Il tempo scorre lentamente senza che vi siano ulteriori rumori o suoni oltre ai motorini degli zoom delle videocamere. Il bavaglio stretto è ormai insopportabile e mi costringe a deglutire con difficoltà l’accumulo di saliva nel palato. Anche gli occhi bendati contribuiscono a non far passare il tempo, e spero che le 19:30 arrivino presto.
L’attesa finisce quando sento il portoncino dell’appartamento aprirsi: sento i passi venire verso di me dopo che è stato richiuso con due mandate di serratura. “Eccomi… scusami ma ho fatto un po’ tardi, sono le 20 passate, ma avevo da fare. Mi aspettano per cena, quindi ti lego in un altro modo e vado. Ci vediamo poi verso le 23 per la sorpresa!”. Mi slega completamente, lasciando per ultimo il bavaglio che finalmente mi viene rimosso e mi consente di parlare: “Mi hai imbavagliato molto stretto stavolta. C’è un motivo particolare?” – “Hmmm, mi andava di farlo. Ma non pensavo di averti causato problemi…” – “Insomma… mi fa male la bocca per quanto era stretto. E anche le corde, non mi hai mai legato così stretto. Forse troppo tempo senza giocare ti hanno infoiato?” – “Forse… Andiamo in camera da letto? Ti vorrei legare nudo al letto, a gambe larghe… E stavolta ti metto un ballgag, così non avrai problemi, ok?” – “Va bene. Quindi la sorpresa è per dopo? Sono proprio curioso…” – “Si, quella è per quando torno e te la godrai fino a domattina” – “Ok”, rispondo mentre mi avvio verso la camera da letto, anch’essa dotata di altre quattro videocamere.
Davanti al letto, già attrezzato con corde ai quattro angoli e sui lati, mi fa togliere accappatoio e pantofole, poi mi invita a sdraiarmi supino e ad allargare braccia e gambe: “Stenditi, così ti lego mani e piedi. Per ora non ti lego le gambe, lo farò dopo” – “Ok…”. Mi sdraio e allargo braccia e gambe come richiestomi: mi lega i polsi al letto, mettendo bene in tiro le braccia, poi mi blocca il collo con un cappio che fissa alla rete sotto il materasso. Passa a legarmi i piedi, avvolgendo le caviglie e bloccandole agli angoli con le gambe molto divaricate, mettendo bene in vista i genitali.
“Sei a posto. Ora ti imbavaglio…”, detto ciò prende un ballgag e, dopo avermi spinto la palla in bocca, lo serra dietro la nuca. “Non ti bendo… ci vediamo tra un paio d’ore. Ti controllo dallo smartphone”. Mi lascia legato al letto e, dopo essere uscito dalla stanza da letto, lo sento richiudere a chiave il portoncino di ingresso. La posizione in cui mi ha legato mi eccita, e infatti il pene inizia ad indurirsi finché si rizza: provo quindi a immaginare quale potrebbe mai essere la “sorpresa”, ma non riesco ad averne contezza certa. Il tempo ricomincia a scorrere lento nell’attesa che Oreste ritorni, ma vedo dai led rossi delle cam e dai motorini degli zoom che mi guarda abbastanza spesso. Questo nostro rapporto di voyeurismo fetish va avanti da diversi anni e, in tanti incontri, non è mai arrivato ad un contatto sessuale vero e proprio… Eppure so per certo che si masturba a valanga, sia guardandomi che rivedendo poi le riprese che fa ogni volta. I miei piedi lo eccitano, legarmi lo eccita, impormi vibratori, CBT, morsetti ai capezzoli lo eccita, eppure non va mai oltre. Ognuno ha le proprie fantasie e, se ha modo di realizzarle, lo fa nel modo che più gli piace. Ripensando ai nostri molteplici incontri, a partire dal primo dove in sostanza mi aveva quasi ricattato per poi trasformare la cosa in un rapporto di amicizia e complicità, fino all’ultimo diversi mesi orsono, si fanno le 23:05. Ormai starà per arrivare.
Alle 23:30 sento le mandate della serratura aprire il portoncino per poi richiuderlo. I passi muovono nel salone per poi venire verso la stanza da letto. Si apre anche la porta della stanza dove sono legato e lui entra con in mano la scatola nera che aveva lasciato sul tavolo e un rotolo di nastro adesivo grigio.
“Eccomi. Ho fatto un po’ tardi, ma è ora della sorpresa”, mi dice mentre viene verso di me con il nastro adesivo: “Ora ti bendo gli occhi e ti lego anche le gambe, poi lasciati andare e vedrai che sarò molto eccitante” – “MGHMMFF” è la mia risposta, quale altra avrebbe potuto essere con la palla del ballgag in bocca?!
