Una volta in bagno decido di fare una doccia calda… poi metto l’accappatoio arancio e le pantofole di spugna “coordinate”. Esco e mi avvio verso il salone.

Lui è in terrazza, seduto al tavolo bordo piscina: noto che ora i cavalletti con le videocamere sono posizionati all’esterno, per riprendere il tavolo sul quale sono in bella mostra le Louboutin nere. Ci sono anche due piatti con degli stuzzichini di vario genere e due bicchieri di vino bianco. Mi invita a sedere di fronte a lui: “Vieni… siediti e metti le scarpe… mangiamo qualcosa”. Prendo le scarpe dal tavolo e, accavallata prima una gamba e poi l’altra, le metto sfilando le pantofole di spugna. Morbidissime e sexy come le precedenti… lui si tocca tra le gambe mentre mi guarda metterle e sicuramente ce l’ha nuovamente duro. Non ho idea di cosa voglia fare sul terrazzo: seppur vero che ormai sta per calare la sera, siamo sempre ben visibili dagli altri attici dei palazzi intorno. Mentre iniziamo a mangiare, con le videocamere che riprendono, credo, all’altezza delle gambe e dei piedi, mi illustra le sue ulteriori fantasie: “Quella di venire dentro la bocca e poi colare lo sperma nelle scarpe è una fantasia che ho da sempre, almeno da quando ho scoperto di avere queste tendenze fetish… È stato molto eccitante renderlo reale, come anche leccarti scarpe e piedi intrise del nostro sperma” – “Si, devo ammettere che è stato inatteso, anche se piacevole” – “Ora vorrei che tu, da sotto il tavolo, usassi i tuoi piedi… prima con le scarpe e poi senza… per eccitarmi” – “Si può fare, ma non hai timore che qualcuno ci veda?” – “Due degli attici a vista non sono abitati al momento, mentre negli altri due i proprietari non sono di Roma e vengono solo nel fine settimana, a volte. Quindi non c’è alcun rischio, tranquillo” – “Mi preoccupavo per te, non per me…”, gli rispondo sorridendo mentre avvicino la sedia al tavolo e, con un piede foderato nella Louboutin, vado a cercare il suo interno coscia, scivolando fino alla patta… La cosa lo eccita, si sistema meglio sulla sedia, allargando le ginocchia in modo da dare completo accesso alla scarpa: “Muovilo sopra… strofinalo con i tacchi…”. Lo faccio, con delicatezza, poi unisco al gioco anche l’altro piede che lui accarezza con una mano mentre continua a mangiare. Anche dalla suola delle scarpa riesco a sentire quanto abbia duro il membro… Lo lavoro per qualche minuto, mentre continuiamo a parlare e a mangiare, finché si abbassa i pantaloni e lo tira fuori: fa impressione per quanto ce lo ha dritto e duro, e diventa più facile sollecitarlo con le scarpe. Mi guida i piedi nella masturbazione, facendo in modo che il pene sia internamente all’arco dei piedi, poi mi toglie le scarpe che lecca all’interno, mentre i piedi nudi ora si muovono dal basso verso l’alto, con le piante che gli sollecitano il glande. Continua a leccare le scarpe, dentro e fuori, guardandomi mentre i piedi gli lavorano il pene… si lascia andare completamente, finché uno schizzo di sperma esplode dal prepuzio e mi cola sulle dita: un secondo schizzo, poi un terzo e un quarto! Cavolo, è venuto copiosamente non più di mezz’ora prima eppure la quantità è impressionante. Ho i piedi completamente ricoperti di sperma quando finalmente si rilassa sulla sedia: me li tiene sulle ginocchia, poi prende la bottiglia del prosecco che stavamo bevendo e li lava con il vino, per poi leccarli e asciugarli con il suo tovagliolo. Mi rimette le scarpe e mi lascia posare i piedi in terra: “Eccitante da morire…” – “Ho notato, sei venuto mezz’ora fa, dove lo hai preso tutto lo sperma che hai schizzato ora?!” – “Se ti dico che mi sta tornando già duro, ci credi?” – “Accidenti. I miei piedi hanno un grande effetto su di te…” – “Non immagini, credimi…” – “Non serve immaginare, si è visto”. Mentre parliamo si alza dalla sedia e, dopo aver ricomposto i pantaloni, viene dietro la mia sedia: “Apri le gambe…”, lo assecondo allentando l’accappatoio blu e allargando le ginocchia, scoprendo le gambe e i genitali. “Resta fermo e lasciami fare…” mi dice mentre si abbassa dietro di me e, con le mani, si protrae a cercare il mio pene: lo prende in mano da dietro e, lentamente, inizia a masturbarmi; pochi istanti e diventa durissimo, il massaggio lento delle dita sul glande mi eccita molto. Resta dietro di me in piedi: con una mano mi masturba, mentre l’altra sale dietro le spalle, passa sul collo e infine si posiziona sulla mia bocca: me la tappa con forza sussurrandomi nell’orecchio: “Stai zitto… lasciati andare”… Mi tiene la bocca tappata strettamente mentre aumenta il ritmo della masturbazione: il fatto di tapparmi la bocca con la mano mi sorprende un po’, anche perché aveva affermato chiaramente di non essere interessato al bondage… in effetti non mi ha legato, ma mi sta imbavagliando, anche se solo con la mano. Forse sarà un’altra delle sue fantasie o un preludio ad altro? Staremo a vedere, nel frattempo lo assecondo, anche perché mi sta eccitando con dovizia.

