Massimo è un amico di infanzia: ci conosciamo da quando eravamo adolescenti e, nel tempo, le sue tendenze gay sono diventate sempre più evidenti. A volte passiamo il weekend insieme a casa mia, visto che non abbiamo troppo tempo per frequentarci, e ogni volta si instaura una sorta di “gioco” sessuale molto soft, preso con ironia dalla mia personalità bisex e fetish e la sua dichiarata omosessualità. Conoscendo le mie fantasie delle quali abbiamo sempre parlato senza veli, prende sempre con molta ironia la mia tendenza al bondage e al foot fetish, giocando sempre con le situazioni che volutamente tutte le volte crea ma, proprio perché siamo amici, non mi ritroverei in un rapporto specifico con lui e non gliene ho mai fatto mistero. Ma a lui piacerebbe, è abbastanza ovvio!

Viene da me, come facciamo di solito una volta al mese, un sabato pomeriggio: ordiniamo pizze per cena e, nell’attesa, ci dedichiamo alla nostra solita maratona serie tv. Mi piace provocarlo, così ho indosso un accappatoio e un paio di pantofole tipo slippers, di raso bianco… Senza mai arrivare a qualcosa di troppo spinto, comunque gli ho sempre concesso di giocare un po’ e infatti è abbastanza consueto che voglia massaggiarmi i piedi, cosa che lo eccita molto. Lui, a differenza di me, è un tipo da pigiama e infatti è solito indossarlo quando viene a casa mia.

Le pizze ordinate arriveranno per le 20 quindi, essendo appena le 18:30, ci guardiamo appunto una serie tv seduti sul divano… Tra battute su quello che stiamo guardando e discorsi vari, arriva la consueta richiesta: “Dammi i piedi… te li massaggio un po’…” – “Lo sai che poi ti ecciti…”, gli rispondo ironizzando, ma lui per tutta risposta mi prende le gambe e se le porta sulle ginocchia, rispondendo: “Lo so, per questo voglio farlo, no?” – “L’altra volta sei quasi venuto nelle mutande”, lo apostrofo ridendo. Mi sfila le slippers e inizia ad accarezzarmi i piedi nudi: non ci vuole molto perché la patta dei pantaloni gli si gonfi! Devo dire che non è mai andato oltre al toccarmi e massaggiarmi i piedi, anche se è sempre stato evidente che avrebbe voluto praticamente mangiarli e passarvi la lingua ovunque.

Continua a massaggiarli e la cosa è anche molto piacevole e rilassante: “Ora te li lecco, che dici?”, esordisce improvvisamente… “Max, non esagerare… Se mi lecchi i piedi penso che oltrepassiamo quel confine che ci siamo sempre promessi di rispettare…” – “Dai, non c’è nulla di male alla fine…” – “Non è questione di male o bene, il fatto è che ti sta già scoppiando nelle mutande, se cominci a leccarmeli poi che succede?” – “vorrà dire che mi masturberò se proprio non riuscissi a resistere” – “Non credo sia il caso. Abbiamo sempre tenuto il sesso come un gioco nel nostro rapporto e credo sia meglio che rimanga tale, dai…”. Detto ciò mi vedo costretto a togliere le gambe dalle sue ginocchia e rimettere le slippers ai piedi per interrompere la novità che si stava creando. Vedo che manifesta disappunto, ma cerco di riportare l’attenzione sulla serie che stiamo guardando, sdrammatizzando l’accaduto in attesa delle pizze. Per qualche minuto funziona, ma poi: “Però scusami… ti fai legare e imbavagliare da persone che alla fine non conosci neanche bene, noi siamo amici da decenni, sappiamo tutto l’uno dell’altro, fantasie sessuali incluse, e ti fai problemi se ti lecco i piedi?” – “Proprio perché non le conosco bene non ho vincoli di amicizia e se decido di non rivederli non mi faccio problemi. Se alla fine succede qualcosa tra noi che ne sarebbe della nostra amicizia?” – “Vedila come un gioco, no? A me piace leccarteli, a te piace farteli leccare, se lo faccio io non è più eccitante?” – “Proprio perché sarebbe eccitante mi preoccupa quello che potrebbe succedere dopo: oggi mi lecchi i piedi, chi dice che la prossima volta non ti venga voglia di mettermelo in bocca o di succhiare il mio? O scoparmi magari? Non sarebbe più la stessa cosa, non credi?” – “Potrei anche avere voglia di legarti e imbavagliarti come piace a te, sai?” – “Ecco, così diventerebbe un rapporto di sesso e non di amicizia. Pensi che una volta oltrepassato il limite, poi continueremmo a passare i nostri weekend a guardare film o finiremmo a fare sesso e basta?” – “Beh, potremmo fare entrambe le cose: ad esempio i film potremmo guardarli con te nudo, bello legato mani e piedi e imbavagliato… Non ti attizza la cosa?”… Questa frase mi spiazza completamente: stanno uscendo fuori cose che probabilmente ha in testa da tempo!

