Dopo l’esperienza a tre vissuta nel residence di Massa, esperienza di bondage e sesso molto intensa e appagante, è passato un po’ di tempo durante il quale ci si è limitati ad uno scambio di mail. Nell’arco di questo mese ormai trascorso, so che Mirco e Mino sono stati in contatto anche via Skype, segno che l’incontro è stato sicuramente proficuo anche per loro.

Mirco è finalmente riuscito ad incularmi come voleva e Mino si è goduto le sue masturbazioni contemplative, nonché il legarmi in modi molto costrittivi.

Nei vari scambi di mail inizia a venire fuori la voglia di passare a qualche tipo di tortura e sevizie, tipo penetrazioni multiple, elettrotortura, frusta, cera e altre cose, soprattutto “giocattoli” sessuali specifici da sperimentare su di me ben legato. Ne discuto con Mirco che mi esterna le sue fantasie in merito, e al contempo con Mino che poi dovrebbe essere il tramite che consentirebbe a Mirco di attuare le sue voglie.

Una domenica mattina ci sentiamo in videochiamata a tre su Skype: Mirco propone di affittare una villetta di un suo conoscente a Gualdo Tadino, per un fine settimana… Mino è subito disponibile a venire da La Spezia e sostiene di aver già visto il treno e i cambi da fare per arrivare a Perugia dove poi dovremmo passare a prenderlo. Mi stanno proponendo due giorni di rapimento con situazioni “particolari” e io, pur essendo molto interessato, chiedo comunque di sapere quali siano queste situazioni.

“Nella sala hobby di questa villetta, al piano interrato, c’è un bell’arredamento medioevale, con un tavolo grande e soprattutto una sedia che opportunamente modificata potrebbe diventare una sedia di tortura a tutti gli effetti… il mio amico non ha problemi e me ne occuperei io prima che venite…” afferma Mirco.

“Come la vorresti modificare questa sedia? Come è fatta?” chiedo… “E’ tutta in legno, con lo schienale alto, la seduta è ampia e ci farei un bel buco nel mezzo per infilarci su un fallo in gomma da metterti nel culo, così intanto ti si allarga, ti abitui… Poi su consiglio di Mino ci fisserei degli anelli da usare per farti legare in modi diversi, per bloccare il collo e le braccia, le gambe… piccole cose che poi tornano utili” – “Poi il tavolo che ho visto in foto è grande abbastanza da legartici sopra a gambe e braccia ben divaricate, per poi torturarti con qualche giocattolo che stiamo comprando su internet…” interviene Mino. “Che giocattoli?” chiedo io… “Allora… vibratori per i testicoli, morsetti per i capezzoli ai quali possono essere applicati pesi, un kit da elettrotortura, con elettrodi per i capezzoli, i genitali, il culo e i piedi… poi bavagli specifici adatti anche all’incaprettamento e con il blocco delle bocca, due o tre cazzi di gomma di misure diverse, un frustino per i piedi, cera, e poi polsiere e cavigliere da usare per posizioni più comode”.

“Vedo che avete fatto un programma dettagliato…” – “Beh, vogliamo divertirci e farti divertire…” – “Va bene allora, se tutto resta nei limiti di quello che concorderemo per me può andare bene…” – “Non preoccuparti, non faremo nulla di più di quello che vorrai subire”.

Nei giorni a seguire, con un fitto scambio di mail, mi aggiornano sugli “acquisti” dei quali mi inviano foto, nonché sulle modifiche operate da Mirco alla sedia e al tavolo della sala hobby che ci ospiterà. Resta alla fine da decidere il fine settimana per l’incontro.

Ci accordiamo per il 28 Gennaio, ci incontreremo a Perugia tutti e tre e poi ci trasferiremo a Gualdo Tadino per il “weekend di giochi”. La cosa mi eccita, anche se le varianti proposte saranno da valutare nel merito.

Arriva il 28, mi incontro con Mirco a Ponte San Giovanni, dove lascio la mia macchina parcheggiata e poi con la sua andiamo a Perugia per incontrare Mino che arriverà alla stazione per le 12.20.