Sempre continuando a masturbarmi, si abbassa leggermente dietro di me e, continuando a tenermi la bocca tappata strettamente, lo sento dirmi: “Metti le mani dietro lo schienale e prendimelo… masturbami…”, così porto le braccia dietro lo schienale e con le mani scendo a cercare il pene, di nuovo durissimo. Inizio a masturbarlo anche io e lo sento respirare eccitato. La masturbazione reciproca, ripresa ovviamente dalle videocamere, continua per diversi minuti, durante i quali la mia bocca resta sempre tappata dalla sua mano. Io sto per venire, mi muovo più nervosamente perché sento salire l’eccitazione, ma lui non si ferma e continua a sollecitarmi ritmicamente, ottenendo per contro che io faccia la stessa cosa con lui. Quando ormai stiamo arrivando entrambi all’orgasmo, la mano che mi masturba scende velocemente ai piedi e mi toglie una Louboutin abbastanza agevolmente, visto che ho reclinato le gambe all’indietro: me la sfila e la porta sotto i testicoli, per poi continuare a masturbarmi: non resisto e schizzo copiosamente il mio sperma dentro la scarpa, che lui tiene inclinata dalla parte del tacco, per accumularvi tutto il liquido caldo. A questo punto porta la scarpa sotto le mie mani: “Fammi venire ora… non fermarti e usa le mani…”. Lo faccio obbedientemente, finché il suo respiro affannoso mi conferma che sta venendo, probabilmente mischiando nuovamente il suo sperma con il mio dentro la scarpa. Una volta appagato, lo sento alzarsi e poi portare la scarpa inclinata all’indietro e intrisa di liquido bianco, davanti alla mia bocca tappata: “Ora bevi dalla scarpa… lecca e ingoia tutto…”. Questa richiesta mi spiazza completamente, perché sta diventando molto dominante nei modi, ma non ho il tempo di dire qualcosa, perché non appena mi libera la bocca dalla mano, me la apre e ci infila la scarpa, colando lo sperma nel palato: si accerta di aver colato tutto e, dopo avermi toccato la lingua con le dita, mi ribadisce: “Ingoia…”.

Ingoio lo sperma, come richiesto… “Ora lecca bene l’interno della scarpa…” e faccio anche questo, finché la allontana dalla mia bocca e me la calza nuovamente al piede. Si siede davanti a me, versando ancora del vino nei bicchieri: “Sto godendo molto questo incontro…” – “Vedo. Ma stai diventando dominante oltre che feticista… C’è qualcosa che dovrei sapere?” – “Sto dando forma alle mie fantasie e devo dire che oltre ai tuoi piedi inizio a essere attratto anche dal sottometterti… Ti dispiace?” – “Non mi dispiace, ma quando accetto un incontro desidererei sapere esattamente fino a dove ci si intende spingere, e non scoprirlo man mano” – “Ma così non è più eccitante?” – “Non lo metto in dubbio, ma il punto non cambia. È una questione di fiducia. Eravamo in accordo per i piedi e il fetish relativo, ma ora tendiamo alla sottomissione. È questo che in realtà cercavi? Perché bastava dirlo…” – “No, non cercavo la sottomissione, ma averti qui a disposizione e immaginare di poter spingere un po’ mi ha eccitato. Se non lo ritieni opportuno possiamo evitare” – “Non ho detto che voglio evitare, ho semplicemente affermato che preferirei esserne a conoscenza”.

Resta in silenzio per qualche istante, poi evidentemente le mie parole gli fanno cogliere la palla al balzo: “Allora, ti dico che vorrei legarti e imbavagliarti. Pensare di poterlo fare mi ha eccitato a dismisura nell’ultima ora in cui abbiamo giocato con i piedi, le scarpe e il sesso. Ti va?”. Resto a riflettere, valutando la situazione… devo dire che la cosa mi eccita: in fondo mi faccio quasi sempre legare e imbavagliare per giocare, non cambia molto stavolta, se non per il fatto che in questo caso i piedi hanno i riflettori principali.

“Va bene… mi farò legare e imbavagliare, la cosa potrebbe avere risvolti più eccitanti dei soli piedi e del farmi scopare in bocca. Hai esperienza nel farlo?” – “Sono un marinaio, conosco bene le corde e i nodi, fidati…”

Siamo quindi al terzo atto, inaspettato, di questo incontro fetish… e anche stavolta qualcuno mi legherà e imbavaglierà per usarmi: del resto è la mia natura, no?


 

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