Lo assecondo nel masturbarlo con la mano, ovviamente sempre con i polsi legati agli angoli del letto. Il masturbatore continua la sollecitazione post-orgasmo e, superata la fase non proprio eccitante, il mio pene ricomincia a reagire tornando a inturgidirsi dentro la campana vibrante. Lui segue la masturbazione muovendo il bacino in modo da agevolarmi, visto che la mano è legata… gli piace da impazzire quello che mi sta facendo. Passa una decina di minuti e dall’intensificarsi del suo respiro e del movimento del bacino, capisco che sta per venire… E infatti passa a slacciare il bavaglio con la mano sinistra, con qualche difficoltà visto che lo ha chiuso molto stretto; riesce a sganciare la fibbia e mi estrae il fallo di gomma dalla bocca per poi passare a mettersi cavalcioni sul mio petto. Mi apre la bocca con le dita e mi poggia la punta del pene sulle labbra: “Tira fuori la lingua, dai… te lo ficco in bocca mentre schizzo”. Provo a dire di no, ma prima che le parole prendano forma la cappella mi è già entrata in bocca! Spinge dentro e poi mi allaga letteralmente il palato di sperma… Viene copiosamente e per parecchi istanti, con molteplici schizzi di liquido caldo e salato che mi penetra fino alla gola, colandovi dentro e obbligandomi a deglutire… Mi tiene il cazzo dentro la bocca fino a quando non gli si smoscia completamente, appagato: “Che sborrata cazzo!”, mi apostrofa mentre sfila il pene dalla bocca. “Slegami Max…”, mi affretto a dirgli, ma per tutta risposta mi ficca nuovamente in bocca il bavaglio richiudendolo strettamente. “Non ancora. Prima devi sborrare, poi ti slego…”.

Si siede nuovamente, in attesa che il masturbatore completi nuovamente il suo lavoro. Ci vuole un po’ di tempo prima che l’orgasmo arrivi… ma alla fine mi contorco legato al letto mentre il mio pene schizza nuovamente sperma dentro la campana del masturbatore! Un orgasmo che dire forzato è un eufemismo. Dopo che ha assistito al mio contorcermi e inarcarmi sulla schiena, finalmente mi toglie il bavaglio e mi slega mani e piedi… Saranno le almeno le tre di notte quando mi chiudo in bagno per fare una doccia e alleviare i segni delle corde su polsi e caviglie. Esco dal bagno in accappatoio e torno verso la camera da letto, dove fortunatamente ha rimosso le corde dal letto e le sta arrotolando per riporle… “Hai esagerato Max, non ti sembra?” – “Dai, che hai goduto. Non capisco perché ti ostini con questo atteggiamento” – “Perché noi siamo amici e tali avrei voluto restassimo” – “E chi ce lo impedisce?” – “Il fatto che da ora ogni volta che avrai il cazzo in tiro ti sentirai autorizzato a mettermelo in mano o ficcarmelo in bocca. Dimmi che non è così, dai…” – “Se ci andrà lo faremo, altrimenti no. Guarda il lato positivo, no? Potrai farti fare quello che ti piace senza rischiare nulla” – “Certo, come no. Ok, andiamo a dormire che è meglio” – “Va bene… ne riparleremo con calma domattina. Buonanotte”. Esce dalla camera da letto e scende in salone per dormire, come sempre, sul divano letto. Io mi sdraio abbastanza pensieroso sull’accaduto ma, essendo anche abbastanza stanco, mi addormento dopo pochi minuti. Al mattino avremmo ripreso il discorso, a mente fresca.

Apro gli occhi verso le 8:30 e sento il profumo del caffè che Max sta preparando di sotto: mi rinfresco in bagno, poi metto una tuta e scendo. La colazione è sul tavolo e lui aspetta seduto con la tazzina di caffè in mano: “Buongiorno. Dormito bene?”, mi chiede compiaciuto. “Ho dormito. Bene è una parola grossa dopo ieri…”, lui non replica e prende un cornetto appena scaldato nel microonde. Mi verso il caffè e poi prendo un cornetto anche io. Accavallo le gambe e noto subito che il suo sguardo cade immediatamente sui miei piedi nudi calzati nelle pantofole… non posso fare a meno di apostrofarlo: “Mi stai già guardando i piedi. Vedi che è come dico io? Ora pensi già di fare di nuovo sesso, dimmi se mi sbaglio…” – “Ho sempre guardato i tuoi piedi, e lo sai. Solo che adesso ci fai caso, ma non è cambiato nulla rispetto a prima” – “Mah!... Sarà, ma non mi convinci”. Continuiamo a fare colazione, ma l’imbarazzo è abbastanza palpabile.

