Mi era capitato un paio di volte di leggere articoli sui giornali, relativi ad un maniaco seriale che si introduceva di notte negli appartamenti di persone sole, in diversi quartieri di Roma, con descrizione molto sommaria e “filtrata” di ciò che era avvezzo fare alle sue vittime: non meglio relazionate sevizie, o imposizioni tendenti al sadico che venivano perpetrate per diverse ore… Non gli avevo dato molto peso, anche perché non venivano mai descritti i fatti o le persone, e il tutto era sempre lasciato a livello molto “mordi e fuggi” come un articolo di secondario interesse.

Un sabato mattina, uscendo di casa, non faccio molto caso a un SUV nero parcheggiato sul lato opposto della strada, se non altro lo noto unicamente per il tipo di macchina, molto costoso, e per la presenza all’interno di una persona. Rientrando dopo qualche ora il SUV nero è ancora lì, come la persona all’interno. Mi domando cosa stesse facendo fermo lì da ore ma mi fermo a quello, del resto non sono affari miei, avrà i suoi motivi penso. La giornata trascorre tranquilla tra l’aggiornare il mio sito e la normale routine di un weekend.

Alla sera, dopo aver guardato un film, faccio una doccia e verso le 23:30 me ne vado a letto, con indosso come sempre un paio di boxer e una maglietta di cotone, non essendo un estimatore dei pigiami. Mi addormento quasi subito ma, verso le 2:30, mi sveglio disturbato da alcuni rumori sommessi… Non è raro che il mio vicino, rientrando tardi, mi svegli mentre sale o scende la scala interna, favorevole il silenzio della notte, così non do molto peso alla cosa e, dopo aver guardato appunto l’ora, mi giro nel letto e mi rimetto a dormire. Sento però un odore strano scendere nella stanza, un odore che pian piano non sento più fino a cadere in un sonno profondo. Capirò solo dopo cosa fosse stato quello strano odore.

Non so che ora sia quando lentamente riapro gli occhi o, per meglio dire, riprendo i sensi: la prima cosa che noto con stordita sorpresa sono le luci accese nella stanza: ho la vista annebbiata e percepisco un torpore diffuso per tutto il corpo, fino a rendermi conto di non potermi muovere. Quando riacquisto i sensi abbastanza da avere contezza del mio corpo, mi rendo conto di una realtà inaspettata: sono completamente nudo, legato mani e piedi al letto con delle corde di iuta, imbavagliato completamente con nastro adesivo che mi fascia molto strettamente la bocca ben riempita, credo, con un panno che mi blocca la lingua. Sento di avere anche i testicoli avvolti da spago e, tirata su la testa per quanto mi è possibile, vedo che lo spago si allunga sul letto, come se la legatura non fosse completa. Sono legato molto stretto e con gambe e braccia completamente divaricate e poste bene in tiraggio sul letto. Improvvisamente il mio pensiero corre agli articoli di giornale che avevo letto e ai quali non avevo dato peso… Immagino che il “maniaco seriale” sia venuto a fare visita anche a me!

Le luci sono accese ma non vedo nessuno nella stanza, sento però dei rumori venire dal bagno attiguo: ci sono due videocamere posizionate su altrettanti cavalletti ai lati del letto, puntate verso di me. Un borsone nero sulla poltrona, semiaperto, dentro il quale scorgo delle corde come quelle che mi legano al letto. Provo a mugolare qualcosa, ma il bavaglio è strettissimo e mi consente poco: “GHMMMFF!”. Non accade nulla, nessuno si palesa nella stanza, come se l’intenzione fosse quella di lasciarmi unicamente legato al letto.

Passa ancora qualche minuto nel più totale silenzio, rotto unicamente dal mio tentare di allentare le corde che mi legano e dai flebili mugolii che riesco ad emettere dietro al bavaglio, poi vedo una figura uscire dal mio bagno e venire lentamente verso di me: indossa una tuta da ginnastica e una calza in testa che gli travisa completamente i connotati. Resta ad osservarmi senza parlare per qualche istante… poi va verso il borsone riposto sulla poltrona e, dopo aver spostato i vari pezzi di corda che ne fuoriescono, lo vedo prendere un vibratore tipo “Magic Wand” con la testa molto larga, un dildo molto grosso e una sorta di aggeggio con una specie di stantuffo. Senza proferire parola, dopo aver controllato che i nodi siano ben stretti, si china sul letto e lentamente mi infila il dildo nel culo, bene a fondo. Vi avvita poi alla base l’asta dello stantuffo, lunga almeno mezzo metro, e posiziona l’aggeggio sul letto, cercando una presa di corrente a cui collegarlo. A questo punto inizia a lavorarmi il pene con la mano per portarlo in erezione e, una volta ottenuto il risultato che cercava, me lo lega, con la parte di spago restante dalla legatura dei genitali, al Magic Wand, avendo cura di posizionare la parte vibrante subito sotto il glande stretto dallo spago. È chiaro il modo in cui intenda seviziarmi! Accende il vibratore che inizia il suo lavoro inesorabile di sollecitazione forzata, ma questo sarebbe il minimo, se tale operazione non fosse seguita anche dall’accensione dello stantuffo, che in sostanza fa in modo che il dildo infilato nel culo mi scopi letteralmente spingendolo avanti e indietro. La combinazione delle due cose è una vera e propria tortura.

Mentre mi contorco per quanto possibile sul letto, torna al borsone e ne tira fuori quello che riconosco essere uno stimolatore a elettrodi: lo posiziona e prepara con molta cura e calma, poi mi applica una serie di elettrodi in diversi punti molto sensibili: capezzoli, interno coscia, piante dei piedi e ascelle. Infine accende anche quello, trasmettendomi delle piccole scariche elettriche intermittenti e di diversa intensità. Si siede alla poltrona dopo aver messo il borsone in terra e, con un piccolo telecomando, inizia a registrare con le videocamere.

Passa veramente molto tempo durante il quale mi tortura senza dire mezza parola: mi fa avere quattro orgasmi consecutivi, avendo cura ad ognuno di raccogliere lo sperma con una spugna… Ma non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi, e continua a seviziarmi con le scosse, il vibratore sul pene e il dildo nel culo. Al quinto orgasmo finalmente spegne i due aggeggi infernali e mi toglie gli elettrodi dal corpo… prende un panno dal borsone e una boccetta scura di cui ne versa il liquido sul panno. Senza esitazioni me lo preme sul viso e capisco subito che si tratta di cloroformio: pochi istanti e tutto si fa buio…

Il risveglio non è sicuramente migliore del precedente: sono incaprettato mani e piedi molto stretto, con i gomiti quasi uniti da un cappio che mi avvolge anche il petto… Le caviglie sono legate incrociate e molto tirate verso i polsi, anch’essi incrociati e collegati al collo. Mi ha imbavagliato con un anello molto largo e all’interno del quale ha infilato una sorta di palla di gomma gonfiabile che mi riempie completamente il palato impedendomi di emettere suoni… Ho un plug anale ben inserito e fissato, ovviamente con i genitali legati e il pene verso l’alto, schiacciato dal mio stesso peso in modo tale che lo spago lo mantenga in tensione. È sempre seduto alla poltrona…

Resta lì, a guardarmi senza dire o fare nulla, mentre tento inutilmente di muovermi… le corde che mi legano mi fanno desistere, perché ad ogni tentativo si stringe il cappio attorno al collo e il pene viene strozzato in maniera sadica.

La notte prosegue…


 

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