Dopo l’incontro “serale” della settimana precedente, dove lo psicologo aveva dato forma alle sue fantasie e alle mie, il martedì successivo mi reco al nuovo appuntamento. La segretaria mi fa accomodare nello studio, come solito, e mi siedo sul divano dove aspetto qualche minuto che lui arrivi.

Entra e, insolitamente, dopo aver chiuso la porta dà anche una mandata di serratura, cosa che non aveva mai fatto: immagino che abbia intenzione di fare qualcosa di insolito, così mi incuriosisco… “Come mai chiudi a chiave questa volta?”, chiedo dopo un cenno di saluto veloce… “Ora te lo spiego…”, mi risponde venendo verso di me mentre si sbottona i pantaloni: “Apri la bocca, voglio scoparti”, mi apostrofa mentre si ferma in piedi davanti a me, con il pene in mano, già duro ed eretto… Sto per dire qualcosa, cercando di esternare la mia perplessità, visto che siamo in orario lavorativo e la segretaria è nella stanza accanto, ma non faccio in tempo a dire nulla perché mi prende la testa con le mani e mi spinge il pene in bocca a forza!

“Metti le mani dietro la schiena, come se fossi legato, e succhiamelo per bene…” – “GHMMMFFF…”, è l’unico suono che riesco ad emettere, tanto il suo pene mi riempie la bocca… “Nell’attesa di giocare insieme a Fregene, non è detto che non si possa fare qualcosa di veloce anche durante le sedute. Mi sono masturbato una miriade di volte ripensando all’ultima seduta, avevo una gran voglia di mettertelo in bocca… Succhia dai, lo so che ti piace farlo e ti eccita la situazione”. In effetti non ha tutti i torti, anche se mi ha completamente spiazzato… così mi faccio scopare a lungo, senza opporre resistenza e tenendo le mani dietro la schiena.

Dopo almeno un quarto d’ora durante il quale mi scopa a fondo la bocca e la gola, finalmente si lascia andare e sento una enorme quantità di liquido caldo pervadermi il palato e inondarmi la gola: “Ingoia, ingoia tutto dai!”… Non posso fare altro, visto che mi tiene la testa ferma con le mani, così ingoio tutto senza opporre resistenza, finché mi sfila il pene dalla bocca e si ricompone riallacciando i pantaloni.

Si siede sul divano di fronte a me e, come se nulla fosse, prende il suo taccuino di appunti dal tavolino… “Non sarà meglio riaprire la porta?” – “Non preoccuparti, avevo chiuso solo per ulteriore sicurezza, ma la segretaria sa che non deve entrare quando sono in seduta, al massimo mi chiama al telefono…” – “Eri infoiato…” – “Si, lo ammetto. Non vedevo l’ora di spingertelo in bocca e farti ingoiare. Ho esagerato?” – “Diciamo che non me lo aspettavo, non con la segretaria in ufficio” – “Ma è stato eccitante, no?” – “Per te sicuramente… ma se le nostre sedute devono prendere questo indirizzo vorrei esserne informato almeno…”, gli dico sorridendo per mettere i puntini sulle “i”.

Fa una pausa, scrivendo qualcosa sul blocco di appunti, poi: “Vorrei ci vedessimo quanto prima a casa mia al mare… per ripetere quanto fatto la volta scorsa, con più calma…” – “E cosa vorresti fare esattamente?” – “Ti vorrei vestito da donna, in intimo e tacchi alti. Cenare insieme, con te seduto e legato con manette a polsi e caviglie, in modo da poter mangiare, per poi consumare un dessert particolare” – “Cenare? E come ti giustificheresti con tua moglie?” – “Le dico che ho un congresso e che devo stare fuori due giorni. Mi raggiungi a Fregene e diamo libero sfogo alle nostre fantasie, sempre che ti vada di farlo” – “Ma tu sei sicuro che queste tue fantasie siano affiorate solo dopo il nostro incontro? Perché mi sembra tu abbia idee precise…” – “Che differenza fa? Abbiamo modo di soddisfarle, perché non sfruttare l’occasione?” – “Sei uno psicologo, quindi saprai perfettamente che la situazione immaginaria della cena con qualcuno costretto da manette e cavigliere è un chiaro indice di “possesso”, di trarre piacere dalla sottomissione e quindi di tendenza al sadismo, non solo alle fantasie…” – “Ottima analisi… ma la sostanza non cambia: se ti piace essere sottomesso, e so che è così, perché perdere tempo a cercare le motivazioni? Lasciati andare e accetta, sarà eccitante per entrambi”.