Aspettiamo in macchina e, nel frattempo, chiedo a Mirco quanto ci costi l’affitto della villetta per questi due giorni: “Non preoccuparti, ci abbiamo pensato io e Mino, comunque è di Attilio, quindi non molto, tranquillo” Attilio è un amico di Mirco, gay, che più di una volta ci ha messo a disposizione un appartamento per i nostri giochi, senza mai partecipare non essendo lui attratto dal bondage; solo una volta si è prestato a riprendere con la videocamera, ma era a disagio nel vedermi legato e imbavagliato.

Arriva Mino, puntuale, esce dalla stazione e sale in macchina: ha uno zainetto abbastanza voluminoso, forse i giocattoli li ha lui, penso.

“Allora Fox, sei pronto a passare questi due giorni come un vero rapito?” – “Diciamo di sì… avete intenzioni bellicose” – “Ti piacerà tutto, vedrai. Poi puoi sempre dire di no se qualcosa non la gradisci…”

Mirco guida con calma, usciamo dalla zona trafficata e imbocchiamo una strada abbastanza libera: “La casa è abbastanza isolata e l’ultimo tratto di strada, circa 5 chilometri, è praticamente deserto. Appena possibile ti leghiamo mani e piedi, ti imbavagliamo e ti mettiamo un cappuccio in testa, così l’atmosfera la creiamo subito, che dici?” esordisce… “Ma dici sul serio?” rispondo… “Non vuoi? Pensavo ti aggradasse la cosa, ma se preferisci di no non c’è problema eh…” – “No, la cosa mi attizza, ma siamo sicuri che poi non ci ferma qualcuno e facciamo una figura di merda? Senza pensare poi alle spiegazioni che servirebbero…” – “Per quello puoi stare tranquillo, quella strada porta solo alla zona dove c’è la casa di Attilio, non c’è mai nessuno… Vedrai, tra un quarto d’ora la imboccheremo” – “Va bene, vediamo…”

Arriviamo all’imbocco della fatidica strada isolata, il primo tratto in salita, poi in discesa e infine all’interno di una piccola vallata, stretta, costeggiata da alberi. “Più avanti c’è una piazzola fuori dalla strada, allora, ti leghiamo?” – Ma mi tenete dentro la macchina?” – “Certo che no, ti chiudiamo nel portabagagli, l’ho liberato e pulito bene…” – “Va bene, facciamo questa pazzia…”

Poca strada e Mirco svolta a destra per entrare nella piazzola che resta anche coperta dagli alberi: “Scendi dai, vieni dietro…” Scendo dalla macchina, mi portano dietro dove Mirco ha già aperto il portabagagli; mentre guardo dentro, Mino mi sta già legando i polsi dietro la schiena, passando subito ai gomiti per poi bloccarmi le braccia al corpo, passando la corda sul torace e lo stomaco. Sto per chiedere come intende legarmi, ma mi ficca una spugna in bocca e poi mi imbavaglia con il nastro adesivo. Subito un cappuccio nero mi viene messo sulla testa e legato al collo. Mi spingono nel vano e mi girano su un fianco: subito sento la corda avvolgermi le caviglie e poi le gambe, sopra il ginocchio. Sono già immobilizzato, ma come se non bastasse mi incaprettano, collegando i piedi ai polsi e tirando a fondo. Il portabagagli viene chiuso e dopo pochi istanti la macchina riparte.

Passeranno 15 minuti, poi sento la macchina fermarsi e scendere uno dei due, probabilmente per aprire un cancello: la macchina riparte e si ferma nuovamente quasi subito, sento chiudere uno sportello e poi ripartire. La macchina scende per una discesa, probabilmente il garage, e poi si ferma arrestando il motore. Siamo arrivati.

Si apre il vano portabagagli, mi slegano le caviglie dai polsi, poi mi liberano i piedi e mi fanno uscire dalla macchina: “Dai Fox, andiamo nella sala delle torture…” Mi guidano fuori dal garage, ma restiamo all’interno, finché mi fanno scendere una scala, una ventina di scalini, poi qualche altro passo e mi fanno sedere su una sedia. Mi legano di nuovo i piedi e le ginocchia, il locale è caldo e un po’ umido, ma da dietro il cappuccio che ho in testa non posso ancora vedere nulla. Mi bloccano alla sedia, collegando nuovamente i piedi alle mani, dietro lo schienale e poi fissando il collo alla spalliera della sedia.

