Rientro a casa verso le 23, vivo solo in una zona molto tranquilla, fuori dal Grande Raccordo Anulare, in una palazzina di nuova costruzione, di due piani. Io sono al secondo piano, appartamento su due livelli, ma uso quasi esclusivamente la mansarda. Parcheggiata la macchina in garage, prendo l’ascensore, arrivo al mio piano ed apro la porta. Salgo in mansarda e mi accingo a fare una doccia per poi andare a letto.

Fatta la doccia, metto una maglietta e, come sempre, mi metto a letto appunto in maglietta e boxer, dopo aver tolto le pantofole. Non uso pigiami, mai usati. Mi addormento velocemente, la giornata è stata lunga, saranno al massimo le 23:30.

Verso le 3 di mattina dei rumori mi svegliano, provengono dall’esterno ma non ci faccio troppo caso, i vicini hanno due cani e penso che probabilmente siano loro la causa dei rumori che comunque non sento più: mi riaddormento…

Quando riapro gli occhi è troppo tardi per poter fare qualsiasi cosa: due intrusi sono già sopra di me e, mentre uno mi tappa la bocca con la mano e mi tiene fermo il collo, l’altro mi blocca le braccia e mi lega i polsi dietro la schiena… sono entrambi sopra di me e mi tengono fermo sul letto con il loro peso… Uno continua a tenermi la bocca tappata fino a quando l’altro non mi ha legato anche piedi e ginocchia, poi tenendomi sempre bloccato sul letto, corpo e gambe, mi spinge in bocca un pezzo di stoffa o tessuto, non so cosa sia, ma mi riempie il palato e mi blocca la lingua, poi mi imbavaglia con molto nastro adesivo e con lo stesso mi copre anche gli occhi, lasciando libero solo il naso. A questo punto sono immobilizzato e per completare l’opera mi incaprettano sul letto, legando le caviglie ai polsi, molto strettamente. Sento una corda passarmi intorno al collo che poi viene fissata alla parte superiore del letto, e stessa cosa viene fatta con i piedi, alla parte inferiore.

“Ok, ora è a posto… così non si muove” Capisco dall’accento che non sono italiani, anche se parlano abbastanza bene, ma sicuramente di qualche paese dell’est. Non ho idea da dove siano entrati, ma sicuramente i rumori che mi avevano svegliato qualche ora prima ne erano il preludio.

“Amico, ora mentre tu stai buono qui, noi cerchiamo se c’è qualcosa di interessante in casa… è meglio che stai tranquillo o ti leghiamo in modo da fartici stare” Mi lasciano legato e incaprettato al letto, il bavaglio è talmente stretto e la bocca talmente riempita, che posso respirare unicamente dal naso. Si allontanano, sento i passi mentre scendono la scala che porta al piano inferiore.

Rovistano negli armadi, nei cassetti… passa almeno un’ora prima che tornino su per la scala, sento i passi avvicinarsi al letto e le mani che controllano il serraggio dei nodi alle corde che mi legano.

“Non c’è molto da prendere amico… peccato…” – “Ce ne andiamo?” – “Ma no, fermiamoci ancora un po’, magari salta fuori qualcosa” – “Aspetti qualcuno stamattina amico? Fai sì o no con la testa…” Faccio cenno di no: “Bene, allora possiamo fermarci un po’” – “Non hai soldi in casa, vero? A parte i 100 euro che avevi nel portafoglio… fai sempre sì o no e vedi di dire la verità, tanto cerchiamo ancora” Faccio di nuovo segno di no scuotendo la testa.

“Magari possiamo divertirci un po’, cugino… che ne pensi?” – “Hmmm, aspetta, fammi guardare meglio…” Uno dei due si siede sul letto e con la mano mi abbassa i boxer dietro la schiena, infilando un dito tra le natiche: “Si… potremmo divertirci cugino…” – “Abbassa anche davanti, fammi vedere il cazzo” Mi abbassa i boxer e scopre i genitali… “Ehi amico, ma che sei eccitato? Non dirmi che sei uno di quelli a cui piace essere sodomizzato e seviziato… ti accontentiamo volentieri eh…” Ho il pene abbastanza eccitato, anche se la situazione di base è dettata ovviamente dalla paura.

“Vuoi succhiarcelo? O magari mentre uno lo succhi per bene, l’altro lo prendi nel culo?” Li sento entrambi sopra di me, uno dei due mi infila di nuovo le dita tra le natiche, mentre l’altro, davanti, me lo prende in mano per arrivare ai testicoli… Cerco di muovermi ma le corde sono molto strette, anche se nella posizione in cui mi hanno legato potrebbero fare poco, soprattutto dietro.

“Cugino ne abbiamo ancora di anestetico?” – “Si, abbiamo ancora un po’ di cloroformio artigianale, vuoi drogarlo?” – “No, voglio addormentarlo, così possiamo sistemarlo nudo e legarlo bene come ci serve…” – “Ok, lo prendo, intanto fagli qualche buco sul bavaglio, se no quando gli premiamo il panno con il cloroformio non respira” Ora la situazione si fa seria e non posso fare assolutamente nulla: mi piace essere legato e usato, ma quando sono io a volerlo, non quando vengo obbligato, soprattutto in questo modo che non avrei mai immaginato se non per gioco. Sento qualcosa premere sul bavaglio, mi sta aprendo il nastro adesivo con un taglierino, quanto basta per estrarre una parte della stoffa che mi riempie la bocca, poi me la tappa con la mano. Torna il compare: “Ok cugino, togli la palla di stoffa dalla bocca ma tappagliela se serve” – “Vai, vai… addormentalo…” Finisce la frase e sento un panno umido che mi viene premuto sul naso, mentre tirano fuori la stoffa dalla bocca, consentendomi di respirare sul panno imbevuto di cloroformio anche dal naso. Cerco di muovermi ma è tutto inutile: il cloroformio inizia a fare effetto solo dopo diversi minuti che il panno mi è stato premuto su naso e bocca… pian piano si fa tutto buio… perdo i sensi.

