Dopo un paio di giorni dall’ultima chat, il pomeriggio di un venerdì ricevo questa mail:
“Buongiorno. Sarò a Roma la prossima settimana e alloggerò presso l’Hotel XXXX. Ho prenotato, oltre al mio appartamento e al tuo, anche tutto il piano con nominativi diversi, in modo da garantirci il massimo della privacy. Proporrei di vederci martedì 20, per le 19. Ovviamente dovrai arrivare prima, sia per prendere le chiavi che per la preparazione che è già prenotata, quindi direi per le 15. Mi aspetterai nel tuo appartamento, dove potremo conoscerci, cenare insieme e poi… sai già. L’appartamento è fissato a nome “Fox” ed è già saldato in anticipo, quindi non devi preoccuparti di nulla, neanche di fornire le generalità, ho pensato a tutto io e nessuno ti chiederà nulla. Hai anche un posto riservato nel parcheggio interno. Troverai tutto l’occorrente nell’armadio della camera da letto: intimo, abito, scarpe. Ti pregherei di darmi conferma della tua disponibilità. Grazie e buona giornata amico mio”.
Resto allibito dalla prenotazione per l’intero piano! Considerando l’hotel si parla di migliaia di euro. È chiaro che deve trattarsi di una personalità di alto rango, soprattutto per l’aver “sistemato” tutto senza problemi. Entro pochi minuti gli invio la mia conferma, mancano solo tre giorni a questo incontro e la cosa mi stuzzica parecchio. Non abbiamo altri contatti prima di quel giorno.
Arriva il venerdì e devo dire che mi sveglio abbastanza eccitato dalla prospettiva di incontrare questa persona misteriosa, così mi predispongo alla giornata con un ottimo umore e tante domande nella testa. Verso le 14 esco di casa e, presa la macchina, mi avvio in centro. Arrivo davanti l’hotel per le 14:45 e, parcheggiata la macchina dove possibile, mi dirigo dentro alla reception: albergo extra lusso, roba da ricconi penso mentre un gentile impiegato mi accoglie. Come da istruzioni gli do il nominativo della prenotazione e, senza chiedermi assolutamente nulla, mi porge la chiave elettronica e un foglio in cui è riportato il piano, il numero dell’appartamento e le indicazioni per il posto riservato nel parcheggio, oltre all’orario del “trattamento”, previsto per le 16:30. Ringrazio per la cortesia e torno alla macchina per parcheggiarla all’interno. Dopo dieci minuti sono di nuovo nella hall dell’hotel e mi dirigo verso gli ascensori per raggiungere l’appartamento all’ultimo piano, il quinto. Davanti alla porta della suite 502, mi guardo attorno perché il lusso di questo posto risalta ovunque, anche nei corridoi. Entro, e mi rendo subito conto che questa suite è più grande di tutta la mia casa! Faccio un giro veloce e, oltre ad un salone di almeno 60 metri quadri, c’è una camera da letto enorme, dotata di cabina armadio impressionante, due bagni, di cui uno con idromassaggio, uno studio con tanto di scrivania corredata di personal computer e, per finire, un terrazzo con vista mozzafiato.
Nella cabina armadio, posti in bella mostra ci sono gli “accessori” anticipati via mail: un abito molto elegante, con gonna al ginocchio, intimo molto sexy ma assolutamente non volgare e un paio di scarpe tacco 15 di raso nero, rigorosamente Louboutin con cinturino alla caviglia. C’è poi un’anta chiusa a chiave, della quale però manca appunto la chiave. Non ci faccio troppo caso, tanto non ne ho bisogno.
Mi siedo nel salone a guardare la TV in attesa del “trattamento”, del resto è ancora presto. Dopo una mezz’ora, puntuale, alle 16:30 bussano alla porta: apro e mi trovo davanti due uomini in camice bianco e un carrello: “Buonasera, siamo qui per il trattamento estetico che ha prenotato…”. Li faccio entrare e, dopo aver sistemato il carrello in un angolo, mi invitano ad andare in bagno e fare una doccia calda, mentre loro preparano il lettino per il trattamento. Faccio la doccia e, indossato l’accappatoio bianco e le relative pantofole a disposizione, torno nel salone: hanno aperto un lettino con il piano in pelle, sul quale mi invitano a sdraiarmi dopo aver tolto l’accappatoio. Mi sdraio praticamente nudo mentre uno dei due mi sfila le pantofole dai piedi… In sostanza mi applicano una crema su tutto il corpo, partendo dal petto e scendendo fino alle caviglie, crema che capirò solo dopo essere depilatoria. Infatti, dopo averla tamponata pezzo dopo pezzo con una spugna calda, i peli si staccano facilmente lasciandomi la pelle liscia e pulita. La depilazione era uno dei particolari che più mi creava problematiche, ma la situazione stuzzicante ne è valsa la pena. Almeno spero, visto che ci vorrà tempo prima che ritorni alla normalità. Evito di pensarci mentre il trattamento prosegue con un massaggio rilassante, seguito da olio profumato e levigante: mi chiedo se si stiano facendo qualche domanda, ma in fondo non sono affari miei e, una volta uscito dall’albergo, probabilmente sarò stato un cliente come un altro.