“Ok, è legato bene, prepariamo…” sento dire Mino… “Metti i giocattoli sul tavolo, così vediamo con cosa iniziare dopo che lo abbiamo spogliato nudo” e questo era Mirco. Li sento armeggiare e conversare amabilmente e nel frattempo inizio ad eccitarmi, sento il pene diventare duro. Sarà passato un quarto d’ora, quando mi tolgono il cappuccio… mi guardo intorno, per quel poco che posso muovere il collo legato alla sedia, e vedo la “famosa” sedia, acchittata con corde per polsi, gambe, braccia, collo e torace, con un buco sulla seduta; poi c’è un tavolo molto grande, anche quello fornito di corde per immobilizzarmi e una serie di giocattoli ben allineati in bella mostra: bavaglio a palla, bavaglio ad anello, bavaglio con fallo interno gonfiabile, vibrostimolatori per pene e testicoli, plug anali di diverse dimensioni, falli di gomma anch’essi di diverse dimensioni, cera rossa, una frusta corta e piatta, una bacchetta per i piedi, mollette, morsetti per i capezzoli, collare in pelle, tanta corda di canapa di diverse lunghezze, nastro adesivo, spugne, una palla gonfiabile… c’è di tutto e immagino che vorranno usare tutto.

“Lo leghiamo alla sedia medioevale?” domanda Mirco… “No, dai… leghiamolo prima sul tavolo e scaldiamo un po’ l’atmosfera, poi la sedia dopo…” risponde Mino. Iniziano a slegarmi, poi mi fanno alzare e una volta liberati i polsi e le braccia mi portano verso il tavolo: sarà 3 metri di lunghezza per 2 di larghezza, enorme.

Mi siedo sul tavolo: “Togli la camicia Fox… spogliati” mi apostrofa Mirco mentre si china e mi slaccia le scarpe, che poi mi toglie; tolgo la camicia, mi fanno alzare in piedi e Mirco mi slaccia i pantaloni, li abbassa, poi mi fa sedere di nuovo e li sfila. Mi spinge di più verso il centro del tavolo, poi mi toglie i calzini e mi accarezza i piedi nudi. Mi spingono giù sopra il tavolo, mi sistemano bene al centro, poi subito Mino mi lega i polsi a braccia ben divaricate e li blocca con le corde già predisposte al tavolo. Intanto Mirco mi abbassa i boxer, mi tocca tra le gambe e poi tira via i boxer, lasciandomi nudo. Mino mi allarga le gambe e lega le caviglie al tavolo, tirando bene le corde in modo da immobilizzarmi a croce: “Il cazzo gli sta diventando duro… imbavaglialo” dice Mirco a Mino, e in pochi istanti mi ritrovo con il bavaglio a fallo interno gonfiabile ben spinto dietro la bocca e serrato dietro al collo. Mino mi lega anche le gambe al tavolo, divaricandole ancora di più, avvolgendo la corda sopra le ginocchia, poi mi blocca il collo con un cappio.

“È pronto… vuoi che lo bendi?” – “Si, bendalo e gonfia il bavaglio”

Mino mi benda gli occhi con il nastro adesivo, dopodiché gonfia il fallo di gomma che mi hanno messo in bocca… diverse pompate, fino a riempirmi il palato e bloccare la lingua, quanto basta per impedirmi di articolare suoni. Sento le mani sul mio pene già eretto, mi stanno legando i testicoli per poi passare ad applicarmi un anello all’asta: inizia a vibrare e a stimolarmi. Sento che il piede destro viene leccato sulla pianta, poi tra le dita, e sicuramente è Mirco a farlo… Quindi è Mino che mi sta applicando le mollette ai capezzoli, dopo averli sollecitati con le dita: le mollette sono abbastanza dolorose, ma mi eccitano ancora di più.

Le gambe, essendo divaricate, espongono anche il culo oltre a pene e testicoli, e inizio a sentire qualcosa che vi si strofina sopra… poi si poggia e infine, lentamente mi penetra, a fondo… mi hanno infilato un plug nel culo. Una mano mi stringe il pene e inizia a masturbarmi lentamente… a questo punto non so più chi dei due sia.