“Ti ho legato troppo stretto?” – “Non è quello. Mi hanno fatto di peggio. È il fatto che mi abbia legato tu che mi mette in imbarazzo” – “Ma ti sei eccitato, no? Sei venuto diverse volte” – “Per forza, mi hai legato un masturbatore ai genitali, era impossibile non venire. Poi mi hai fatto ingoiare il tuo sperma, non avrei mai pensato potesse succedere questo tra noi due” – “In effetti non ho mai sborrato come stanotte. È stato intenso, credimi” – “Si. C’ero, ricordi?”, gli rispondo ironicamente. Per qualche minuto nessuno dei due parla, ma lui continua insistentemente a guardarmi i piedi, finché si alza e sposta la sedia vicino alla mia: “Che ne dici se ti faccio un massaggio ai piedi? Le caviglie sono rimaste segnate dalle corde ieri sera?” – “La corda di iuta segna sempre la pelle. Ma con una doccia e un po’ di crema i segni vanno via”. Non ho ancora finito la frase che già mi ha preso le caviglie e si è portato le gambe sulle ginocchia… In effetti non so come reagire: se ritrarmi o lasciarlo fare. Mi sfila le pantofole e inizia a massaggiarmi le piante dei piedi in modo molto rilassante e, sembra, senza nessuna malizia o secondi fini. Almeno all’inizio, perché dopo qualche minuto si porta i piedi alla bocca e inizia a leccarmeli… Passa la lingua tra le dita, le succhia, le lecca a lungo e inevitabilmente inizia ad eccitarmi, come del resto anche lui, visto che il pacco gli si vede bene in tiro dentro i pantaloni. Ancora qualche istante e porta una mano tra le mie gambe, a toccarmi come per assicurarsi che mi sia venuto duro, poi: “Hmmm… vedo che la cosa ti piace. Se vuoi ti faccio un pompino, così ti rilassi, che ne dici? Non ti lego, promesso…”. La frase mi spiazza completamente e non so cosa rispondere perché mi sta eccitando… in men che non si dica mi abbassa i pantaloni della tuta e mi infila la mano nelle mutande, a prendermi il pene duro per tirarlo fuori: mi allarga le gambe e si inginocchia davanti alla sedia. Mi abbassa anche gli slip e il pene gli scivola in bocca, per cominciare a succhiarmelo e leccarmelo. Non riesco a proferire parola, lo lascio fare… Mentre me lo succhia, con entrambe le mani mi sfila completamente pantaloni e mutande poi, mentre mi tocca i piedi, con la bocca continua a spompinarmi senza sosta.

Il mio respiro si fa più veloce per l’eccitazione, mi sta portando all’orgasmo velocemente: mentre continua a succhiare, le sue mani risalgono dai piedi alle gambe, poi alle cosce e infine si soffermano sui testicoli che prende nel palmo avendo cura di infilare un dito tra le natiche fino al buco, che penetra lentamente… Senza mai fermarsi si abbassa i pantaloni e si prende in mano il cazzo duro per masturbarsi mentre me lo succhia: mi inarco sulla sedia e senza opporre alcuna resistenza gli vengo dentro la bocca, schizzando copiosamente più volte. Credo di essere paonazzo per l’eccitazione e, una volta sfilatosi il mio pene di bocca, mi prende i piedi e vi cola sopra tutto lo sperma che ha raccolto… Una volta intrise le dita e le piante, vi infila il suo cazzo in mezzo e continua a masturbarsi con i miei piedi finché anche lui viene e me li ricopre di liquido caldo, ansimando. “Oh cazzo! È stato incredibile. Ora dimmi che non ti è piaciuto, dai…”, mi apostrofa ironicamente. Sa perfettamente che mi è piaciuto, e parecchio!

“Questa cosa è da manicomio, Max… ma non posso negare di aver goduto” – “E non ti ho neanche legato. Io credo che questo cambiamento ci darà molte soddisfazioni”. Resto a fissarlo mentre si ricompone, senza dire altro; poi anche io mi rimetto slip e pantaloni e mi alzo dalla sedia. Ho i piedi ricoperti del mio e del suo sperma, così raccolgo le pantofole da terra e, avviandomi verso il bagno al piano di sopra, gli dico: “Vado a fare una doccia. Meglio che usciamo un po’” – “Si, concordo. Facciamo un salto al centro commerciale”.

Dopo una mezz’ora siamo pronti ad uscire: scendiamo in garage e prendiamo la mia macchina per dirigerci al centro commerciale non molto lontano, un quarto d’ora di strada. Durante il tragitto, dopo un primo imbarazzo reciproco, Max prende di petto l’argomento: “Tralasciando la parte sessuale che mi sembra sia stata notevole, tu hai sempre avuto l’hobby di montare video dei tuoi incontri e spesso ti sei lamentato che i tuoi partners occasionali raramente intendono farsi riprendere, giusto?” – “Giusto. Quindi?” – “Quindi immagina di poter girare tutti i video che solleticano la tua immaginazione, con dei fili conduttori a scelta ogni volta diversi e, finalmente, con il tuo rapitore, seviziatore, torturatore o quello che preferisci, ben ripreso in video mentre ti lega, ti imbavaglia, ti usa… Non ti stuzzica?” – “Mi stuzzica, ma saresti comunque tu ed è proprio questo che mi crea imbarazzo” – “L’imbarazzo lo superiamo, siamo amici da sempre, ti pare possibile che non troviamo un punto di incontro per divertirci insieme?” – “Non lo so, ma possiamo provare. A questo punto non saprei che altro fare o che comportamenti avere” – “Noi ci vediamo e passiamo insieme un paio di weekend al mese, più o meno. Possiamo immaginare delle storie da recitare, che dici? O magari io ti dico come farti trovare e il gioco lo guido io a tua insaputa. Forse sarebbe più realistico per il video… E in totale sicurezza, no?” – “Va bene. Allora inizia a pensare alla prossima storia e organizzati. Ora però parliamo d’altro e godiamoci il resto della domenica, ok?” – “Perfetto”.

Mi sto imbarcando in un’altra avventura, eccitante sicuramente, ma spero che questo nuovo tipo di rapporto non vada a rovinare la mia amicizia con Max. Staremo a vedere…


 

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