Sono passati appena tre giorni dall’incontro fetish con il “professionista” quando, la mattina verso le 9:30, mi arriva una mail…

“Ciao. Sono in treno, in viaggio per il lavoro di cui ti avevo accennato. Ho ordinato proprio ora le nuove Louboutin, che arriveranno per il mio rientro settimana prossima. Solo a immaginarti legato e imbavagliato, con quelle ai piedi, mi è diventato duro. Direi di marmo. Vorrei incontrarti, se per te va bene, domenica della prossima settimana, verso le 11. Per correttezza ti dico cosa vorrei fare, come da accordi: come la volta scorsa inizierei con accappatoio e tacchi; poi ti legherei mani e piedi, a una sedia o sul divano. Vorrei usare qualche bavaglio atto a penetrarti comunque la bocca. Ti farei pranzare ammanettato e con cavigliere ai piedi, probabilmente nudo e solo con i tacchi. Per concludere vorrei provare a incaprettarti sul letto, ma legandoti per bene stavolta, anche i genitali. Non escluderei di legarti a croce sul letto, per poi poterti succhiare e leccare per bene. Mi piacerebbe masturbarti con un vibratore sulla punta del pene e, se acconsenti ovviamente, penetrarti anche analmente, iniziando con un dildo in lattice per poi metterti dentro il mio e scoparti. Non devi necessariamente accettare tutto, se qualcosa non è gradita basta dirlo. Sottintendo l’ingoio o leccare lo sperma dalle scarpe come la volta scorsa. Questo è quanto, fammi sapere. Grazie”.

Dopo aver letto con attenzione e constatato che alla fine siamo arrivati al “bondage fetish”, mi prendo qualche ora per rispondere.

“Ciao, spero il viaggio di lavoro proceda bene. Ho letto con attenzione la tua mail e, a parte che domenica va bene, sono a confermarti la disponibilità a sottopormi a quasi tutte le tue fantasie, lasciando in sospeso solo la penetrazione anale completa. Direi che a quella potremmo arrivarci gradatamente, ferma restando la possibilità di usare piccoli dildi, magari via via di grandezza crescente, ma con i dovuti tempi. Non è dovuto a mancanza di fiducia verso di te, ma è un mio limite che quando decido di travalicarlo è perché si è instaurata una buona intesa complessiva. Se per te va bene possiamo fissare l’incontro”.

Invio e resto in attesa. Rifletto sui giocattoli che intenderebbe usare, che sicuramente avrà appena comprato… I soldi aprono tante porte, anche quelle della fantasia perversa. Dopo un paio d’ore arriva la risposta.

“Per me va bene quello che prospetti, non voglio approfittare in alcun modo. Ti aspetto per le 11 domenica della prossima settimana allora. A presto!”.

Manca qualche giorno prima dell’incontro, così entrambi avremo modo di metabolizzare. Continuo ad essere convinto che le sue tendenze al bondage e alla dominazione siano presenti da tempo e non soltanto dopo l’esserci incontrati. Non che sia un problema, ma la cosa mi fa riflettere.

Arriva la domenica mattina, intervallata solo da una unica mail dove mi confermava l’appuntamento. Come in precedenza indosso una tuta e un paio di scarpe da ginnastica, visto che tanto dovrò mettere l’accappatoio… arrivo verso le 10:55, in perfetto orario. Solita prassi per il citofono, dopodiché mi avvio all’ascensore e in pochi istanti sono alla porta dell’attico che trovo socchiusa. Per educazione busso prima di entrare e sento rispondere: “Vieni pure, accomodati. Arrivo subito”. Così entro e mi richiudo la porta alle spalle. Nell’enorme salone non c’è nessuno, ma noto sul tavolo due scatole di scarpe. Vado verso il divano, in attesa che lui arrivi, e mi fermo a guardare le scatole. Improvvisamente lo sento alle mie spalle: “Aspetta ad aprirle… voglio mettertele io stavolta”… mi volto per salutarlo e lo vedo in boxer e maglietta, con il pacco già in erezione. “Ciao… vedo che sei già pronto. Ti faccio un effetto particolare, vedo” – “Beh, non ti nascondo che ho già una gran voglia di mettertelo in bocca, perché negarlo?” – “Certo, perché negarlo…” Decido quindi di provocarlo: “Vuoi che te lo succhi un po’ prima di fare la doccia e mettere l’accappatoio?” – “Mi alletta la cosa… ma sono talmente eccitato che non vorrei venirti subito in bocca. Magari se riesci senza farmi venire…” – “Proviamo… se la cosa ti aggrada, facciamolo”. La cosa lo aggrada e molto, lo noto dall’espressione del viso, così mentre lui si abbassa i boxer io mi inginocchio sul parquet, davanti a lui e lentamente glielo prendo tutto in bocca, leccandolo prima su tutta la lunghezza… Lo sento sospirare di piacere mentre mi prende la testa tra le mani per spingere il pene a fondo dentro la mia bocca. Glielo lavoro con la lingua mentre lui spinge sempre più a fondo, arrivando quasi a mettermi in bocca anche i testicoli… inizio a sentirlo respirare più velocemente, così per evitare che mi fiotti subito sperma in gola, lentamente me lo tolgo di bocca per continuare a masturbarlo in modo molto soft. Per tutta risposta me lo rimette in bocca e inizia a scoparmi con forza, tenendomi ferma la testa prima e poi bloccandomi le mani dietro la nuca mentre spinge dentro… pochi istanti e lo sento riempirmi la bocca di liquido caldo che sembra non finire più: ingoio una, due, tre volte mentre mi cola fuori dalle labbra per quanto ne sta schizzando! Poi si quieta e mi lascia i polsi, sfilandomi il pene di bocca… “Ho voluto godermelo, spero non ti dispiaccia…” – “Beh, eri tu che non volevi venire subito. Noto comunque che ti piace costringermi, ti piace tenermi fermo mentre sborri e obbligarmi a ingoiare…” – “Si, mi eccita parecchio…” Ricomposti i boxer, va verso il tavolo e apre una delle due scatole tirandone fuori il primo paio di Louboutin: bellissime! Modello “Hot chick” leggo sulla scatola… quasi un premio per tutto lo sperma che mi ha già fatto ingoiare: “Vai a prepararti… è tutto nel bagno: un accappatoio rosso con pantofole coordinate. Quando sei pronto torna qui, le scarpe te le metterò io” – “Va bene, vado…”, rispondo avviandomi verso il bagno, visto che ormai conosco la strada.

