Oltre al sito web che tutti voi lettori conoscete, anche il mio profilo Instagram è fonte di contatti continui, soprattutto da parte di feticisti dei piedi e delle scarpe, che siano uomini, donne, etero, bisex, gay… Ci sono indiani e latinoamericani che chiedono in continuazione foto dei piedi in privato, o che mandano riprese dei loro peni, neanche fossero firme da apporre su un messaggio. Ci sono anche tantissime persone a modo, che cercano uno scambio di opinioni sulle reciproche fantasie fetish, inviano complimenti e commenti sulle scarpe, sui piedi e spesso hanno profili simili al mio dove condividono la loro tendenza al crossdressing. Non mancano, come solito, quelli volgari che comunque durano poco sul mio profilo. Essendo Instagram un social globale, la maggior parte dei miei followers, al momento più di 1000, non è italiana: una piccola percentuale conterranea però c’è ed è abbastanza presente anche con conversazioni dirette, per lo più via mail.

Uno di questi contatti mi ha fatto il filo per settimane, in modo molto gentile e sempre fantasioso: messaggi di apprezzamento, complimenti, consigli sulle foto da postare o sulle scarpe da indossare e, pian piano, anche domande su fantasie fetish e sessuali, ma sempre rimanendo su binari inappuntabili. Durante una delle tante conversazioni via mail mi domanda se fossi disponibile a incontrarci: mi scrive che avrebbe molto piacere di poter guardare i miei piedi dal vivo e anche di volerli toccare, baciare e leccare calzati nei tacchi che tanto gli stimolano le endorfine (testuali parole). Non è di Roma, ma neanche tanto distante visto che vive a Latina, e mi dice di essere disponibile ad ospitarmi oppure venire lui da me. Non fa mistero di essere bisex ed essere intrigato anche da un incontro con presente la moglie, compagna di giochi anche molto fantasiosi, ma che questa cosa non è poi fondamentale. La cosa mi stuzzica e considerando che su Instagram faccio raramente accenno, con chi mi contatta, riguardo le mie tendenze al bondage di cui lui non sospetta e non manifesta interesse, l’incontro sarebbe quindi improntato solo al fetish. Non gli do subito una risposta affermativa, ma neanche escludo la cosa, più che altro per vedere fino dove si spinge per ottenere la mia disponibilità e, lo ammetto, per civetteria!

Passano ancora diversi altri giorni e molte conversazioni, e in ognuna l’argomento viene sempre ritirato in ballo: parliamo di un eventuale abbigliamento per l’incontro, di quali scarpe, di foto e di fantasie varie, finché un pomeriggio decido di accettare e lo invito però a venire lui a Roma. Accetta con entusiasmo e mi propone subito alcune possibili date, tra le quali concordiamo un mercoledì di lì a 2 settimane: si sarebbe fermato tutto il giorno per poi ripartire la sera. Nei giorni antecedenti l’incontro continuiamo a scambiare mail dove concordiamo che io indossi dei leggings neri con tacchi alti, opzionando la variante dell’accappatoio sempre con i tacchi, fantasia devo dire molto ricorrente nelle varie proposte che ricevo.

Arriva il mercoledì dell’incontro, così per le 9:30 sono già nell’appartamento che solitamente uso: lui dovrebbe arrivare per le 10:30, avendogli trasmesso per mail tutte le indicazioni necessarie. Alle 10:15 sono pronto con i leggings neri molto aderenti e un paio di decolleté nere tacco 15, molto sexy. Ho portato anche altre scarpe come richiesto e, ovviamente, l’accappatoio rosso al quale ho abbinato altre decolleté rosse, sempre tacco 15. Alle 10:25 mi avverte via mail di essere arrivato e di essere alla ricerca di parcheggio per la macchina, così metto su la moka per preparare un caffè, che servirà a fare due chiacchiere e rompere il ghiaccio.

Squilla il citofono e, dopo aver risposto per accertarmi fosse lui, gli apro e gli dico di salire all’ultimo piano. Il caffè è pronto e lo lascio pronto per essere versato, mentre vado ad aprirgli la porta. Me lo trovo di fronte appena apro… avevo visto qualche foto e in effetti rispecchiavano la sua fisionomia: mezza età, altezza nella media, un po’ di pancetta, capelli brizzolati e, nel complesso, di aspetto gradevole e ben vestito.

“Ben arrivato…” – “Ciao… grazie”, mi risponde mentre noto che lo sguardo cade subito sulle scarpe e i piedi… Ci siamo scritti più volte di essere il più naturali possibile e di dire quello che ci si sente di dire, senza convenevoli o troppe problematiche: in sostanza se vuoi dire qualcosa dilla senza remore. E infatti: “Cavolo che piedi che hai. Già guardarli foderati in quei tacchi mi eccita!” – “Beh, del resto siamo qui per questo, no? Mi hai contattato per i miei piedi e per le tue fantasie, non per altro, quindi… Mi fa piacere che quello che vedi ti ecciti” – “Si… sei sexy con quei leggings e devo dire che hai belle gambe” – “Ti ringrazio. Vieni, sediamoci e prendiamoci un caffè. L’ho appena fatto, accomodati”, gli dico indicandogli il divano mentre vado in cucina a versare il caffè.