“Ma dici sul serio? O stai cazzeggiando?”, lo apostrofo dopo qualche istante di silenzio… La sua espressione si fa improvvisamente seria: “Io cazzeggio sempre, lo sai… Ma questa cosa, questo pensiero, mi ha sempre intrigato. Da quando conosciamo le tendenze reciproche non ti nascondo che l’idea di fare sesso con te è stata sempre presente. Si. Mi ecciterebbe averti qui sul divano, nudo, legato e imbavagliato mentre guardiamo un film… e toccarti, masturbarti, prendertelo in bocca o metterti in bocca il mio. Potremmo divertirci e assecondare al contempo le nostre fantasie. Secondo me l’amicizia non ne risentirebbe, anzi…” – “Quindi non vorresti limitarti a leccarmi i piedi come dicevi prima, lo vedi? Vorresti fare molto di più!” – “Nulla di più di quello che ti fai fare da più o meno dei perfetti sconosciuti, non credi?” – “Max, se andasse così, tu non verresti più qui per passare del tempo a guardare film e mangiare pizza, verresti per fare sesso” – “Non la vedo così. Però dimmi: perché ogni volta che ci vediamo, sei sempre in abbigliamento alquanto provocatorio per un amico dichiaratamente gay? Perché non ammetti che ti piace provocarmi? Guardati: sei in accappatoio, nudo sotto, e con delle pantofole che sai eccitarmi oltremodo. Non è vero questo?”. Mi spiazza nuovamente, perché in fondo ha ragione: mi è sempre piaciuto provocarlo.

Dopo qualche istante gli rimetto le gambe sulle ginocchia: “Va bene… leccami pure i piedi, se ne hai voglia”, gli dico senza andare oltre nella discussione. Lui sorride compiaciuto e, sfilate nuovamente le slippers dai piedi, riprende a massaggiarli mentre io rivolgo lo sguardo alla tv: inizio a sentire la sua bocca sui miei piedi e lentamente la lingua leccare l’arco… in pochi istanti le dite vengono letteralmente succhiate, alternando i piedi nella sua bocca. Con la coda dell’occhio noto che la patta dei pantaloni è gonfia a dismisura e, come prospettavo, si sta eccitando. Me li massaggia, accarezza, lecca e succhia per almeno mezz’ora, tanto che ormai sta per arrivare il fattorino con le pizze e forse è meglio che questo giochino venga interrotto, prima che possa prendere una piega più spinta. Anche perché non posso negare che il farmi leccare i piedi ecciti anche me.

Ma la piega più spinta si palesa: tenendomi i piedi sospesi con una mano, l’altra va ad infilarsi nei suoi pantaloni e accenna a tirarne fuori il pene duro, probabilmente per strofinarlo sui miei piedi… Prima che possa dire qualcosa, al momento più opportuno possibile, suona il citofono! Il fattorino ha interrotto quella che stava diventando una situazione troppo spinta: la sua espressione è alquanto contrariata devo dire, ma desiste dal tirare fuori il pene e mi rimette le slippers ai piedi: “Non sono mai stati così puntuali… Proprio ora che iniziavo a divertirmi sul serio” – “È meglio così, credimi”, gli rispondo mentre mi alzo per andare ad aprire.

Prendo le pizze e, dopo aver pagato, chiudo la porta e le metto sul tavolo: ci sediamo a mangiare senza toccare di nuovo l’argomento fino a quando, nuovamente, mi chiede: “Hai mai fantasticato sulla situazione che ti ho descritto prima?” – “Quale?” – “Di farti legare da me…” – “Max, ricominci? Pensavo di aver detto tutto su questa cosa. Mi hai leccato i piedi per un’ora, era quello che volevi, no? Fermiamoci lì…” – “Stavo per metterti il cazzo tra i piedi, se non fosse arrivato il fattorino” – “Si, ho visto. E meno male che è arrivato il fattorino, no?” – “Mi avresti fermato dal farlo?” – “Probabile…” – “Probabile non è un no” – “Senti… vuoi masturbarti con i miei piedi? Va bene, te lo faccio fare se proprio ne hai tanta voglia, ma possiamo pensare ad altro ora e goderci questa serata? Dopo puoi fare quello che vuoi con i miei piedi, ok?”. Per tutta risposta mi sorride soddisfatto, come un bambino quando ottiene il giocattolo che desidera.

Finiamo le pizze commentando la serie tv che continua a scorrere, ma dal modo in cui parla si capisce benissimo che è eccitato e che pensa solo al dopo, altro che alla serie tv. La prospettiva di questo giochino fetish con lui mi mette alquanto a disagio, ma ormai la frittata è fatta…

Vedremo che succede, penso tra me e me…


 

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