Il discorso, in effetti, non fa una piega.

“Quindi dovrei cenare ammanettato mani e piedi… immagino avrai già procurato l’occorrente, no?” – “Diciamo che ho fatto qualche ricerca online e si, ho trovato quello che eventualmente potrebbe essere confacente… Ma non ho ordinato nulla, aspettavo ovviamente di parlartene prima” – “Ok. Parlami del dessert, del “dopo cena” che immagini…” – “Attrezzerei il letto per legarti con braccia e gambe divaricate, in modo da averti a disposizione immobilizzato. Niente bavaglio, solo il mio cazzo in bocca per tutto il tempo, fino a farti ingoiare. Ti legherei vestito per iniziare, per godermi la femminilizzazione e i tacchi alti con i piedi nudi poi, andando avanti, arriverei a spogliarti nudo: ti legherei testicoli e pene molto stretti, per aumentare e mantenere l’eccitazione, e vorrei usare un vibratore direttamente sulla tua cappella, per farti sbrodolare sperma quando ne avrò voglia. Vorrei anche applicarti dei morsetti ai capezzoli, dopo averti imbavagliato per bene…” – “Insomma vuoi torturarmi e seviziarmi, il succo è questo…” – “Non è tortura se ti eccita subirla, no?” – “Eccitante o no, le cose vanno definite per quello che sono” – “Nel caso accettassi, vorrei ti depilassi completamente le gambe, non solo la parte bassa… oltre ai genitali ovviamente, che comunque lo sono già…” – “Depilarmi completamente è un problema, sai che non sono solo…” – “Magari possiamo inventare una motivazione convincente” – “E quale?” – “Non so, pensiamoci… Se poi proprio non è possibile andrà bene ugualmente”.

Lo vedo molto eccitato anche solo dal parlarne, sembra molto distante nel tempo l’estrema professionalità espressa nella prima seduta; ho ancora il sapore del suo sperma che mi pervade la bocca, ma mi aspetto che da un momento all’altro provi di nuovo a esternare le sue voglie… E infatti inizio a vedere di nuovo il rigonfiamento nella patta dei pantaloni, poi arriva la domanda: “Ti sei eccitato? Prendermelo in bocca in questa situazione te lo ha fatto diventare duro?” – “Non potrei negarlo…”, gli rispondo; si alza dal divano e viene a sedersi accanto a me: mette la mano tra le mie gambe, poggiandola sulla mia di patta, come per verificare che fossi ancora eccitato, cosa che in effetti è, visto che il mio pene è ancora abbastanza duro: “Apri i pantaloni, voglio prendertelo in mano”, mi apostrofa mentre mi tocca… “Anzi, togli le scarpe, i calzini e i pantaloni e lasciami fare…” – “Non sono tranquillo con la tua segretaria di là” – “Ti ho scopato in bocca fino a qualche minuto fa, è evidente il fatto che la segretaria non entrerà, e poi la porta è comunque ancora chiusa a chiave. Dai togli scarpe e pantaloni…”. Quasi ipnotizzato dalla richiesta, lo assecondo… sfilo le scarpe, poi i calzini e infine mi alzo per togliere i pantaloni: mi risiedo con indosso solo i boxer e la camicia quando sento la sua mano infilarsi dentro le mutande e andare a cercare il mio pene e i miei testicoli… con decisione me lo tira fuori dai boxer e inizia a masturbarmi lentamente: mi fa sdraiare poggiando le mie gambe sulle sue, così mentre con una mano mi masturba, con l’altra mi tocca i piedi nudi e la cosa mi eccita parecchio! Il pene mi diventa durissimo quando mi alza una gamba tenendomi per la caviglia e inizia a leccarmi il piede… mi lavora il pene molto lentamente, strofinando il pollice sul prepuzio di tanto in tanto. Continua a leccarmi il piede, su tutto l’arco, mi morde il tallone, poi mi lecca la pianta e infine si infila le dita in bocca, succhiandomele. Questo “trattamento” sta per farmi venire quando, senza lasciare completamente il pene, mi infila un dito quasi completamente nel culo, continuando ad accarezzarmi i testicoli, per poi tornare a masturbarmi. Non posso proprio credere che questo tipo di “esperienza” non abbia altri trascorsi da parte sua, ma sinceramente in questo momento non mi interessa, sono troppo eccitato.

