L’autorimessa è molto grande, vi entrano tranquillamente almeno tre auto, come del resto è grande anche la villa, da quello che ho potuto vedere entrando nel vialetto: scendiamo entrambi dalle macchine e lui mi invita a seguirlo verso la scala interna che sale al piano terreno. Entriamo nel salone e, dall’arredamento capisco che il tipo è sicuramente più che benestante, a conferma della casa che non è sicuramente alla portata di tutti. Lascio il mio zaino sul parquet e mi siedo sul divano che mi indica, mentre lui si dirige verso una sorta di isola adibita a zona bar. “Vuoi bere qualcosa?”, mi chiede… “No grazie, preferisco non bere” – “Io mi preparo un aperitivo analcolico. Siediti pure…”. Versato l’aperitivo in un bicchiere, torna verso di me e mi si siede accanto: “In imbarazzo?”, esordisce… “Forse un po’. Ma credo sia normale finché non si rompe il ghiaccio” – “Vero. Allora facciamo così: slacciami i pantaloni e prendimelo in mano…”. Resto sorpreso dalla repentina richiesta, così esito nel rispondere ma lui mi anticipa: “Sottomesso significa fare quello che ti viene chiesto, senza obiettare. Dai, prendilo in mano…”. Gli sbottono la patta dei pantaloni e li apro, mentre lui si mette comodo voltandosi di fianco quanto basta per agevolarmi: “Ce l’ho già bello duro, tiralo fuori…”, e lo faccio, abbassando le mutande per prendergli in mano il pene… “Masturbami… mi piace essere smanettato mentre sorseggio qualcosa…”. Inizio così a masturbarlo lentamente, sentendo il suo cazzo diventare sempre più grosso e duro nel palmo della mia mano: quando ce l’ha completamente duro e ben dritto, mi prende la testa dalla nuca e me la avvicina alla cappella… “Ora in bocca. Dai…” La punta del suo pene è sulle mie labbra chiuse, ma lui spinge e mi fa capire che devo aprirle e prenderlo in bocca. Non appena le schiudo per far entrare il glande, lui spinge la mia testa e mi obbliga a prenderlo tutto dentro la bocca… è lungo e bello largo, quindi mi riempie completamente il palato, arrivando quasi a mettere dentro anche i testicoli, gonfi e duri! Mi tiene ferma la testa con tutto il cazzo in bocca, e non mi consente di farlo uscire per prendere fiato, così emetto dei suoni gutturali e anche qualche conato perché mi tocca la gola. Con l’altra mano posa il bicchiere su un tavolino, poi l’alterna a quella sulla nuca e scende verso la parte bassa della mia schiena protesa verso di lui. La infila dentro i pantaloni della tuta, dentro gli slip fino alle natiche, dove si fa strada con un dito che poi mi infila nel culo… Ho un sussulto, perché mi ha penetrato senza alcuna lubrificazione, ma continua a tenermi ferma la testa sul suo inguine, stantuffandomi il pene in bocca, sempre più duro. “Vedi, essere sottomesso non richiede necessariamente essere legato. Basta essere consapevoli del proprio ruolo ed eseguire quanto comandato… Certo, adoro legare e ti legherò, per il mio piacere. Ma anche usarti così è il mio piacere…”. A questo punto mi lascia la testa e mi permette di sfilare il pene di bocca e riprendere fiato, poi: “Adesso inginocchiati. Succhiamelo e fammi sborrare nella tua bocca, ingoiando ovviamente e leccando tutto quello che non ti sta in bocca. Non vedo modo migliore per rompere il ghiaccio. Se mi soddisferai allora ti spoglierai nudo e ti legherò mani e piedi dopo che avrai indossato tacchi e intimo”. Obbedisco e mi inginocchio: faccio per prendergli il pene con la mano, ma lui mi ordina di mettere le braccia dietro la schiena e di usare solo la bocca… Lo assecondo e glielo prendo in bocca.
