Arriva il terzo orgasmo e il glande inizia a bruciare leggermente per la continua sollecitazione che rende anche il pene relativamente dolorante! La pausa stavolta è più lunga ma poi, inesorabilmente, tutto ricomincia… Le ore passano lentissime nel buio impostomi dal nastro adesivo che mi benda gli occhi: come previsto da Oreste, i miei gemiti di dolore e fastidio iniziano ad essere presenti, ben soffocati dal bavaglio. Il dildo vibrante nel culo, altresì, non si è mai fermato e continua a sollecitarmi ben premuto a fondo…
Dopo ben SETTE orgasmi forzati, dilatati nella notte con pause più o meno lunghe, ormai non ho più liquidi da eiaculare e il piacere si trasforma in dolore: sono stremato! Questo aggeggio infernale mi ha letteralmente spossato fisicamente e mentalmente. Spero sia giorno e che Oreste entri dalla porta il prima possibile, perché non ce la faccio veramente più. Anche le corde che mi legano, a causa dei continui contorcimenti sul letto, mi segnano polsi e caviglie che mi dolgono.
Finalmente lo sento aprire la porta ed entrare nell’appartamento: “È stata una lunga notte, vero?”, mi chiede entrando nella camera da letto… Non ho neanche la forza di mugolare qualcosa dietro il bavaglio, voglio solo che mi liberi. Ferma l’aggeggio prima e il dildo poi, estraendomelo dal culo. Mi slaccia la campana sfilandola dal pene e facendo colare fuori la copiosa quantità di sperma accumulatosi dalla continua masturbazione.
“Accidenti, deve essere stata una vera tortura. A un certo punto mi sono addormentato mentre ti guardavo sul tablet, ma credo di averti visto venire almeno quattro volte. Ora ti tolgo bavaglio e benda, poi ti slego, così ti fai una doccia e ti rilassi…”. Mi toglie il nastro adesivo dagli occhi, poi dalla bocca e infine mi slaccia il ballgag… riarticolo la mandibola mentre la vista si schiarisce lentamente: “Sette volte mi ha fatto venire. Ma cosa ti è venuto in mente stavolta? Questo aggeggio è infernale… Mai provata una cosa del genere e non mi hai mai seviziato così” – “Quando l’ho visto su internet non ho potuto fare a meno di comprarlo, pensando di usarlo su di te. Mi eccitava da matti farti questo. Spero che comunque sia stato anche piacevole, no?” – “Le prime volte sicuramente, ma poi è stato troppo intenso. Sono esausto. Magari dovevi venire prima…” – “Mi sono masturbato guardandoti e avrai voluto essere qui, ma non potevo stavolta. Dai, ora ti slego…”.
Mi libera mani, gambe e piedi e finalmente posso riprendere il controllo del mio corpo dopo una notte intera di immobilizzazione. Mi alzo e mi avvio verso il bagno: “Faccio una doccia, ho bisogno veramente di rilassarmi, poi vengo a fare colazione…” – “No, te la porto io qui. Fai con calma, poi dopo la colazione ti lego” – “Non so se voglio essere legato di nuovo” – “Ora fai la doccia, poi dopo la colazione vedremo. Ma il nostro accordo è sempre stato questo: quando sei qui devi essere sempre legato e imbavagliato, giusto?” – “Ne parliamo dopo”. Entro in bagno, mentre lui esce dall’appartamento: non mi attrae molto in questo momento l’idea di essere nuovamente legato.
Fatta la doccia, esco dal bagno in accappatoio e pantofole e vado a sedermi sul divano: sono affamato e quindi, nell’attesa che Oreste torni con la colazione, accendo la tv e mi sdraio in attesa. Ovviamente mi guarda dalle videocamere, e infatti dopo pochi minuti la porta dell’appartamento si apre e lui entra tenendo un vassoio che poggia sul tavolo.
“Siediti, ho un po’ di tempo libero. Facciamo due chiacchiere mentre fai colazione”, mi dice… Mi alzo dal divano e vado a sedermi al tavolo: inizio la colazione versandomi il caffè e addentando un cornetto appena sfornato, lui si mette accanto a me, spostando la sedia. “Allora, so che è stata una notte intensa, ma sei sicuro di voler contravvenire al nostro accordo?” – “Ho ancora i segni delle corde su polsi e caviglie, sono abbastanza dolorante tra le gambe e tra le natiche. Devo riposarmi…” – “Capisco… e posso evitare di legarti per ora. Ma vorrei qualcosa in cambio…” – “Cosa?”, gli chiedo sorpreso… “Beh, so che non h mai superato alcuni limiti che mi ero imposto, ma la lunga pausa per il COVID ha alquanto acuito le mie fantasie su di te” – “E quindi? Dimmi dai, non sarai mica a disagio dopo quello che mi hai fatto stanotte!”, lui sorride ma poi: “Hai ragione, sarebbe da ipocriti. Allora, vorrei che ti mettessi in ginocchio e me lo prendessi in bocca. Voglio venirti dentro…”. Resto, oltre che sorpreso, anche perplesso, così gli chiedo: “Vuoi mettermelo in bocca? Sono anni che ci incontriamo, va bene il COVID, ma veramente tu questa voglia non l’hai mai avuta?” Riflette un attimo prima di rispondere: “A dire il vero ho sempre avuto voglia sia di mettertelo in bocca che di scoparti, ma mi sono sempre trattenuto per non andare oltre. Mi accontentavo di masturbarti con giocattoli vari, ma senza passare quel confine. Stanotte però la voglia di farlo mi ha sopraffatto” – “Capito. Quindi vuoi che te lo succhi adesso?” – “Quando hai finito la colazione. E nel frattempo voglio toccarti…” – “Va bene. Ma non mi legherai per tutta la mattinata, fino a dopo pranzo” – “Affare fatto. Ma nel pomeriggio ti lego e ti imbavaglio dentro il ripostiglio, fino a stasera” – “Ok. Basta che non mi leghi in posizioni impossibili da sopportare per troppe ore e soprattutto senza quell’aggeggio infernale attaccato al pene!” – “Va bene” – “Bene. Io mangio, tu fai pure ciò che ti va di fare”.