Aumenta pian piano il ritmo della masturbazione, ora è chiaro che intende farmi venire… proprio mentre sto per schizzare, mi apre la bocca e mi infila la sua lingua dentro cercando la mia: e proprio in quel momento arriva un orgasmo talmente intenso da lasciarmi senza respiro mentre mi succhia la lingua. Schizzo sperma sulla sua mano mentre continua a masturbarmi e succhiarmi, i rivoli di sperma scendono anche sul divano finché, finalmente appagato, mi libera la bocca dalla sua lingua e mi lascia il pene umido di sperma.

Sono stravolto e penso che la seduta sia giunta al termine quando, con sorpresa, lui si alza dal divano e apre di nuovo i pantaloni prendendosi il pene duro in mano e ricominciando a masturbarsi: “Resta così, non rivestirti ancora… aspetta…”, mi dice mentre aumenta il ritmo della masturbazione… Ormai sta per venire, così viene di fronte a me e, con una mano, mi fa mettere seduto per poi prendermi la testa e poggiarmi il pene sulle labbra: “Apri bene la bocca e tira fuori la lingua”, quasi mi ordina… Obbedisco e sull’istante mi schizza nuovamente sperma in bocca… tre, quattro, cinque fiotti abbastanza intensi per essere venuto neanche venti minuti prima; lo sperma mi resta sulla lingua e sulle lebbra, finché mi spinge dentro la bocca il pene, a fondo: “Lecca tutto e ingoia… dai…”. Glielo lecco sulla cappella, per poi deglutire lo sperma e, finalmente, mi libera la bocca.

“È stata una bella seduta, no? Intensa credo…” – “Inaspettata”, rispondo mentre recupero i pantaloni e le scarpe per rivestirmi. Proprio in quel momento arriva il segnale di fine seduta: ricompostici entrambi arriva la domanda alla quale più gli interessa la risposta: “Allora, quando vogliamo vederci da me a Fregene?” – “Nel fine settimana credo sia il momento migliore, se per te va bene…”, gli rispondo pensando di metterlo in difficoltà con la moglie, invece… “Va benissimo, anche perché i congressi di solito si tengono nei weekend. Il prossimo va bene per te?” Mentre penso che deve essere effettivamente infoiato, gli rispondo che va bene e mi rimetto le scarpe, con ancora il sapore del suo sperma in bocca.

“Ci aggiorniamo via mail per vederci sabato, ti manderò l’indirizzo. Nel frattempo fissa gli altri appuntamenti con la segretaria” – “Pensi che non sarai appagato dal weekend, e quindi già pensi a cosa farmi nella prossima seduta?” – “Forse… ma non perché ho dubbi che il weekend potrà non essere appagante… semplicemente adoro venirti dentro la bocca, e ogni occasione sarebbe persa, no?” – “Certo… immagino”. Mi avvio verso la porta quando: “Un’ultima cosa: se me lo permetti vorrei che le nostre sedute fossero gratuite da oggi in poi, mi sembra giusto, cosa ne pensi?” – “Va bene, ti ringrazio. Diciamo che diventa uno scambio di “favori”, giusto?” – “Si, mettiamola così…”.

Ci salutiamo… mi fermo dalla segretaria per fissare altri due appuntamenti, poi esco dallo studio: vediamo cosa riserverà il weekend a Fregene.


 

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