Sono passati solo pochi giorni dall’intenso incontro con il feticista, terminato con l’intento di coinvolgere la moglie nel gioco che verrebbe condito di bondage e sevizie varie da parte di lei, dichiaratamente sadica a detta del marito. E puntuale arriva la mail: “Ciao! Come va? Se ripenso all’incontro mi diventa duro all’istante. A parte questo, ho parlato con mia moglie della possibilità di fare un incontro a tre e sul poterti legare e usare. Ne è entusiasta e non vede l’ora che la cosa si concretizzi. Considerando che noi saremmo liberi nei weekend, se mi dai un ventaglio di possibili date possiamo prendere accordi per incontrarci qui da noi. Attendo tue notizie, a cazzo dritto!!!”.
Dal colorito tono della mail si evince chiaramente che l’idea li ecciti molto e, ad essere sincero, intriga molto anche me. Rispondo: “Buongiorno. Mi fa piacere che tua moglie sia contenta della proposta. Ok per i weekend, diciamo che dopo il prossimo per il quale ho già impegni, si potrebbe organizzare. Dimmi, quanto dovrebbe durare l’incontro per voi? Poi ovviamente dovrai darmi indicazioni su dove venire e, soprattutto, una panoramica di cosa tua moglie vorrebbe farmi. Attendo risposta, poi ci accordiamo”. Invio la mail.
La risposta arriva dopo un paio d’ore: “Per noi va benissimo il weekend da te proposto. Per dove venire ti manderò l’indirizzo ovviamente. Diciamo che ci piacerebbe giocare per tutto il fine settimana, se per te va bene. Riguardo a cosa vorrebbe farti mia moglie ti anticipo che mi ha fatto una lista molto dettagliata che riassumo: legarti mani e piedi in diverse posizioni; incaprettarti molto stretto; legarti al letto e a una sedia; seviziarti con dildo e vibratore; legarti i genitali; scoparti con uno strap-on; obbligarti a prendermelo in bocca e ingoiare mentre lei ti scopa; vorrebbe anche che ti inculassi, legato, mentre le lecchi la figa; frustarti i piedi, le cosce e i capezzoli; rinchiuderti legato, imbavagliato, bendato e tappato, con dildo nel culo e in bocca e vibratore sulla cappella, dentro una cassapanca; incatenarti al muro in cantina; non le interessano le scarpe come a me, ti vuole sempre nudo e legato. Te lo avevo detto che ha fantasie spinte e sadiche. Se tutte queste cose vanno bene per te, possiamo definire il tutto, che ne dici?”
La signora ha le idee chiare, penso mentre leggo l’elenco delle sevizie a cui intenderebbe sottopormi: e credo siano solo quelle che le sono venute in mente sul momento! Decido di accettare, quindi rispondo: “Va bene, possiamo organizzarci. Resta sottinteso che, se ritengo di voler fermare il tutto, dovrete necessariamente slegarmi, ok? Mandami l’indirizzo, ci vediamo il sabato concordato verso le 10:30. Avete voi il necessario o devo portare qualcosa?” La risposta arrivo nel giro di cinque minuti: “Si è già messa su internet per comprare corde, bavagli e giocattoli vari. Grazie per la disponibilità e la fiducia. Ci aggiorniamo al venerdì prima per conferma, ok?” L’accordo è preso, ricevo l’indirizzo pochi minuti dopo.
Il venerdì pomeriggio ci aggiorniamo via mail per la conferma definitiva, così il sabato mattina mi avvio verso l’indirizzo ricevuto, a circa 100 chilometri dalla mia zona: arrivo intorno alle 10:15 davanti a una villetta in un comprensorio pieno di verde. La casa è abbastanza isolata, anche se le altre villette sono a breve distanza l’una dall’altra. Posto carino devo dire. Suono al videocitofono per farmi aprire e, dopo pochi istanti, il cancello automatico si apre… Mi avvio a parcheggiare e vedo che lui sta uscendo per venirmi incontro: scendo dalla macchina e, dopo i convenevoli del caso, mi invita ad entrare.
Lei ci aspetta nel grande salone che mi trovo davanti: non alta, paffuta, viso carino. Lui me la presenta e lei molto gentilmente mi invita a sedere sul divano in pelle nera su un lato del salone, che di fronte ha un grande tappeto grigio e nero. Sul tavolino di fronte c’è un vassoio con degli aperitivi… si siedono entrambi, lei sul divano accanto a me e lui su una poltrona di lato: “Allora… sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla possibilità di questo incontro. So che mio marito ti ha messo al corrente delle mie fantasie…” – “Si, ne abbiamo parlato”, rispondo mentre sorseggio l’aperitivo… “Spero che ci divertiremo tutti, così che la cosa possa avere un seguito” – “Me lo auguro. L’importante è non eccedere e rispettare i limiti, per il resto siamo qui per giocare, in piena consapevolezza” – “Certo. Potrai interrompere in qualsiasi momento semplicemente facendo cenno di no con la testa ripetutamente” – “Bene, allora siamo in sintonia… È da tanto che hai queste fantasie?” – “Abbastanza. Come del resto mio marito è totalmente attratto dai piedi maschili in scarpe femminili, come avrai avuto modo di appurare. Mi ha detto che è stato molto appagante per lui…” – “Si, assolutamente. Tu invece non hai queste fantasie fetish…” – “No, le mie sono molto diverse. Ma immaginarlo mentre ti lecca i piedi legati mi intriga e mi eccita” – “Mi ha detto che hai fatto spese su internet…” – “Si. Diverse. Corde, bavagli, alcuni giocattoli, catene, collari… un po’ di tutto ciò che mi ecciterebbe usare su di te” – “Ha speso quasi 500 euro!”, gli fa eco il marito ridendo.
