Mi lavora con la bocca per parecchio tempo, finché lo sento sfilarmi le scarpe dai piedi… ne avvicina una al mio pene e, mentre con una mano tiene la scarpa, con l’altra mi masturba continuando però a usare la bocca e la lingua. Mi porta all’orgasmo… inizio a fiottare copiosamente sulla sua lingua che preme il glande, mentre lo sperma cola dentro la scarpa: non si ferma, continua a masturbarmi fino a quando il pene perde di turgidità.
Mi porta la scarpa sotto la bocca e, dopo avermela premuta sulle labbra: “Lecca… affonda la lingua nella scarpa e lecca la tua sborra. Poi ingoiala”. Lo faccio, bendato, con l’odore della scarpa misto a quello inconfondibile dello sperma: non toglie la scarpa finché non ne ho ripulito per bene l’interno e ingoiato il liquido bianco… Poi finalmente mi toglie la benda e si siede accanto a me sul divano: “Posso togliere le mani da dietro la schiena?” – “Si, certo… Dimmi, hai gradito?” – “Come negarlo. Ma posso farti una domanda” – “Certamente, dimmi…” – “Da cosa deriva questa tua fantasia di farmi leccare lo sperma dentro la scarpa?” – “Mah, non saprei dirtelo, ma mi eccita da pazzi vedertelo fare… che lo sperma sia il mio o il tuo, è l’atto che mi infoia da pazzi…” – “Ci sono altre fantasie di cui ancora non hai contezza?” – “Mi piacerebbe vederti mentre ti lecchi i piedi, da solo… e succhi le tue dita dopo aver ben leccato le scarpe…” – “Cavolo, mica semplice leccarmi i piedi da solo, non sono proprio longilineo per poterlo fare con agilità…” – “Ma ti andrebbe di provarci?” – “Possiamo provare, si… ma non garantisco la riuscita” – “Sai come? Ti sborro dentro le scarpe, le metti, le porti per un po’ e poi le togli per leccarle e poi leccarti i piedi umidi del mio sperma… te li succhi per bene” – “Ne hai di fantasie, vedo…” – “Molte… e non ti ho ancora legato e imbavagliato…” – “Già. E lo farai, vero?” – “Certo che sì… Ad esempio vorrei incaprettarti nudo, imbavagliarti stretto e poi fissarti una scarpa intrisa di sperma sul naso…” – “Ah! Di bene in meglio… Certo che trattare così un paio di scarpe da 1000 euro non è proprio usuale” – “Mi eccita. I soldi sono relativi, considerato quanto godo nel fare queste cose con te…” – “Sembra quasi un complimento” – “Lo è. Mi eccita farti queste cose e aver trovato una persona disponibile a subirle non è cosa da poco”.
Resto per un attimo a riflettere sulle sue parole, che apprezzo, ma che mi lasciano un po’ perplesso… Quali sono i limiti delle sue fantasie? Li conosce veramente? O le sta sperimentando in un crescendo che non si sa bene dove porti? Mentre rifletto su queste considerazioni, mi prende una mano e la porta tra le sue gambe, fino all’inguine dove sento il suo pene durissimo… di nuovo! “Prendilo in mano…”, mi dice guardandomi fisso: “Sto per legarti mani e piedi, ma prima voglio che me lo prendi in bocca di nuovo, come prima…” Mi chino quindi verso di lui che nel frattempo si è abbassato i boxer: lo prendo in mano e poi in bocca, leccandolo lentamente come avevo fatto appena arrivato; l’accappatoio mi limita abbastanza nei movimenti, ma continuo a succhiarglielo e, a giudicare dal respiro accelerato, la cosa gli piace molto.
“Succhia… leccalo bene… ti legherò molto stretto, e ti imbavaglierò in modo da non sentire un lamento. Lo so che ti piace essere legato e usato. Ti piacerà, vedrai…” Mentre pronuncia queste parole mi prende la testa con le mani e me la spinge verso il basso, per farmi tenere il cazzo in bocca senza poterlo togliere. Mi arriva in gola e inizio ad avere dei conati forzati, senza che comunque lui si ritragga di un centimetro. Poi si ferma e mi libera la testa, sfilandomi il cazzo dalla bocca: “Rimetti le scarpe… prendo le corde”. Si alza dopo aver rimesso i boxer, e va verso il tavolo… Ripreso fiato dopo aver avuto la bocca e la gola invasi dal suo membro, mi rimetto a sedere normalmente e metto nuovamente le Louboutin ai piedi.
“Alzati e togli l’accappatoio. Ti lego nudo.” Quindi slaccio la cinta dell’accappatoio e lo tolgo, facendolo cadere in terra civettando un po’ con le caviglie e i piedi… “Voltati e metti le braccia dietro la schiena”, mi dice con un pezzo di corda abbastanza lungo in mano; mi volto e obbedisco, portando i polsi dietro la schiena, ma non è da quelli che inizia a legarmi, bensì dai gomiti che avvolge con un cappio e poi lentamente serra quanto possibile… li lega abbastanza stretti per poi passare ai polsi che incrocia e stringe ad arte, facendomi proiettare il petto in avanti. Una volta legato, da dietro, mi prende in mano il pene e accenna una masturbazione per farlo diventare duro, dopodiché con una corda più fina mi avvolge i testicoli e poi sale a stringere la base: il pene mi resta duro e dritto a causa della legatura e la cosa lo eccita molto, tanto da prendermelo in bocca e leccarmelo per un po'. Mi porta verso una sedia nel centro del salone e mi fa sedere portandomi le braccia dietro lo schienale; mi blocca i polsi alla barra di legno sotto la seduta. “Allarga bene le gambe e porta i piedi indietro”, io eseguo e lui mi fascia le caviglie con tre o quattro giri di corda per poi tirarle verso le gambe della sedia e fissarle, lasciandomi le gambe ben divaricate e i genitali legati proiettati in avanti. Non pago mi lega anche le gambe, avvolgendole con cappi di corda sopra al ginocchio che tira verso le barre laterali della sedia e a questo punto sono immobilizzato.
