Non mi penetra, ma resta con il pene poggiato sul buco mentre continua a masturbarmi lentamente… Stefano invece continua a scoparmi in bocca, spingendo sempre più a fondo e tenendomi la testa ben ferma per non potermi sottrarre. Dopo una ventina di minuti di questo giochetto mi fanno alzare e a questo punto iniziano entrambi a prendermelo in bocca, mentre con le dita mi sollecitano i testicoli e si infilano tra le natiche… è ormai chiaro quale era il fine del “servizio fotografico”, ma in fondo lo sapevo già.

Quando stanno per portarmi all’orgasmo si fermano: “Forse è meglio fare una pausa, non vorremmo che venissi subito. In fondo abbiamo tutto il tempo, no? Facciamo qualche altra foto… togli il vestito e tieni solo le scarpe e l’intimo”, mi dice Stefano mentre continua a masturbarsi.

Mi alzo e tolgo il vestito restando, come richiesto, solo con intimo e tacchi: le foto continuano. Mi fanno sedere su una sedia, poi scattano molto ravvicinati ai piedi, riprendendo le scarpe gialle e risalendo sulle gambe fino al perizoma. Stefano si toglie direttamente i pantaloni, restando con il pene in mano mentre Mario continua a fotografare. “Te lo vuoi fare, vero?”, esordisce Mario alla volta del socio… “Perché, tu no?” – “Si, me lo voglio fare anche io, ma tu sei con il cazzo in mano da quando abbiamo cominciato!” – “Io sono per la trasparenza, inutile girarci intorno no?”. Resto per un attimo in silenzio, poi: “Insomma mi avete fatto venire qui per scoparmi” – “Dai che lo sapevi anche tu” – “Forse, ma potevate evitare la storia del servizio fetish, sarebbe stato più onesto” – “Ma il servizio vogliamo farlo davvero, vogliamo usarlo come provocazione, ovviamente tagliando gli eccessi” – “Veniamo al dunque, dai… non giriamoci intorno. Cosa volete fare?”. Il silenzio cala per qualche istante, poi Stefano prende la situazione di petto: “Vogliamo legarti e scoparti. Così è più chiaro…”, e Mario aggiunge: “Se ti va di farlo andiamo avanti, altrimenti sei libero di rivestirti e andare, ci mancherebbe…”. Sembra quasi un voler stemperare le parole di Stefano, ma chiarifica definitivamente le vere intenzioni. Per tutta risposta, proprio Stefano prende delle corde e si avvicina alla sedia dove sono seduto: “Se non ti va alzati adesso e la finiamo qui. Se no ora ti lego mani e piedi, decidi tu”. La situazione mi sta eccitando molto e sicuramente a entrambi non sfugge l’erezione che sto avendo, anche perché il perizoma nasconde veramente poco!

Resto seduto senza dire altro, così Stefano passa dietro la sedia e, dopo avermi preso le braccia, mi lega i polsi incrociati dietro la schiena, fissandoli poi alla sedia. Prima di passare a legarmi le caviglie si sofferma con le dita sulla mia bocca, infilandomi il pollice tra le labbra e poi dentro a cercare la lingua. L’altra mano scende tra le gambe e me le allarga, per poi infilarla dentro il perizoma a prendermi il pene che tira fuori, avendo cura di passare lo slip sotto i testicoli per evidenziarlo… Passa la corda a Mario: “Legagli i piedi alle gambe della sedia…” e, mentre il socio inizia ad avvolgermi le caviglie, Stefano mi infila il cazzo in bocca, continuando a tenere il mio nella mano destra, masturbandomi lentamente. I piedi sono ora legati alle gambe della sedia, con le cosce ben divaricate e, mentre Stefano continua a scoparmi la bocca, Mario si inginocchia e mi toglie le scarpe per leccarmi le piante dei piedi.

Il cazzo di Stefano mi arriva in gola, tanto spinge con forza… Mario si è messo di fronte a me e, seduto sul pavimento, mi prende in bocca il pene mentre con le mani non mi lascia i piedi per un istante: “Succhia… usa la lingua, dai!”, mi apostrofa Stefano sempre più infoiato… Si va avanti per diverso tempo, senza soluzione di continuità: il pene sta per scoppiarmi, ben lavorato e sollecitato, mentre la bocca inizia a dolermi per la penetrazione continua. “Sto per allagargli la gola, fallo venire”, dice Stefano al socio e per tutta risposta Mario inizia a picchiettarmi il prepuzio con la lingua, strizzandomi i testicoli con la mano. Sto per venire, ma prima che possa farlo, Stefano mi fiotta in bocca una quantità di sperma che mi obbliga a ingoiare tenendomi ferma la testa con le mani: “Ingoia… ingoia tutto senza fare storie”… mentre mi dice queste parole ansimando di piacere, arriva l’orgasmo ben pilotato da Mario, che mi porta sulla soglia con la lingua per poi usare le dita e farmi schizzare copiosamente: un orgasmo intenso che mi fa contorcere legato alla sedia arcuando la schiena mentre ho ancora il cazzo di Stefano in bocca.