Giro la sedia verso di lui e continuo a fare colazione. Lentamente mi allarga le gambe e infila la mano sotto l’accappatoio, a cercare il pene. Me lo accarezza con una mano, mentre con l’altra si tocca… La novità della situazione mi porta ad eccitarmi abbastanza velocemente considerati i sette orgasmi trascorsi, e in pochi istanti ho il pene duro e dritto dentro il suo palmo. Mentre finisco il caffè mi sta praticamente masturbando sotto l’accappatoio: si è spostato più lateralmente, così da potermi toccare il piede dal suo lato, infilando le dita sotto la pantofola. Sapevo fosse un feticista, ma non aveva mai ostentato in questo modo le sue tendenze. Sono ormai abbastanza eccitato dal suo toccarmi, così non appena terminata la colazione, mi volto verso di lui aprendo completamente le gambe: “Abbassati i pantaloni e tiralo fuori, magari vorresti che te lo lavorassi con i piedi prima di succhiartelo” – “Mi hai letto nel pensiero…”, mi risponde mentre si sbottona la patta per poi abbassare tutto il resto e tirare fuori il cazzo duro.
Con il pene in mano mi dice: “Apriti l’accappatoio… poi usa i piedi…” e così faccio. Slaccio l’accappatoio e lo apro completamente, mettendo a nudo genitali, gambe e piedi: anche io ce l’ho duro, ma il suo sembra di pietra! Inizio ad accarezzarlo con i miei piedi, strofinandoglieli tra le gambe fino a toccargli il glande scoperto… ha un sussulto molto evidente, tanto che penso che stia già per venire. “Non è che mi sborri subito sui piedi, no?” – “No, no… tranquillo. Voglio sborrarti in bocca… Continua, ti dico io quando inginocchiarti a succhiarlo…
Continuo quindi a lavorarglielo, l’esperienza con qualche feticista mi torna utile: glielo prendo tra le piante dei piedi e lo masturbo lentamente per diversi minuti, alternando il tocco con le dita sul glande e sul prepuzio, cosa che lo manda in estasi a giudicare da come respira. Ce l’ha sempre più duro, dritto come una verga, e la cosa mi gratifica parecchio, adoro quando eccito qualcuno con i piedi nudi… Passa qualche altro minuto, poi esordisce: “Ora. Inginocchiati… ma prima voglio ammanettarti i polsi dietro la schiena” – “Ammanettarmi? Ma non preferiresti che ti lavorassi sia con la bocca che con le mani?” – “No, voglio ammanettarti…”, mi risponde mentre dai pantaloni calati tira fuori un paio di manette. “Voltati e poi inginocchiati”… obbedisco, tanto è troppo infoiato per stare a discutere: mi alzo e mi volto per farmi ammanettare i polsi dietro la schiena, poi mi inginocchio davanti alla sedia dove è seduto…
Mi prende la testa con entrambe le mani e la porta verso il suo cazzo dritto e umido, per poi ficcarmelo tutto in bocca e sospirare di piacere… Mi tiene ferma la testa mentre glielo succhio e lecco per qualche minuto, ma non ci vuole molto perché arrivi all’orgasmo… Pochi minuti nella bocca e poi un fiume di liquido caldo me la allaga letteralmente! Lo sperma mi pervade il palato, cola a rivoli dai lati delle labbra, ma il suo cazzo resta dentro: “Ingoia… mandalo giù, dai” – “GMBLGHHF” è l’unico suono che riesco a emettere mentre mi tiene bloccata la testa con tutto il suo cazzo in bocca… e ingoio, tutto!
Finalmente me lo toglie di bocca, tenendola aperta con le dita per vedere se ho ingoiato, poi appagata la sua fantasia, mi libera dalle manette… “Grazie. È stato molto eccitante e intenso… Ora riposati, ci vediamo a pranzo nel salone, poi nel pomeriggio ti lego…”.
Si ricompone e alquanto stordito dall’esperienza esce dall’appartamento e mi lascia solo…