Faccio una doccia, poi infilo l’accappatoio e, prima di indossare le pantofole di spugna, metto la crema che mi ha lasciato sul mobile bagno, la stessa della volta scorsa. Sono abbastanza eccitato… esco dal bagno e mi avvio verso il salone dove lo vedo armeggiare con le videocamere: stessa scena già vista. Nudo nell’accappatoio rosso, mi fermo a guardarlo senza dire nulla, ma sento il pene iniziare a indurirsi: “Siediti sul divano, arrivo subito” – “Ok…” Mi siedo e accavallo le gambe, quasi senza pensarci; noto il suo sguardo cadere ovviamente sui miei piedi mentre termina di posizionare le videocamere: ho idea che sia dispiaciuto di non aver ripreso quanto accaduto pochi minuti prima, ma sono certo che avrà modo di rimediare, per avere il suo piacere personale nel riguardarsi i video.

Accese le telecamere viene verso di me, con il pene di nuovo dritto dentro i boxer… del resto ho già sperimentato la sua vitalità, nel rieccitarsi velocemente, la volta scorsa: “Resta così, con le gambe accavallate… poggia la schiena sul divano e metti le mani dietro la schiena. Non te le lego, ma voglio avere spazio. Ti bendo…” Non proferisco parola e lo lascio fare, mettendo le mie mani dietro la schiena e restando rilassato con le gambe accavallate. Passando dietro il divano mi fascia gli occhi con un foulard nero, assicurandosi di lasciarmi al buio… poi lo sento spostarsi davanti a me.

Inizia ad accarezzarmi il piede… le dita scivolano dentro la pantofola di spugna, seguendo l’arco fino ad arrivare sotto le dita: “Non muoverti…”, mi apostrofa… poi sento la sua bocca scendere dalla gamba fino alla caviglia e le labbra sfiorarmi il piede, poi la lingua che lentamente spinge via la pantofola e denuda completamente le dita fino a farla cadere. A questo punto me lo lecca a lungo, soprattutto tra le dita e per diverso tempo, avendo come risultato una mia erezione ben visibile anche con indosso l’accappatoio: una mano entra tra le pieghe del tessuto e arriva al mio pene, avvolgendolo e iniziando a masturbarlo. Lentamente mi fa poggiare il piede nudo a terra per passare a denudare l’altro, togliendo la pantofola nello stesso modo: con la lingua. Continua a masturbarmi, avendo cura di scoprire per bene il glande a ogni passaggio, eseguito a fondo per tutta la lunghezza, in modo da averlo più lungo possibile. L’arte della masturbazione, penso tra me! Mi lascia il pene dritto e turgido che ora fuoriesce dall’accappatoio semiaperto, per mettermi le Louboutin: essendo bendato non vedo nulla, ma sento che i miei piedi vengono calzati nel morbido del velluto, sempre accompagnati dalla sua lingua e dalle labbra; dopo qualche lungo minuto di “lavorazione”, le scarpe sono ai miei piedi che fa poggiare sul parquet per poi aprirmi completamente le gambe. Sento le mani sui piedi, dentro le scarpe… e poi sento la sua bocca prendere completamente dentro il mio pene dritto: ho un sussulto di piacere molto intenso perché mi spinge la lingua sul prepuzio con molta forza, facendomi eccitare ancora di più. Sarà una lunga domenica…


 

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