Un sabato pomeriggio ricevo questa mail tramite il modulo di contatto presente sul mio sito…

“Ciao Fox, il mio pseudonimo è Antea e sono una mistress feticista. MOLTO feticista. Insieme ad una mia amica, anche lei sia mistress che feticista, tramite Instagram siamo arrivate sul tuo sito che visitiamo assiduamente, soprattutto per le foto con tacchi, sandali e ballerine. Avrai quindi già compreso quale sia il nostro feticcio: i piedi! Amiamo entrambe il bondage da praticare su maschi maturi, non ci interessano i ragazzini, avendo comunque superato i cinquanta. La nostra passione per i piedi maschili femminilizzati non ha trovato finora molto materiale degno di nota e proprio per questo i tuoi piedi ci hanno attratto magneticamente. So bene che non è usuale che una donna sia attratta dai piedi maschili ma, come vedi, le nostre due persone potrebbero fare statistica! Premetto che normalmente ci facciamo pagare profumatamente per seviziare e torturare masochisti di mezza età, spesso danarosi e con fantasie represse, ma con te saremmo NOI quelle interessate. Ci intriga molto l’idea di legarti per bene, imbavagliarti, ovviamente con indosso tacchi altissimi, per poi godere delle nostre fantasie per i piedi ben curati e femminilizzati. Abbiamo così deciso di contattarti e ci auguriamo vivamente che la cosa possa interessarti. Possiamo ospitare senza problemi, ma saremmo anche disponibili a incontrarti nella tua location. Ti proponiamo un weekend, e ti assicuriamo di saper usare benissimo corde e bavagli. Siamo maestre nelle sevizie di qualsiasi tipo e siamo anche molto attrezzate. Potrebbe rivelarsi un eccellente “scambio”, che ne dici? Contattami su questo indirizzo mail, se la cosa ti intriga”.

Rileggo la mail un paio di volte, piacevolmente sorpreso… Diverse donne frequentano il mio blog, qualcuna mi aveva già anche scritto, ma nessuna si era proposta così direttamente per seviziarmi. Nei giorni successivi ne consegue un fitto scambio di mail, per così dire, conoscitive: arriviamo al punto dopo una settimana o giù di lì, dove ci accordiamo per un incontro nell’appartamento che normalmente uso…

“Ok, Fox. Allora, come da te proposto, ci vediamo sabato mattina all’indirizzo che mi hai inviato. Non aspettarti abbigliamenti strani in pelle o maschere varie, noi siamo per il naturale. Tu aspettaci in accappatoio come abbiamo già concordato, nudo sotto, ma con ai piedi un bel paio di tacchi a tua scelta. Al resto pensiamo noi. Salteremo i convenevoli, che lasciamo alla fine, quindi provvederemo subito a immobilizzarti e imbavagliarti. Tu non portare nulla, abbiamo i nostri giocattoli. A sabato, arriveremo per le 11”.

Per come ve l’ho esposto potrebbe sembrare tutto affrettato, ma lo scambio di mail era stato veramente molto fitto e pieno di domande/risposte a tema. Nuovamente ricorrente la richiesta dell’accappatoio, che negli ultimi tempi sta diventando una costante. Tacchi a parte!

Il sabato mattina alle 9 sono già nell’appartamento: verso le 10 faccio una doccia calda rilassante (non nascondo di essere abbastanza teso oltre che eccitato all’idea), poi resto in accappatoio rosso e pantofole di spugna, in attesa dell’ora stabilita. Ho portato due paia di scarpe rosse, in tinta con l’accappatoio: un paio con il cinturino alla caviglia, tacco 13, e un altro con tacco 10 quadrato, a blocco. Non so ancora quali mettere, ma ho un po’ di tempo per decidere. Alle 9:50 decido di calzare quelle con il cinturino, molto sexy e apprezzate da tutti gli amici fetish. Mi siedo sul divano, in attesa che il citofono suoni.

Alle 11 in punto suona e mi alzo per rispondere: “Sì?” – “Siamo Antea e Cloe. Che piano?” – “Il secondo. Troverete la porta socchiusa” – “Arriviamo”. Lascio socchiusa la porta e mi siedo nuovamente sul divano, molto eccitato e nervoso al contempo. Un paio di minuti e la porta si apre: entrano due donne di mezza età, ben vestite e poco truccate; entrambe abbastanza formose, e una ha con sé una borsa abbastanza grande. Si richiudono la porta alle spalle, e una delle due ha cura di dare le mandate alla serratura.

“Non alzarti, resta seduto… Te l’ho anticipato, i convenevoli alla fine. Ora stai fermo lì”. Molto autoritaria nel parlare, ma la cosa non mi sorprende più di tanto. “Io sono Antea, mi dice quella con la borsa, lei è Cloe. È tutto quello che ti serve di sapere”. Posa la borsa sul tavolo mentre si guarda intorno: “Carino il posto… a tema con quegli anelli fissati al muro. Dov’è la camera da letto?” – “Di sopra…”, gli rispondo indicando la scala alla sua sinistra.

