Dopo la sperimentazione della macchina “mungitrice”, resto in contatto con l’ingegnere che mi descrive alcune sue altre invenzioni infernali, al fine di decidere se provare a sperimentarne un’altra. La scelta cade su una sorta di cassa da lui definita “sensoriale” che, alla base, sfrutta lo stesso principio della mungitrice, con la differenza che dovrei restarvi chiuso all’interno, ovviamente nudo e immobilizzato, mentre i suoi aggeggi mi stimolano orgasmi, mi obbligano a ingoiare il mio sperma e, al contempo, mi torturano con stimolazioni elettriche su punti sensibili. Il tutto per almeno due ore, con costrizione dei genitali, penetrazione anale, pinzatura dei capezzoli, bendaggio degli occhi e tappi di cera calda nelle orecchie. Ci rifletto per diversi giorni, perché la tortura sembra ancora più intensa della volta precedente, anche se eccitante da immaginare. Mi manda diverse foto del manufatto, realizzato in legno di faggio, rifinito all’interno con del materiale fonoassorbente ricoperto di raso rosso e trattato all’esterno con una verniciatura trasparente lucida; ci sono diversi anelli per immobilizzare collo, torace, polsi, vita, gambe, ginocchia e caviglie, credo con corde o fasce di cuoio. Spicca una barra fissata alla base, alla qui testa c’è un dildo vibrante, ovviamente accompagnata dal sistema di masturbazione e recupero dello sperma per poi essere pompato in bocca.

Mi propone di incontrarci nel weekend della settimana a venire, per dare seguito alla “sperimentazione”, ma prendo tempo prima di dargli una risposta. Nei giorni successivi mi tempesta letteralmente di mail e messaggi per avere aggiornamenti, finché decido di accettare e quindi ci accordiamo per rivederci il sabato successivo.

Come già avvenuto per il precedente incontro, parto di buon’ora e arrivo a Rieti verso le 9:45… Alle 10:05 ci incontriamo a casa sua e, espletati i convenevoli del caso, scendiamo nella “sala hobby”: “Ho già preparato tutto… ho pensato di usare dei tappi in silicone per le orecchie, al posto della cera calda… più gestibili e sicuramente con lo stesso risultato. Pensavo però di metterti un cappuccio di pelle al posto della benda sugli occhi, cosa ne pensi?” – “Immagino sia adatto alla situazione, visto che sarò imbavagliato” – “Si, l’ho comprato in un sexy shop online, è di quelli con il foro per il naso e la zip sulla bocca, tanto sotto avrai il bavaglio a fascia” – “Ok… Solo una cosa: riflettendo, non so se due ore sia un tempo accettabile considerata la privazione sensoriale e l’essere chiuso dentro una cassa…” – “Stai tranquillo, ti lascerò un telecomando in mano, spingendone il tasto suonerà un campanello che mi avvertirà di interrompere e liberarti” – “Bene, allora si può provare…”

Siamo davanti alla cassa, posta nel mezzo della sala dove la volta scorsa c’era il tavolo della mungitrice: “Nella cassa ci sono quattro microcamere a infrarossi che riprenderanno tutto: quelle normali non avrebbero ripreso altro che un quadro nero e sarebbero state ingombranti, queste invece sono wireless e neanche si vedono…” – “Sei un concentrato di tecnologia e fantasia… così potrai masturbarti anche stavolta in tutta comodità guardando dallo schermo” – “Certo… non potrei farne a meno!”, mi risponde allegramente.

Data una occhiata generale alla macchina che avevo comunque visto in foto, inizia a regolare la visuale delle microcamere, controllandole sullo schermo, poi: “Ok, se ti spogli nudo possiamo iniziare…”. Mi dirigo verso l’armadio davanti al quale mi sono spogliato la volta scorsa, ormai conosco la strada… Mi spoglio nudo e torno verso il centro della sala, dove lui mi attende con delle corde in mano: “Stenditi all’interno, a prescindere che sarai legato è abbastanza comoda e capiente…” La cassa è a circa mezzo metro da terra, sostenuta da tre cavalletti ai quali è saldamente ancorata: entro all’interno e mi sdraio sulla schiena, mentre lui mi posiziona le gambe, aprendole fino quasi a far toccare le caviglie ai lati della cassa, in prossimità di due anelli; inizia a legarmi i polsi lungo i fianchi, fissandoli ad altri anelli di metallo, poi è la volta degli avambracci, del petto e del collo, che viene bloccato strettamente: “Poi ti blocco anche la testa, ma dopo averti messo il cappuccio. Ora ti lego gambe e piedi…”; sempre usando gli anelli, mi blocca le gambe all’altezza dell’inguine, poi sopra e sotto le ginocchia… infine mi lega le caviglie: sono totalmente immobilizzato! Prende il bavaglio con il dildo interno, viene verso di me e, reclinandomi la testa in avanti quanto basta, mi infila il dildo in bocca per poi serrare strettamente il bavaglio dietro la nuca: “Prima di collegare il tubo alla pompa ti metto i tappi nelle orecchie e poi il cappuccio integrale…” Faccio un cenno di assenso, poi mi infila dei tappi di neoprene nelle orecchie, premendoli a fondo in modo tale da rendermi quasi completamente privo di udito, anche se qualche cosa comunque posso sentire, ma in modo molto attutito. È la volta del cappuccio, che mi cala da sopra la fronte fino a coprirmi completamente, lasciando uscire solo una parte del bavaglio dalla cerniera frontale: i buchi per il naso sono abbastanza piccoli, quanto strettamente necessario per respirare. Non vedo più nulla e sento pochissimo, la sensazione di costrizione è molto forte, non posso praticamente muovermi.