Continuiamo a chiacchierare per qualche minuto poi, terminati gli aperitivi, lei passa subito al sodo: “Se ti senti pronto vorrei ammanettarti mani e piedi, ma prima dovresti spogliarti e tenere solo le mutande, per ora…” – “Diretta e decisa. Va bene… mi spoglio qui?” – “Si. Per iniziare voglio provare solo a legarti. Poi possiamo andare di sotto, o di sopra… vedremo cosa mi ispirerà la fantasia” – “Di sotto, in cantina, abbiamo fissato degli anelli al muro per incatenarti. Poi c’è la cassapanca…” – “Il gioco lo guidate voi”, rispondo iniziando a spogliarmi togliendo le scarpe.
Tolgo anche camicia e pantaloni e infine i calzini, restando solo con gli slip come richiesto: lei va verso una grossa scatola di Amazon che è sul tavolo centrale e ne estrae un paio di manette e due cavigliere, poi viene verso di me… “Siediti alla sedia…”, mi dice mentre il marito porta una sedia vicino al divano. Mi siedo e lei, passandomi dietro, mi prende i polsi e li ammanetta dietro lo schienale, stringendo a fondo i collari. “I piedi li lascio a te: mettigli le cavigliere e fissale alle gambe posteriori della sedia, così allarga le gambe”, dice rivolgendosi al marito. A questo punto lui si eccita visibilmente: indossa un paio di pantaloni da tuta e la patta si gonfia mettendo in risalto un notevole pacco! Prendendomi i piedi mi fissa le cavigliere e poi fissa l’altra estremità alle gambe della sedia. Si sofferma ad accarezzarli e credo che abbia una gran voglia di leccarli come aveva già fatto nel nostro incontro, ma si limita a legarmi anzi, a incatenarmi.
La signora torna alla scatola sul tavolo e ne estrae stavolta una catena con due ganci apribili: collega le manette ai polsi con le due catene delle cavigliere fissate alle gambe della sedia, avendo cura di avvolgerle entrambe per stringerle… In pratica mi immobilizza con le gambe divaricate e le caviglie tirate all’indietro collegate ai polsi. Si siede sul divano toccandosi tra le gambe coperte da una sorta di vestaglia in raso nero: “Ora toccalo… voglio guardare mentre lo fai…”, dice al marito… Lui non esita e, chinatosi verso di me, mi infila la mano dentro gli slip a cercare il mio pene che inizia a reagire alla situazione: strofina la mano dentro le mutande, avvolgendomi i testicoli e iniziando una sorta di masturbazione lenta… È di lato a me, così con l’altra mano mi infila due dita in bocca a cercare la lingua.
Lei si tocca tra le gambe, dietro la vestaglia di raso, ma intravedo che è nuda sotto e le dita entrano a sollecitare la vagina mentre il marito continua a muovere le dita dentro la mia bocca: a questo punto il mio pene è duro e dritto dentro gli slip, mentre la mano continua a strofinarlo… “Mettigli il collare… e stringilo bene…”, lo apostrofa lei: lui va alla scatola e prende un collare di cuoio che mi fissa attorno al collo, chiudendo la fibbia abbastanza stretta. Ma a lei non va bene: “Stringi di più… e poi collegalo alle mani, ben tirato”. Lui resta un po’ interdetto, ma poi stringe ancora di un foro la fibbia del collare che ora diventa costrittivo. Poi prende un’altra catenella con ganci che fissa all’anello del collare da un lato e alle manette dall’altro, reclinandomi leggermente il collo. Ma a lei, di nuovo, non va bene: “Tiralo di più, voglio seviziarlo, non trattarlo come un bambolotto di porcellana. E stringi ancora la fibbia, un altro foro almeno!”. Lui esegue stringendo ancora di più la fibbia per poi tirarmi di più il collo all’indietro e a questo punto la respirazione diventa più complicata come esponenzialmente mi provoca una maggiore eccitazione, tanto che il mio pene sembra quasi uscire dalle mutande.
“Ora va bene”, dice lei aprendo letteralmente le gambe e mettendo in mostra la figa rasata che si sta sditalinando… “Tiraglielo fuori dalle mutande e giocaci un po’”. Lui mi abbassa gli slip e tira fuori il mio pene eretto, portando il bordo dell’elastico sotto i testicoli, poi riprende a masturbarmi, stavolta con tutto il palmo chiuso sull’asta. La masturbazione lenta e la posizione in cui sono legato, mi porta a mugolare abbastanza: la cosa si fa interessante, anche se non posso muovere il collo e la respirazione è abbastanza affannosa. Il tutto però è eccitante, soprattutto guardare lei toccarsi mentre il marito mi masturba…