Non è però ancora completo il suo quadro bondage: infatti ancora altra corda per fasciarmi il petto e bloccarmelo alla spalliera della sedia, il tutto con il pacco che gli diventa sempre più evidente dentro i boxer: “Bene… ora il bavaglio. Ti imbavaglio molto stretto, poi ti metto un vibratore a contatto della cappella e uno sotto le palle. Così mentre ti lecco i piedi aspetto che sborri, senza toccarti” – “Perché imbavagliarmi stretto? Tanto mica mi metto a strillare…” – “Perché mi eccita e voglio sentirti solo mugolare quando vieni” – “Con cosa vuoi imbavagliarmi?” – “Ti riempio la bocca con una spugna o due, poi te la tappo con nastro adesivo e ti bendo gli occhi”. Ormai siamo nel bondage più spinto, ma non replico alle sue parole e decido di lasciarlo fare.
Le spugne che intende usare sono molto voluminose e ne ho la conferma quando inizia a ficcarmi in bocca la prima, per poi passare alla seconda, anche se sarebbe stata sufficiente solo una: preme a fondo per ficcarmele dentro e il palato viene completamente riempito, ma la parte pesante è la fasciatura con il nastro adesivo, che viene tirato molto e stretto tutto intorno la bocca e il collo, con molti giri sovrapposti che mi impediscono completamente l’articolazione di qualsiasi suono che vada oltre un mugolio sommesso.
“GHMMFFF”… è l’unico suono che posso emettere e quasi neanche io riesco a sentirlo! Passa a bendarmi gli occhi, sempre con il nastro adesivo, e anche stavolta mi fascia completamente tutto intorno alla testa. Sono al buio… completamente immobilizzato e imbavagliato. Sento i suoi passi sul parquet allontanarsi e poi tornare verso di me: si china e mi prende il pene in bocca, leccandolo per mantenerlo duro, poi lo sento applicarmi qualcosa direttamente sul glande che deduco essere un Magic Wand, vista la base abbastanza larga. Non so come lo abbia fissato, ma il contatto è abbastanza pressante, pur essendo ancora spento. Passa poi a mettermi un altro vibratore sotto i testicoli, qualcosa di cilindrico e lungo che arriva quasi tra le natiche.
“Sei pronto Fox? Ora li accendo e li lascerò lavorare fino a quando avrai un lungo orgasmo che mi godrò leccandoti i piedi…” – La mia risposta: “MMGHHFFF”, nulla più. Sento prima un click e poi un altro ed entrambi i vibratori entrano in funzione alla massima vibrazione: la sensazione di piacere è molto intensa, ma anche dolorosa a causa della legatura molto stretta. Mentre subisco la sevizia, perché di quello infine si tratta, le sue mani mi accarezzano i piedi dentro le scarpe, da dietro la sedia… poi me le toglie lentamente, usando la bocca, segno che si è sdraiato sul pavimento dietro di me. Mi lecca alternatamente le piante dei piedi, me le riga con le dita quasi a solleticarmi e mi morde i talloni, mentre i vibratori lavorano incessantemente… Va avanti il tutto per parecchio tempo, almeno venti lunghi minuti in cui il piacere e la sollecitazione si trasformano in una sorta di tortura in attesa di un orgasmo che sembra tardare a venire… ma la cosa è voluta, visto che ad intervalli lui abbassa o rialza l’intensità della vibrazione, per prolungare le sevizie. Inaspettatamente, dopo aver sentito nuovamente dei passi allontanarsi e tornare, lo sento toccarmi i capezzoli, quasi pizzicandoli, per poi pinzarmeli con qualcosa che credo siano morsetti, uniti da una catenella che mi ciondola poi sul petto… fanno abbastanza male all’inizio e non mi aspettavo che volesse usarli, così mi inarco sulla sedia ed emetto un “GHMMFFGH” di rimostranza, ma senza che lui colga la cosa, anzi collega la catenella al mio pene con un anello che infila sul glande e poi stringe… ora siamo al BDSM! Muovo la testa in avanti e indietro, a segnalare che la cosa non mi piace molto, ma per tutta risposta mi lega il collo alla sedia, bloccandomi. “Tra poco godrai, non preoccuparti… è tutto ok…”, mi dice come per rassicurarmi, ma inizio ad essere abbastanza teso e nervoso, visto che sta travalicando i limiti concordati.
Poi… solo qualche minuto e il mio pene inizia a pompare e schizzare sperma: provo un piacere veramente intenso e lungo, amplificato dalle molteplici costrizioni. Mugolo a lungo dietro il bavaglio, mentre sento lo sperma colare ovunque e in quantità considerevole… Istanti lunghissimi durante i quali lo sento prendermi in bocca le dita dei piedi e succhiarle, tra l’altro in una posizione sicuramente non propriamente comodo, essendo legato alla sedia con le gambe tirate all’indietro.
L’orgasmo si esaurisce… sono quasi stremato devo ammettere, ma è stato molto appagante, tanto da farmi quasi soprassedere ai limiti non rispettati, sempre che ora mi sleghi e non si inventi qualche altra uscita fuori dal seminato.