Il tutto dura circa un’ora e mezza e, una volta terminato e re indossato l’accappatoio e le pantofole, li accompagno alla porta ringraziando. Sono nuovamente solo e sono ormai le 18… immagino sia ora di vestirmi e attendere il personaggio misterioso! Sto per andare nella cabina armadio quando mi arriva una mail sullo smartphone: “Alle 19 verranno a portare la cena in appartamento. Aspettali prima di vestirti. Quando se ne saranno andati vestiti e metti intimo e scarpe, io arriverò non appena mi comunicherai di essere pronto via mail. A dopo”. Manca quindi ancora un’ora, così decido di provare le scarpe. Mi siedo nella cabina, dotata di grandi specchi, e indosso le Louboutin per vedere come mi stanno. Bellissime e morbide, anche se con l’accappatoio non fanno la loro figura. Sicuramente con il vestito sarà un’altra cosa.
Il tempo passa abbastanza veloce e sento l’eccitazione aumentare, tanto che ho il pene quasi duro dentro l’accappatoio: sono quasi tentato di masturbarmi guardandomi con le Louboutin ai piedi, ma preferisco evitare per non compromettere la situazione che seguirà a breve.
Alle 19 in punto bussano alla porta preannunciando la cena: apro e il cameriere vestito di tutto punto entra con il carrello della cena. Apparecchia la tavola in maniera molto professionale, poi mi dice che la cena è in caldo, ben coperta sul carrello e che basterà soltanto servirla nonché, nel caso avessi bisogno, di chiamare la reception e tornerà lui a farlo. Ringrazio, ma tanto so già che non sarà necessario.
Dopo aver assaporato qualche sorso dello champagne che ha lasciato stappato nel cestello del ghiaccio, vado nella cabina armadio per vestirmi. Ormai è giunto il momento: tolgo accappatoio e pantofole e, con i piedi sulla moquette blu vellutata, indosso gli slip di pizzo nero e poi la sottoveste in seta che li copre appena. Infilo il vestito, che mi copre appena sopra il ginocchio e sulla parte alta lascia le spalle semiscoperte. Calzo le scarpe, che ora fanno tutta un’altra figura e allaccio i cinturini alle caviglie… Mi guardo allo specchio e, seppur imbarazzato nel vedermi così agghindato, l’insieme mi sembra eccitante per chi è attratto da questo particolare feticismo.
Esco dalla cabina e mi siedo sul divano nel salotto, prendo lo smartphone e invio la mail dove gli comunico di essere pronto ad incontrarlo. Resto in attesa sul divano con le gambe accavallate, civettando un po’ con la posizione che vedo riflessa in uno degli specchi della sala…
Passa qualche minuto, poi sento scattare la serratura elettronica della porta: chiaramente ha tenuto per sé una delle chiavi, per poter entrare senza rimanere in attesa nel corridoio. Fermo sul divano, lo guardo entrare e richiudersi la porta dietro… È un uomo alto, di mezza età a giudicare dal viso e dalla barba, chiaramente arabo dai tratti del viso… in forma, seppur con un minimo di pancetta, ben vestito anzi direi molto elegante.
Viene verso di me per poi fermarsi a guardarmi, piacevolmente sorpreso direi: “Bentrovato… devo dire che sei molto sexy e che hai bellissime gambe per essere un uomo… I piedi poi, in quelle scarpe già mi fanno impazzire… Piacere di conoscerti di persona, io sono Ahmed…”, mi porge la mano, così mi alzo in piedi per contraccambiare. Sui tacchi sono più alto di lui… mi stringe la mano vigorosamente e questo lo apprezzo sempre: “Piacere mio Ahmed… allora, mi racconti qualcosa di te?”. Ci sediamo sul divano, l’uno di fronte all’altro: “Tutte queste accortezze e questa segretezza sono dovute al fatto che io sono un principe di una famiglia reale araba… sono il secondo genito e, seppur non aspiri a regnare, ho comunque obblighi ed etichette molto severe. Inoltre, nel mio paese, queste mie tendenze possono essere severamente punite, oltre allo scandalo che ne deriverebbe. È stato molto difficile per me fare il passo di contattarti e invitarti qui…” – “Oltretutto ti sarà costato un mucchio di soldi”, gli dico... “I soldi non sono un problema per me, ma potrebbe esserlo tutto il resto se si venisse a sapere. Ecco perché questa riservatezza, lo ribadisco”. Mi guarda insistentemente le gambe e i piedi, immagino si stia eccitando… così faccio un po’ la civetta e accavallo le gambe evidenziando l’arco del piede dentro la scarpa: lo provoco volutamente. Lui sembra restare ipnotizzato, così accentuo l’accavallamento, scoprendo le gambe: lo vedo deglutire quasi imbarazzato, ma è solo l’eccitazione che lo sta avvolgendo. Inizio a pensare che da un momento all’altro mi infili una mano tra le gambe, invece, da vero gentleman per ora, mi invita a cenare: “Vediamo cosa abbiamo per cena. Lo chef dell’hotel è molto rinomato mi dicono… Faccio io, tu siediti pure. Io prendo le pietanze e poi qualche giocattolo, se non ti dispiace…” – “Vuoi legarmi per mangiare?” – “Non proprio, ma qualcosa del genere. Nell’armadio c’è tutto l’occorrente” – “Immagino nell’anta chiusa di cui manca la chiave…” – “Esattamente. Ora siediti comodo e rilassati…”
Mi siedo al tavolo, di cui gentilmente mi sistema la sedia, poi lui prende i piatti coperti e li sistema sul tavolo, versandomi anche dello champagne nel bicchiere: “Torno subito…”, mi dice prima di allontanarsi verso la camera da letto.
Sarà una serata molto particolare, immagino…