Mi fascia gli occhi con il nastro adesivo. Lo sento poi avvolgermi le gambe con la corda fissata ai lati del letto, sopra il ginocchio, prima una e poi l’altra con molta lentezza e precisione. Ora non posso muovere le ginocchia neanche quel poco che era possibile prima, quindi i genitali sono completamente esposti e in vista. Torna verso il mio viso e, con mia sorpresa, mi serra più stretto il ballgag, facendo penetrare la palla completamente in bocca. Ulteriore sorpresa la ricevo quando inizia a fasciarmi la bocca con il nastro adesivo, sopra il ballgag! Diversi giri, molto stretti. “Scusami, ma devi essere imbavagliato stretto. Potresti gemere un po’ e non voglio rischiare che ti senta qualcuno”… A questo punto comprendo che vuole farmi qualcosa di spinto, ma non ho idea di cosa.
Ho un sussulto quando lo sento prendermi in mano il pene iniziando a masturbarmi: non lo aveva mai fatto! Continua fino a farmelo diventare duro e dritto, poi la mano scende tra le natiche e, con nuova sorpresa, lo sento spingermi un dildo nel buco, lentamente, fino a penetrarmi completamente. Il dildo inizia a vibrare…
“Ora la sorpresa…” Mi prende il pene e lo sento infilarmelo dentro qualcosa di morbido e stretto… spinge fino ad avvolgermi completamente il glande e parte dell’asta, con il prepuzio a contatto del fondo di quella che sembra una sorta di scatola o di campana. Armeggia con delle fibbie che bloccano questo aggeggio all’inguine, in modo che non possa sfilarsi, credo, poi un click e l’affare inizia a vibrare in più punti, dandomi una intensa sollecitazione. Le vibrazioni cambiano ad intervalli, sia di intensità che di frequenza e mi stimolano in maniera pesante ma anche piacevole.
“Questo giocattolino ti darà piacere continuo tutta la notte, fino a domattina quando verrò a slegarti. Avrai orgasmi multipli e non potrai sottrarti. Goditelo Fox!”
Orgasmi multipli fino alla mattina?! Mi sfinirà, penso, così cerco di dire qualcosa dietro il bavaglio ma gli unici suoni che mi escono, tra l’altro molto sommessi sono: “NGHMMF MMMGHFF”. “Non ribellarti, vedrai che ti piacerà, è un giocattolo molto tecnologico e ogni volta che sentirà il tuo orgasmo ti darà qualche minuto di pausa per recuperare e poi ricomincerà fino al prossimo e poi al prossimo ancora, fino a domattina”. Non aggiunge altro, lo sento allontanarsi e poi chiudersi a chiave prima la porta della stanza da letto e poi il portoncino di ingresso. Resto solo, legato, imbavagliato e bendato, con il dildo vibrante nel culo e il giocattolo che inizia già a spingermi verso il primo orgasmo della nottata!
Non ci vuole molto prima che mi faccia venire: le vibrazioni di diversa intensità e velocità, soprattutto sul prepuzio, stimolano in maniera molto forte… l’orgasmo che mi provoca arriva lentamente ma come un fiume in piena! Sento il mio sperma schizzare all’interno di questa specie di scatola, con dei rivoli che mi colano sull’inguine. Appena dopo l’orgasmo, l’intensità e la velocità diminuiscono sensibilmente e, come anticipato da Oreste, sembrano dare il tempo al pene di rilassarsi prima di ricominciare. Pochi minuti, credo una decina, poi tutto ricomincia come prima, stimolando il pene a inturgidirsi nuovamente per essere sollecitato.
Le corde mi tengono fermo e, anche se provo a inarcarmi o a muovere le gambe, l’aggeggio è fissato in modo tale da non scostarsi… la masturbazione continua e stavolta ci vorrà sicuramente più tempo. Mugolo parecchio dietro il bavaglio, ed è per questo che mi ha imbavagliato così stretto.
“MMGHMMMFFFF!”: è quello che riesco a dire quando arriva il secondo orgasmo… fiotto ovviamente meno sperma, ma la sensazione sul glande è ancora più intensa di prima! Inizio a sudare e a respirare più velocemente, mentre sento ancora colare liquido sull’inguine, mentre fuoriesce dai lati del masturbatore, anche se la maggior parte resta all’interno a inumidire il pene. Arriva la pausa, fortunatamente… il ritmo rallenta nuovamente e mi consente di rilassarmi un po’. Immagino che si stia masturbando infoiato, guardandomi dalle videocamere.
Pochi minuti di rilassamento, poi la tortura riprende: le vibrazioni aumentano nuovamente di intensità, velocità e cambiano di ritmo provocandomi in poco tempo una nuova erezione che riporta il glande e il prepuzio a contatto stretto con le pareti interne del giocattolo… Inizia la strada verso il terzo orgasmo e credo non sia passata più di un’ora e mezza! La notte sarà lunga e inizio a preoccuparmi.