Lo lavoro di bocca e lingua per diversi minuti, ascoltando il suo respiro farsi più accelerato man mano che lo spompino… quando lo sento inarcarsi sulla schiena capisco che sta per venire: istintivamente mi ritraggo leggermente con la testa, ma lui me la afferra e mi spinge tutto il cazzo in bocca per poi iniziare a schizzare sperma copiosamente. “Ingoia… tutto, forza!”, mi ordina perentoriamente, e io non posso fare altro che mandare giù tutto il liquido caldo e salato che sta eiaculando nella mia bocca. Quando finalmente è soddisfatto e appagato, mi lascia la testa e mi consente di liberarmi dal suo pene… “Ottimo. Sei stato bravo. Bel pompino e bell’ingoio. Ci divertiremo. Ora alzati e vai in bagno: fatti una doccia e torna qui con i tacchi ai piedi. In accappatoio e nudo sotto”. Senza dire nulla, mi alzo e prendo il mio zaino per andare nel bagno nella direzione che lui mi sta indicando. È molto dominante il vecchietto, e devo dire che mi mette abbastanza in soggezione. Faccio una doccia nell’enorme bagno e, dopo qualche minuto, mi asciugo con l’accappatoio che blu che ho portato. Calzo le scarpe in velluto blu tacco 15, chiudo l’accappatoio senza indossare altro ed esco per tornare nel salone: lo trovo seduto sul divano, con indosso solo le mutande. Ha accanto diversi spezzoni di corda di iuta, una spugna e un rotolo di nastro adesivo grigio. Vado verso di lui senza disdegnare di civettare un po’ con i tacchi e l’incedere femminile nei passi… cosa che vedo gradire molto, tanto che si infila una mano tra le gambe per smanettarsi. Mi fermo davanti a lui, che mi fa voltare di schiena per poi portarmi le braccia dietro: me le lega sopra i gomiti, abbastanza strette… Poi inizia a toccarmi sotto l’accappatoio, da dietro, risalendo con la mano tra le mie gambe a sfiorarmi il pene semiduro: scende ai testicoli e si infila tra le natiche, ancora verso il buco, dove infila nuovamente un dito. Passa a legarmi i polsi, che incrocia e blocca strettamente con un cappio di corda che poi collega al collo, tirandomele quanto possibile verso l’alto per metterlo in costrizione. A questo punto si alza e mi spinge a sedere sul divano, con la corda avvolta al collo che si stringe parecchio… Prende la grossa spugna ancora chiusa nel suo involucro di cellophane e, dopo averla aperta, con il nastro adesivo nell’altra mano, si siede accanto a me sul divano: “Apri bene la bocca…”, mi dice mentre con le dita mi apre le labbra… ficca la spugna a forza dentro la bocca, allargandola bene nel palato, a bloccarmi la lingua. Poi mi fascia con il nastro adesivo, fa diversi giri e stringe ad ogni passaggio, finché me la tappa completamente.
Una volta che mi ha imbavagliato, inizia a toccarmi… scende verso le gambe, si sofferma sulle caviglie e sui piedi calzati nelle decolleté di velluto blu: “Ora li leghiamo questi bei piedi e queste gambe, che dici?...” Così prende un altro spezzone di corda e mi lega le caviglie molto strette, per poi passare alle gambe, che stringe sopra e sotto le ginocchia. Si ferma a guardarmi immobilizzato, poi mi apre l’accappatoio e mi infila la mano tra le gambe, ad accarezzarmi il pene che pian piano diventa duro. Posso muovermi pochissimo, perché i nodi sono molto stretti, sia ai piedi che ai polsi, per non parlare delle braccia. Mugolo dietro il bavaglio e muovo i piedi per quel poco che mi è possibile mentre mi masturba… Si siede a cavallo delle mie gambe e, abbassate le mutande, strofina la punta del suo pene sul mio, praticando così una doppia masturbazione che lo eccita oltremodo. Non disdegna di strizzarmi i capezzoli di tanto in tanto, provocandomi degli inarcamenti sulla schiena che fanno stringere il cappio intorno al collo: va avanti così per almeno mezz’ora, sempre più infoiato ma attento a non venire lui e a non far venire me.
Quando ne ha abbastanza di strofinarmi la cappella sul pene, scende ai piedi e lentamente, dopo avermi alzato le gambe legate, mi sfila le scarpe che poi lecca all’interno. È poi la volta dei piedi, che ricopre completamente di saliva, leccandoli su tutto l’arco e soffermandosi poi tra le dita, dove spalma la lingua per poi succhiarmele. Una volta appagato dal leccarmi i piedi, si dedica al pene: tenendolo con una mano, me lo prende in bocca e inizia a succhiarmelo… mi strizza i testicoli mentre succhia e mi eccita molto intensamente. Mi porta un paio di volte alla soglia dell’orgasmo, ma si ferma per attendere di ricominciare. Ormai l’accappatoio è completamente aperto, anche se essendo legato non è possibile toglierlo. Ma la cosa sembra piacergli, non a caso me lo ha fatto portare. Il gioco continua per parecchio tempo e ormai ho il pene che sta per scoppiare… mi contorco nell’immobilizzazione, finché lo spompinarmi mi sta portando nuovamente all’orgasmo: stavolta non si ferma e continua a succhiare e passarmi la lingua sul glande, senza sosta… Quando sente che sto per schizzare, prende una delle mie scarpe che aveva poggiato sul divano e me la piazza sotto il pene, appena in tempo per raccogliere i rivoli di sperma che sto fiottando mentre mi masturba! Il liquido cola dentro la scarpa e, una volta che il mio pene perde di turgidità, si porta la scarpa alla bocca e lecca tutto lo sperma che vi è colato all’interno, continuando a masturbarsi lui con l’altra mano. Ripulita la scarpa con la lingua, mi prende i piedi legati e vi sborra sopra una quantità incredibile di liquido bianco… spalmandola bene tra le dita direttamente con la cappella. Un vero feticista sadico il vecchietto, non c’è che dire!
Appagato dall’abbondante orgasmo e dai giochetti vari di lingua, mi slega gambe e piedi e mi fa alzare dal divano: “Ora andiamo in camera… c’è un bel letto attrezzato che ti aspetta”. Mi rimette le scarpe ai piedi, sollevandomeli uno alla volta dal pavimento, poi mi indica il corridoio…