Inizio a mugolare dietro il bavaglio, finché lo sento gonfiarsi ancora e aumentare la pressione dentro la bocca, per farmi stare in silenzio penso, invece improvvisamente arriva una bacchettata sul piede sinistro che mi fa contorcere e stringere il cappio intorno al collo… ne arriva un’altra, poi ancora sul piede destro… è doloroso ma eccitante: mi contorco e ho il pene che sta per esplodere tra le mani di chi mi sta masturbando… ma non me lo consentono… la mano si ferma proprio un attimo prima che io arrivi all’orgasmo.

Pochi istanti di pausa e arriva una frustata sulle gambe, leggera ma decisa… mi contorco di nuovo, ma le corde che mi legano sono ben strette… un’altra frustata subito sopra l’inguine… stavolta è dolorosa, ne segue un’altra sul petto che fa saltare le mollette: se non fossi stato ben imbavagliato avrei urlato… Dopo le frustate riprendono a masturbarmi e a leccarmi i piedi, fino a quando nuove bacchettate alle piante alternano piacere a dolore… “Aumenta la pressione del bavaglio…” sento dire Mirco, e subito il fallo di gomma che mi tappa la bocca si ingrandisce ancora… “Ok, fatto” dice Mino e subito arriva un’altra frustata sulle gambe, poi all’inguine e di nuovo al petto.

Ho il pene sempre duro e sollecitato dal vibrostimolatore, nonché dalla mano che mi masturba a intervalli sapienti, ma non mi fanno venire.

Vanno avanti così per almeno due ore, seviziandomi ma senza farmi arrivare in fondo, poi tutto si ferma: “Allentagli il bavaglio, sgonfialo un po’… facciamolo riposare” La pressione dentro la bocca diminuisce di molto. “Sono solo le 15.30 Fox… abbiamo tutto il pomeriggio e la notte davanti…” Mi lasciano legato al tavolo, con i genitali sempre costretti e il vibrostimolatore funzionante… il pene mi resta eretto e intriso di umori.

Passa una mezzora, poi mi tolgono il nastro adesivo dagli occhi, mi liberano dalle corde che mi immobilizzano al tavolo, mi sfilano il bavaglio, il plug anale, il vibrostimolatore e i legacci ai genitali… Mi siedo sul tavolo. “Porgi i polsi avanti Fox…” mi apostrofa Mino… mi lega nuovamente le mani, davanti stavolta, Mirco mi infila un paio di pantofole di spugna ai piedi e mi fanno scendere dal tavolo, dirigendomi verso una specie di colonna di legno che è quasi in mezzo alla sala. Intorno alla colonna c’è un tappeto. “Aspetta a legarlo alla colonna, fallo andare in bagno prima…” – “Si, per quello gli ho legato le mani davanti…” – “Imbavaglialo con la palla però” Mirco ha appena finito la frase che Mino mi infila il ballgag in bocca e lo serra strettamente: la palla di gomma è abbastanza grande, quanto basta per non articolare suoni, al solito. Mi accompagna in bagno, entro e faccio ciò che devo fare, per poi lavarmi al lavandino. Usciamo dal bagno e nuovamente mi porta alla colonna di legno. Mi slega i polsi e mi toglie il bavaglio.

“Inginocchiati sul tappeto, con le spalle sulla colonna Fox…” mi inginocchio, mi accosta la schiena alla colonna, facendo scorrere le gambe e i piedi dietro la stessa: mi lega i polsi incrociati dietro la colonna, poi i gomiti stringendoli quanto possibile. Mi lega il collo, avvolgendolo con un cappio che poi stringe alla colonna, poi il torace, passando sopra e sotto il petto e poi incrociando nel mezzo, esponendo i capezzoli; mi incrocia le caviglie e le lega molto strette, collegandole poi al collo e mettendole in tiro. Sono di nuovo immobilizzato e incaprettato per bene.

“Aspetta Mirco, lo imbavaglio con l’anello…” mi ficca l’anello del ring-gag in bocca, lo posiziona in modo da tenermi la bocca spalancata e poi lo serra strettamente. Immagino cosa vogliano fare ora: è arrivato il momento di ingoiare sperma.


 

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