“Vado a dare uno sguardo, intanto legalo e imbavaglialo…”, esordisce all’amica mentre si avvia per la scala. Per tutta risposta Cloe apre la borsa e ne estrae diversi spezzoni di corda e un bavaglio a palla, molto grosso. Viene verso di me: “Alzati e metti le braccia dietro la schiena…” Obbedisco, alzandomi e voltandomi, poi incrocio i polsi dietro la schiena come richiesto. Mi lega strettamente i polsi, poi mi avvolge le braccia sopra i gomiti e lega anche quelli. “Siediti e unisci gambe e piedi…” Obbedisco di nuovo e, in pochi istanti, anche caviglie e gambe sono legate, molto strettamente. Si sofferma con la mano sulle scarpe e sui piedi, come a testare quanto visto nelle foto del sito: “Si, veramente bei piedi. Scarpe molto sexy tra l’altro…” Si alza dopo avermi legato e, preso il bavaglio poggiato sul divano, mi spinge la palla sulle labbra: “Apri la bocca…” mi dice, per poi spingervi dentro la grossa palla nera e serrare il bavaglio dietro la nuca.

“È legato e imbavagliato. Quando vuoi possiamo cominciare”, dice ad alta voce all’amica di sopra. Di risposta Antea esordisce: “Bene. Porta lo zaino di sopra, qui c’è un bel letto in ferro battuto che possiamo attrezzare. Poi c’è anche una specie di gabbia al muro e due travi con anelli in ferro. Penso che possiamo usare la camera da letto per fare tutto. Vieni su…”

Anche Cloe sale per la scala, lasciandomi legato sul divano. Il bavaglio è molto stretto e grosso, la palla mi sta già facendo sbavare copiosamente e il pene inizia a reagire alla situazione, diventando sempre più duro sotto l’accappatoio. Le sento parlare: “L’hai legato bene?” – “Si, tranquilla. Niente di particolare per cominciare, ma non può andare da nessuna parte. Ha veramente dei bei piedi, meglio che nelle foto” – “Bene, finalmente ci potremo divertire come piace a noi. E il cazzo?” – “Non so ancora, non gli ho aperto l’accappatoio” – “Tanto non è fondamentale. Guarda quelle travi… sarà eccitante appenderlo per le braccia a gambe larghe. Poi c’è quell’intelaiatura sulla parete che mi ispira tanti giochini…” – “Si, ottima location devo dire”. Sento armeggiare nella stanza da letto e continuo a seguire i discorsi: “Tira fuori l’elettrostimolatore e prepara gli elettrodi sul letto. Intanto fisso le corde agli anelli. C’è anche un ripostiglio, dove possiamo impacchettarlo e lasciarcelo per quando andiamo a cena” – “Beh, se è per questo ho notato anche una cassapanca bella grande di sotto. Ce lo possiamo chiudere dentro ben incaprettato” – “Hmmmm eccitante questa cosa. Si, si… meglio del ripostiglio”.

Sentire questi discorsi me lo fa diventare incredibilmente duro nell’attesa!

“Vallo a prendere. Slegagli solo i piedi, senza liberare le ginocchia. Gliele ho legate strette proprio per farlo camminare a fatica per salire la scala…” – “Sadica…”, risponde Antea mentre scende gli scalini e viene verso di me. Si ferma a guardarmi, seduto legato sul divano. Poi si china verso i piedi e con le mani li accarezza, infilando le dita sotto l’arco, attraverso la scarpa: “Hmmmm, che bei piedini che hai Fox! Non vedo l’ora di averli in bocca e succhiarti le dita. O morderli… Ci divertiremo, vedrai”. Mi slega le caviglie: “Alzati. Andiamo di sopra…” Mi alzo a fatica e con ancor più fatica inizio a salire i gradini: le ginocchia sono legate molto strette e camminare è già complicato, immaginarsi salire le scale! Ci metto un po’, ma finalmente, con lei dietro, arrivo al pianerottolo, dove vengo sospinto verso la stanza da letto. Una volta dentro, Cloe mi prende per le braccia e mi obbliga a sedermi sul letto, per poi tirarmi verso la testiera: “Dai sdraiati al centro del letto. Dammi la corda, così gli rilego i piedi”. Così accade: Antea gli porge la corda e Cloe mi lega nuovamente le caviglie, sdraiato supino sul letto. Ancora in accappatoio, ma non credo per molto. Vedo sul tavolino accanto all’armadio diversi dildi di diverse dimensione, alcuni dei quali indossabili; vibratori, due Magic Wand, plug anali, bavagli, morsetti per capezzoli, gabbia per pene, frustino, bacchette e tantissime corde.

“Sei pronto Fox? Ora iniziamo a torturarti…”


 

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