apre nuovamente, così risalgo in macchina ed entro, dirigendomi verso il parcheggio.
Scendo dalla macchina e mi avvio verso l’entrata, trovando il dottore sulla porta… Mi saluta affabilmente, come se nulla fosse, e cerco di fare buon viso a cattivo gioco. Entriamo e, nel grande salone, vedo il suo amico che armeggia con dei pezzi di corda in bella mostra sul tavolo: iniziamo bene.
Me lo presenta: “Caro Fox, lui è Antonio…” – “Piacere di conoscerti Fox!”, mi apostrofa il compare… “Spero diventi un piacere reciproco, vista comunque la situazione”, non posso fare a meno di rispondere. “Sai Antonio, il nostro amico si sente ricattato, non vuole ancora ammettere che la cosa in fondo gli piace e anche parecchio…” – “Se lo dici tu…”, gli rispondo un po’ piccato. “Un ragazzo indisciplinato allora…”, sorride il tipo con un pezzo di corda in mano: “Hai fatto la doccia prima di uscire, Fox?” – “Certo…” – “Allora possiamo soprassedere a farne un’altra. Vieni…”, mi dice invitandomi ad andare verso il divano.
Il compare mi prende i polsi e me li porta dietro la schiena, per poi legarli incrociati con la corda che ha in mano: “Non c’è bisogno di convenevoli. Vogliamo sfruttare tutto il tempo a disposizione, quindi ti leghiamo subito e poi ci prepariamo”. Sempre da dietro, Antonio mi infila in bocca un ballgag e lo serra strettamente dietro la nuca, poi mi fanno sedere sul divano e il dottore mi lega prima le caviglie e poi le ginocchia. Sono arrivato da neanche cinque minuti e già sono legato e imbavagliato!
“Fatti una doccia Antonio, io intanto scendo di sotto a preparare…” – “Lo portiamo di sotto?” – “Certo, staremo più comodi e tranquilli” – “Perfetto”. Si gira quindi verso di me e, con un ghigno poco rassicurante, mi dice: “Ti divertirai, vedrai… non vedo l’ora di ficcartelo in bocca”. Mi passa davanti, poi torna indietro e chinatosi verso di me, infila la mano tra le gambe fino ad arrivare all’inguine e toccarmi il pene: “Hmmm, non è ancora duro, ma rimedieremo. Stai buono qui, faremo presto”. Se ne va verso il bagno… il dottore si avvicina e, dopo aver stretto i nodi che mi legano i piedi, si ferma a guardarmi: “Rilassati. Non sarà nulla di diverso da quello che normalmente ti piace. Scendo a preparare di sotto, torno tra dieci minuti”.
Mi lasciano quindi da solo, legato mani e piedi seduto sul divano, in attesa di diventare il loro oggetto sessuale da usare per tutto il giorno. Passano diversi minuti, poi il primo a tornare è l’amico, in accappatoio: viene verso di me e, dopo avermi controllato i polsi legati dietro la schiena, come se temesse che io possa cercare di liberarmi e andarmene, si apre l’accappatoio e si prende il pene in mano mostrandomelo… Nonostante sia abbastanza in carne, con una bella pancetta, ha comunque un membro bello grosso e lungo di cui sembra andare fiero: “Questo voglio infilartelo tutto dentro la bocca, fino alle palle. E fartelo ciucciare per bene”… dopo questa frase degna di un lord inglese, si richiude l’accappatoio e si siede accanto a me. Infila la mano dentro i pantaloni della tuta per poi entrare anche dentro i boxer e prendermi in mano il pene che inizia ad accarezzare lentamente per eccitarmi. Non dice una parola, ma continua a guardarmi fisso mentre abbassa pantaloni e boxer e me lo tira fuori, ormai duro… Mi masturba per diversi minuti, molto lentamente e avendo cura di sollecitare glande e prepuzio con le dita: me lo ha fatto diventare molto duro poi, dopo avermi bloccato il petto con un braccio, si abbassa e me lo prende in bocca!