Sento ora le sue mani armeggiare i miei genitali, e infatti mi lega i testicoli avvolgendoli con la stessa cordicella fina della volta scorsa, molto strettamente, per poi avvolgere anche la base del pene e, una volta eretto a causa della manipolazione, mi applica anche quello che credo sia un elastico subito sotto il glande. Raggiunta l’erezione necessaria mi infila il pene nel masturbatore, per poi collegare il tubicino della pompa al bavaglio. Poi i blocca anche la testa, fasciandomi la fronte con altra corda ben stretta.

Sento partire il masturbatore… inizia subito a lavorarmi il pene regolando l’intensità tramite la centralina infernale che già conoscete! A questo punto mi sento toccare tra le natiche, finché anche il dildo anale viene pima poggiato e poi lentamente spinto completamente dentro, per poi essere connesso allo stantuffo… Penso che a questo punto chiuda il coperchio della cassa, invece mi applica quelli che credo siano elettrodi in diverse parti del corpo, fissandoli con nastro adesivo: capezzoli, interno cosce, testicoli, piedi… Solo allora sento chiudere il coperchio e tutto si fa molto rarefatto, eccezion fatta per l’eccitazione provocatami dal masturbatore.

Lo stantuffo inizia a spingermi lentamente dentro e fuori il dildo anale e, al contempo, iniziano ad arrivare piccole stimolazioni elettriche nei punti dove sono applicati gli elettrodi: il tutto sommato alla completa immobilizzazione e imbavagliamento ha l’effetto di farmi diventare durissimo il pene…

Le sollecitazioni elettriche si fanno sentire, in quanto variano di intensità e frequenza: soprattutto sui piedi e sui capezzoli mi provocano delle contrazioni comunque bloccate dal modo in cui sono legato; quelle sui genitali mi generano brividi di piacere e dolore finché arriva il primo orgasmo… molto intenso e lungo, ma non abbastanza da far partire la pompa che mi dovrebbe spingere lo sperma in bocca. Saranno passati forse 15 minuti, ma molto presto perdo la cognizione del tempo. Il pene reagisce velocemente alle stimolazioni e dopo quello che credo essere poco tempo, riparte il masturbatore quasi a pieno regime, con il pene di nuovo duro. Il secondo orgasmo è più intenso del primo ma, forse anche per la costrizione dei genitali più presente della volta scorsa, tale da non permettere una fuoriuscita totale e completa dello sperma, la pompa non si attiva e non mi arriva ancora nulla in bocca.

Il ciclo infernale ricomincia inesorabile… le stimolazioni elettriche diventano molto presenti e si associano alla penetrazione anale che continua incessantemente dall’inizio del “gioco”: comincio a mugolare dietro il bavaglio, unica cosa che mi è possibile fare per come sono legato e imbavagliato, mentre immagino che l’ingegnere si stia godendo lo spettacolo ripreso dalle microcamere, magari masturbandosi alacremente.

Al terzo orgasmo la pompa si attiva e mi spinge direttamente in gola il mio sperma: la posizione della testa favorisce il penetrare del mio liquido caldo nell’esofago, obbligandomi a ingoiare per non soffocare… una tortura veramente ben studiata! Sto sudando abbondantemente e l’effetto che ne consegue è quello di farmi sentire ancora di più sulla pelle le corde che mi legano. Sento armeggiare sotto la cassa, o meglio sento delle vibrazioni provenire da sotto la cassa, perché effettivamente non arrivano suoni percettibili… Al quarto orgasmo la pompa si riattiva e mi pompa sperma in gola, capisco quindi che le vibrazioni che sentivo erano dovute all’ingegnere che riversava il frutto della sua masturbazione nel contenitore della pompa: sto quindi ingoiando nuovamente anche il suo sperma misto al mio.

Il tempo passa, ma ormai non saprei proprio dire quanto ne sia effettivamente passato: il quinto orgasmo non attiva la pompa, ma inizio ad essere stanco e ad essere tentato di premere il tasto del telecomando per interrompere… Decido però di aspettare.


 

Commenti offerti da CComment

Info

  • Utenti 332
  • Articoli 1379
  • Visite agli articoli 1887846

Ultimi amici registrati

  • Dealaura
  • barriolatino
  • leatherghom
  • bsxfirst
  • pm2000

Abbiamo 26 ospiti e nessun utente online

DISCLAIMER

In questo sito sono pubblicati racconti in tema BONDAGE/SADOMASO e foto/video di nudo anche integrale o durante atti sessuali espliciti in situazione di costrizione in bondage simulata e consenziente. Cliccando su "ACCETTO" confermi di voler accedere a un sito con contenuti PER ADULTI e dichiari di essere MAGGIORENNE. Questo sito utilizza cookies non permanenti per ottimizzare la navigazione da parte degli utenti. Cliccando su "ACCETTO" ne consenti l'utilizzo. Se non intendi accettare e clicchi sul pulsante "Non accetto", sarai reindirizzato fuori dal sito.

Non accetto