Mario si alza e si prende il pene in mano masturbandosi, mentre Stefano mi sfila finalmente il suo dalla bocca: “Ora tocca a Mario riempirti la bocca, mica possiamo lasciarlo così…”, mi viene detto. Così in pochi istanti anche Mario mi spinge il cazzo a fondo dentro la bocca, un attimo prima che inizi a schizzare fiotti di liquido caldo che mi vengono nuovamente fatti ingoiare senza possibilità di sottrarmi. “Bene, questi erano solo i preliminari, ora passiamo a qualcosa di più impegnativo ed eccitante, che dici?” – “Più che scoparmi in bocca e farmi ingoiare legato a una sedia?” – “Certo, ora ti scopiamo bocca e culo insieme, sempre legato ma in un’altra posizione più adatta. Prima però metti un altro vestito e un altro paio di scarpe, così facciamo qualche altra foto, dai…”.

Mi slegano mani e piedi e mi porgono una gonna blu scuro abbastanza larga e lunga sotto il ginocchio, con una camicia sempre blu, di seta. Le scarpe sono di raso anch’esso blu, con un tacco 15… Tutto molto raffinato e di qualità, non c’è che dire. Mi fanno cambiare anche l’intimo, e il perizoma diventa un slip di pizzo blu. Una volta indossato il tutto, ricominciano a scattare foto facendomi assumere pose prettamente femminili che sembrano eccitarli parecchio. Scattano foto a raffica: in piedi, seduto sul pavimento, sulla sedia, in ginocchio, camminando… decine di foto che riprendono fondamentalmente dalla vita in giù, visto che le mie gambe sono completamente depilate, ma lo stesso non può dirsi della parte superiore. La cosa surreale è che mentre scattano tutte queste foto, entrambi sono con il pene di fuori, senza slip o boxer e non disdegnano di smanettarsi di tanto in tanto, così da averlo costantemente duro! Dopo una buona mezz’ora di scatti, inizio a pensare al “dopo”, rammentando quello che mi hanno prospettato poco prima…

Si arriva al dunque… Stefano prende una sorta di tavolino e lo posiziona al centro della zona di ripresa: “Prendi le corde, ora lo leghiamo a novanta gradi”, dice sogghignando al socio. Poi mi fa poggiare la pancia sul tavolino e mi allarga le gambe verso i lati. Così piegato sul tavolo il busto resta sopra, ma la testa sporge al di fuori e quindi immagino come vogliano dare seguito ai loro propositi. Mario porge una corda a Stefano e questi esordisce: “Legagli i piedi alle gambe del tavolo, io gli lego le mani dietro la schiena e poi gli blocco il collo. Poi prendi un bavaglio ad anello…” – “Ok, intanto gli lego i piedi…”.

Mi legano le caviglie alle gambe del tavolo, divaricando molto le gambe che poi fissano anche sopra al ginocchio; i polsi vengono legati incrociati dietro la schiena, rivolti verso l’alto e fissati anche al collo, avvolgendomelo con un cappio… “Avete paura che mi ribelli o cosa? Non c’è necessità di legarmi in questa maniera…” – “Ma a noi eccita legarti così… e eccita anche te, lo so”, mi risponde Stefano mentre con un’altra corda mi collega il collo a un gancio sotto il tavolo, bloccandomelo. Sono immobilizzato, ma non è ancora abbastanza! “Imbavaglialo…” Così Mario mi infila un anello in bocca, abbastanza largo da tenermela spalancata e ben penetrabile, impossibilitandomi al contempo dall’emettere suoni. Il bavaglio, ben stretto dietro la nuca, viene collegato ai polsi per farmi reclinare il collo all’indietro e mettere in tensione la corda che blocca il collo al tavolo.

“Perfetto. E ora ce lo scopiamo a turno”. Mi hanno lasciato vestito, infatti la gonna larga si alza agevolmente per scoprire le natiche e, allo stesso tempo, da sotto il tavolo anche pene e testicoli possono essere manipolati a loro piacimento. Stefani si mette dietro di me e alza completamente la gonna per poi abbassare gli slip di pizzo… Inizia a leccarmi tra le natiche per lubrificare il buco, mentre Mario mi sta già poggiando il cazzo sull’anello del bavaglio: “Tira fuori la lingua…”, obbedisco e il pene mi scivola dentro la bocca, sopra la lingua. Stefano sta poggiando il suo sul mio buco, infilandolo e sfilandolo tra le natiche, per eccitarsi a dovere. Sento che anche il mio pene è turgido e dritto, tanto che l’erezione gli fa toccare la base del tavolo.

“Mario, mentre glielo spingo nel culo, legagli la cappella con uno spago e tieni il capo nella tua mano, così di tanto in tanto gliela solleciti… gli piacerà… Anzi, legagli anche le palle, belle strette…” – “Bella idea. Certo però che sei proprio sadico”. Così, mentre il pene di Stefano si fa strada nel mio buco, peraltro non proprio avvezzo alle penetrazioni dirette, Mario da sotto il tavolo mi avvolge i testicoli con dello spago e me li strizza per bene, per poi fasciare il glande e riportarsi il capo dello spago fin davanti al mio viso, pronto a tirarlo.

Stefano mi sta inculando, spingendo sempre più a fondo… E Mario mi infila nuovamente il cazzo in bocca attraverso l’anello del bavaglio… Il “servizio” ha preso forma!


 

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