Arriva il dottore e resta piacevolmente sorpreso della scena a cui assiste: “Ah! Vedo che hai già iniziato… Non hai resistito?” – “Vederlo legato e imbavagliato mi arrapa da matti”, gli risponde l’amico dopo aver sfilato il mio pene dalla bocca… “Vuoi farlo venire?” – “No, era solo per rompere il ghiaccio. Hai sistemato di sotto?” – “Si, ho messo i cavalletti per le videocamere e fissate le corde al letto… Lo portiamo di sotto o vuoi succhiarglielo ancora un po’?” – “No, no… portiamolo sotto…”
Mi slegano caviglie e ginocchia, poi mi fanno alzare e, sempre con i polsi legati dietro la schiena e imbavagliato, mi portano verso il corridoio dal quale scendere alla “sala hobby” nascosta nello studio. Scese le scale e arrivati nello studio, mi fanno entrare nella stanza nascosta e mi fanno sedere sul letto: “Togligli le scarpe e spoglialo, intanto chiudo e accendo le videocamere”. Mentre il dottore si occupa della “logistica”, Antonio mi slaccia le scarpe e me le toglie, poi mi sfila calzini e pantaloni, lasciandomi per ora i boxer. Ho sempre i polsi legati, quindi non può togliermi felpa e maglietta, quantomeno aspetta prima di farlo. Arriva il dottore che gli dice: “Slegagli le mani e spoglialo nudo, io vado a mettermi comodo… Levagli anche il bavaglio, che dopo ne usiamo un altro. Le videocamere stanno già riprendendo”. Si avvia verso il bagno interno, così il compare mi slega i polsi e, dopo avermi tolto felpa e maglietta, mi libera dal bavaglio. “Sdraiati…”, mi dice, e così faccio, allungandomi supino sul letto: mi toglie anche i boxer, lasciandomi nudo. Si siede a guardarmi mentre si smanetta sotto l’accappatoio, in attesa del dottore: “Voglio incularti per bene ragazzo. Sono stato sorpreso che M. abbia accettato di farmi partecipare, glielo chiedevo da mesi, ma non aveva mai dato disponibilità. La cosa mi eccita da matti, sai?” – “Devi ringraziare il ricatto al quale mi sottopone, potete andarne fieri, no?” – “Non lamentarti, so bene che ti piacciono questi giochetti…”.
Ritorna quindi il dottore, anche lui in accappatoio: “Bene, possiamo cominciare… Lo leghiamo al letto?” – “Direi di iniziare così: lo leghiamo a croce, poi uno lo succhia e l’altro lo scopa in bocca, che dici?” – “Per me va bene. Preferisci succhiarglielo o scoparlo in bocca?” – “Scoparlo in bocca” – “Ok. Leghiamolo allora. Tu pensa ai polsi e io penso ai piedi e alle gambe, le corde sono già fissate al letto” – “Gli mettiamo un anello in bocca? La voglio bella spalancata…” – “Si, guarda: sul tavolo ce ne sono diversi di bavagli, prendi quello che ti sembra più adatto”.
Mi legano molto strettamente con braccia e gambe divaricate: i polsi legati ai lati della testiera e i piedi agli angoli del letto, per poi bloccarmi anche le gambe, sopra le ginocchia, ai lati. Antonio prende uno dei bavagli ad anello e ne sceglie uno molto largo che poi mi infila a forza in bocca, stringendolo parecchio dietro il collo.
Una volta immobilizzato a gambe larghe e imbavagliato, salgono entrambi sul letto, uno a cavalcioni sopra il mio petto, e l’altro tra le mie gambe: in pochi istanti il dottore mi prende il pene eretto in bocca e l’altro me lo spinge fin dentro la gola…
Il “gioco” ha inizio e sarà una lunga domenica.