Non so quanto tempo sia passato, minuti, forse ore… l’intorpidimento lascia pian piano spazio al ritorno dei sensi… il buio si attenua, finché riacquisto la vista, prima offuscata, poi man mano più nitida per fare strada all’udito, alle voci dei due balordi che si sono introdotti in casa. Infine torna anche la sensibilità agli arti e alle estremità e in pochi istanti la realtà si manifesta in modo crudo e palpabile: sono completamente nudo, ho diversi cuscini sotto la pancia per tenere il culo ben rialzato, braccia e polsi sono legati dietro la schiena, strettissimi e bloccati intorno ai fianchi; le gambe sono molto divaricate e legate al letto all’altezza delle ginocchia; mi rendo conto di avere la testa dalla parte posteriore del letto, quella aperta, con le caviglie legate anch’esse al letto, molto strettamente. Un cappio intorno al collo mi tiene rialzata la testa ma mi rendo conto di avere la bocca completamente spalancata da un divaricatore stretto da una fibbia di cuoio dietro la nuca e una corda che lo tira all’indietro, collegata ai polsi dietro la schiena. I testicoli sono legati, divisi in due parti, come pure legato è il pene eretto, sia alla base che sul glande scoperto, nello spazio tra i cuscini e il letto. Ma la parte peggiore arriva ora: sono bendato con il nastro adesivo ma sento che sono davanti e dietro di me, entrambi sul letto… il primo me lo sta per mettere dietro e il secondo in bocca, aspettavano che mi svegliassi o forse avevano già abusato di me mentre ero svenuto, in ogni caso il pene di uno dei due mi penetra a fondo la bocca in quella costrizione da incaprettamento disumano, mentre l’altro, dopo avermi poggiato il pene sul buco, lubrificato da non so cosa, sta iniziando a spingermelo dentro. Non ho idea per quanto tempo mi sevizino, ma è interminabile… Mi scopano dietro e in bocca ininterrottamente, alternandosi di tanto in tanto, strizzandomi il pene e stringendo il cappio al collo diverse volte, quasi per farmi capire che se avessi fatto resistenza mi avrebbero soffocato. Parlano nella loro lingua, incomprensibile, hanno accantonato l’italiano… mi frustano le piante dei piedi con una bacchetta di legno o forse di plastica, non saprei… mi frustano tra le gambe, senza risparmiare pene e testicoli, già doloranti per la legatura sadica. La tortura e le sevizie continuano per molto tempo e l’incaprettamento mi segna polsi, caviglie, gambe e collo, a fondo…

Finalmente, perché spero che almeno tutto finisca, quello che mi è davanti mi allaga la bocca costretta dal divaricatore… mentre viene me lo spinge letteralmente in gola, obbligandomi a ingoiare… Evidentemente infoiato dalla scena che vede, del compare che mi sborra dentro la gola, anche l’altro mi viene dietro, dentro completamente… ancora istanti interminabili… poi sembrano rilassarsi ed entrambi mi liberano ano e bocca. Mi ficcano qualcosa in bocca, a forza, solo dopo vedrò che erano i miei boxer, e mi tappano la bocca, spalancata e riempita, anche con il nastro adesivo.

“Gli diamo un premio cugino? Lo facciamo sborrare?” – “Si, dai… vediamo se legato in quel modo il cazzo riesce anche a sborrare…” Iniziano a masturbarmi il pene legato, pratica molto dolorosa perché sia i testicoli che il glande sono strizzati veramente in maniera sadica. Ci mettono diverso tempo, ma alla fine sento che l’orgasmo arriva, forte, intenso, ma doloroso… lento… Sento il liquido uscire a forza, lentamente… Sarà difficile dimenticare un orgasmo tanto sofferto quanto sadicamente voluto.

“Bene amico, hai avuto quello che hai meritato… ora ti addormentiamo e ti leghiamo meno stretto, così quando ti svegli, con un po’ di impegno e qualche ora riuscirai a liberarti”. Sono le ultime parole che ricordo prima che mi premano nuovamente il panno imbevuto di cloroformio sulla bocca e sul naso. Diventa tutto nuovamente buio.

Quando riprendo i sensi è già mattino inoltrato, non ho gli occhi bendati, ma sono legato al letto con braccia e gambe divaricate, imbavagliato con qualcosa in bocca e molto nastro adesivo: tanto per gradire mi hanno infilato un plug anale e legato pene e testicoli, anche se in maniera più blanda. Mentre riprendo lentamente il controllo del mio corpo, noto che vicino alla mano destra, legata alla spalliera del letto, hanno lasciato un paio di forbici che tra l’altro sono le mie… per potermi liberare, con un po’ di impegno.

Ci metto quasi un’ora a tagliare la corda che mi lega il polso, per poi liberarmi l’altra mano, le gambe e i piedi. Sono ormai le 12 e fortunatamente la notte è passata… questo ricordo invece difficilmente potrà mai passare.


 

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