Tornato in sala con le tazzine di caffè su un vassoio, lo poggio sul tavolino di fronte al divano e gli porgo la sua, avvinandogli il vassoio con la zuccheriera mentre io prendo il mio amaro. Sorseggia il caffè con lo sguardo sempre rivolto verso le mie gambe… “Ce l’hai già duro, vero?”, gli dico provocandolo spudoratamente! “Si… ce l’ho durissimo. Da quando sono entrato e ho visto quei piedi” – “Sei proprio un feticista spinto allora. Vedi che poi affermare che il sesso sia relativo non è propriamente vero. Più pudore che altro, penso” – “Magari hai ragione, ma quello che ti ho scritto lo pensavo. Non cerco sesso, cerco il fetish, ma devo ammettere di essere molto eccitato” – “Si vede, hai la patta dei pantaloni gonfia! Il feticismo è sempre strettamente collegato alla sfera sessuale, è normale eccitarsi anche se si pensa che non sia fondamentale” – “Tu sei eccitato?” – “Abbastanza… perché negarlo? Cosa vorresti fare, dimmi…”, gli dico accavallando le gambe e mettendo in mostra i tacchi calzati dai piedi nudi: “Guardare quelle punte che lasciano intravedere le dita dei piedi mi manda ai matti. Vorrei proprio infilarci la lingua…” – “Fallo se vuoi. Sei qui per questo, no?”. Nel pronunciare questa frase alzo la gamba verso di lui, mostrandogli la scarpa: la reazione è quella di posare la tazzina vuota, che rigirava tra le mani, sul tavolino e prendermi il piede per la caviglia, accarezzando la scarpa e avvicinandola alla bocca e al naso… “Scarpe morbidissime e piedi profumati… accoppiata da mandarmi ai pazzi, letteralmente”, esordisce mentre si strofina scarpa e piede sulla bocca. “Lecca le dita nelle scarpe… ma ti consiglio di abbassarti i pantaloni e tirartelo fuori, così eviti di venirti nelle mutande, visto come sei eccitato”, gli dico ironicamente. Superato l’impaccio del momento, si sbottona i pantaloni e li abbassa quanto basta per poter tirare fuori il pene dagli slip e prenderselo con la mano destra, mentre con la sinistra riporta la scarpa alla bocca: mi lecca il collo del piede, soffermandosi poi sulle dita… Ha il pene durissimo e si masturba lentamente mentre sempre più avidamente la lingua si infila nell’arco del piede dentro la scarpa, annusandone il profumo sia del cuoio sia della pelle. Mi sta eccitando.

“Vuoi che ti masturbi io, mentre mi lecchi i piedi? Non farti problemi, abbiamo concordato di dire le cose come stanno, senza fronzoli…” – “Si, mi piacerebbe…” Così glielo prendo io in mano e continuo la masturbazione, mentre lui tira a sé la mia gamba per leccare meglio con il mio braccio nel mezzo. Mi sfila lentamente la scarpa, ma senza toglierla del tutto, e mi passa la lingua sotto la pianta, sbavando abbastanza per l’eccitazione. Ho idea che, se continua così, a breve mi ricopra la mano di sperma, quindi rallento la masturbazione e lo lascio fare. Dopo qualche minuto mi lascia la gamba e si alza, mettendosi in ginocchio davanti al divano: “Stendi le gambe, voglio leccarti entrambi i piedi…” – “Va bene, ma non arrivo a masturbarti però…” – “Non preoccuparti, faccio io. Tu dammi i piedi…”, e così faccio sdraiandomi.

Mi lecca ora entrambi i piedi, sempre però senza togliermi le scarpe, e con una mano si masturba… Mi piace guardare come mi lecca e bacia i piedi, mi eccita molto. Per mettersi comodo si toglie pantaloni e mutande e resta in ginocchio con il pene duro ed eretto: “Voglio segarmi con i tuoi piedi” – “Puoi farlo, ma toglimi le scarpe, non vorrei si macchiassero visto che sono di raso”. Detto ciò, con molta lentezza, mi prende una caviglia con una mano, mentre con l’altra inizia a sfilarmi la scarpa dal piede… vi si avvicina con il viso, infilando il naso e la lingua sotto la pianta, con ancora mezza scarpa calzata… Mi lecca e poi, quando la scarpa è tolta del tutto, mi prende in bocca le dita. La cosa mi piace e lo assecondo completamente, mentre inizia a fare la stessa cosa con l’altro piede: prima sfila la scarpa e poi, dopo aver leccato e annusato la pianta, fa sparire le dita dentro la bocca, succhiandomele letteralmente.

La sua mano destra ora lascia il suo pene e risale sui miei leggings fino all’inguine: “Abbassa i leggings, voglio toccarti tra le gambe” – “Avevo ragione allora che il sesso alla fine vuole la sua parte…” – “Abbassali voglio prendertelo in mano!”. Abbasso i leggings prima, all’altezza delle cosce, e gli slip dopo: la sua mano arriva a prendermi il pene duro che inizia a masturbare lentamente mentre continua a succhiarmi le dita dei piedi… La cosa si fa interessante!


 

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