Sono legato molto stretto e il bavaglio non è da meno: durante il tragitto verso la villa rifletto sulle voglie sempre più perverse che lo psicologo esterna e cerca di mettere in pratica: ovviamente la cosa mi eccita, ma noto che i suoi freni inibitori iniziali si fanno sempre più labili ad ogni nuovo incontro. Se la premessa è quella in cui mi trovo al momento, devo dedurre che questo weekend sarà molto impegnativo.

“Siamo quasi arrivati. Ancora dieci minuti e saremo alla villa. Spero tu non sia già venuto lì, con il cazzo di fuori, incaprettato come sei…” – “MMGHMMFFF” è l’unica risposta che riesco a dargli, e probabilmente neanche mi sente. Dopo qualche minuto la macchina rallenta e poi si ferma: sento il cancello automatico aprirsi e la macchina riprendere il movimento… poi l’apertura di quella che credo sia la serranda del garage e infine la macchina che si ferma e il motore spegnersi. Qualche istante e il bagagliaio si apre, anche se non vedo nulla a causa della benda… sento rumori vicino alla macchina, poi mi aiuta ad alzarmi dopo aver tagliato il nastro adesivo che mi collega i polsi alle caviglie, ma senza liberarmi i piedi legati. Mi fa sedere con le gambe fuori dall’auto poi mi prende e mi sposta su qualcosa tipo una sedia: “Mi sono attrezzato per portarti dentro senza slegarti, una bella sedia a rotelle, usata da mia moglie quando si ruppe una gamba mesi fa. Torna utile…” Legato sulla sedia mi trasporta dentro, sento distintamente una porta aprirsi e poi richiudersi, continuando a spingerla verso l’interno. Ho ancora i pantaloni e i boxer abbassati, infatti quando si ferma sento la sua mano toccarmelo, ancora duro e umido. “Non sei venuto, bene. Ci penserò io a farti sborrare per bene. Ti porto in camera da letto, vorrai fare una doccia penso…” Annuisco con la testa, ma improvvisamente lo sento prendermelo in bocca! Me lo succhia a lungo, leccandolo mentre mi strizza i testicoli. Mi dà molto piacere, anche perché restare incaprettato dentro il bagagliaio mi ha eccitato parecchio. Mi porta quasi all’orgasmo ma si ferma per tempo e, a quel punto, riprende a spingere la sedia. Dovremmo essere arrivati in camera da letto quando si ferma e mi lascia lì. Per qualche minuto non sento nulla, poi taglia il nastro adesivo partendo dalle caviglie, poi le gambe, il petto e infine i polsi, facendomi abbassare la schiena in avanti. Mi libera gli occhi e poi la bocca, estraendo la palla di gomma che mi riempie il palato. Mi guardo intorno e vedo che il letto è già attrezzato con le corde per immobilizzarmi!

Mi porge la mia borsa: “Fatti una doccia e vestiti con quello che hai portato… ti aspetto qui, a cazzo durissimo…” – “Non avevo dubbi…”. Non dico altro e, presa la borsa, mi avvio verso il bagno che è di fronte. Faccio la doccia con molta calma, poi metto l’accappatoio e le pantofole di spugna e mi asciugo: la doccia mi ha rilassato abbastanza. Indosso l’intimo e le scarpe blue scuro, ma senza togliere l’accappatoio… non so perché ma non mi sento in vena di indossare i vestiti femminili. Esco quindi dal bagno in accappatoio e tacchi e vado verso la camera da letto, dove la porta è appena socchiusa.

“Hmmm… eccitante con l’accappatoio e i tacchi, ma come mai non hai indossato i vestiti?” – “Ho preferito optare per intimo e tacchi, sotto l’accappatoio. Ti dispiace?” – “No… anzi. Vieni qui…” Vado verso di lui, seduto sul letto in mutande, con il pacco gonfio bene in vista! Mi fa sedere accanto a lui poi, lentamente, infila la mano sotto l’accappatoio e mi accarezza le gambe risalendo fino agli slip: si sofferma sul pene, evidenziandolo con pollice e indice per tutta la lunghezza, strofinandoli sul glande. Scende poi con la mano fino alle scarpe, infilando le dita dentro fin sotto la pianta… “Bellissime queste scarpe… Ora inginocchiati qui davanti” Mentre mi alzo per poi inginocchiarmi, lui si toglie gli slip e si prende in mano il pene duro: “Ora apri la bocca e prendilo tutto dentro”, mi dice con tono autoritario portando le mani sulla nuca e tirandomi verso il basso. Lo prendo in bocca mentre lui mi spinge sempre più giù, per farmelo entrare tutto dentro e trattenendo la testa per impedirmi di sottrarmi: mi arriva quasi in gola, con i testicoli appena fuori dalla bocca che comunque cerca di far entrare. Ho ovviamente dei conati e la saliva mi esce dalle labbra, ma non mi permette di farlo uscire per diversi istanti finché, per evitare di soffocarmi, finalmente mi lascia la testa e mi fa riprendere fiato!

“Sdraiati, ti lego… Voglio leccarti i piedi e poi succhiartelo” – “Tolgo l’accappatoio?” – “Si, ma solo quello. Sdraiati e allarga braccia e gambe” – “Potresti evitare di imbavagliarmi?” – “Assolutamente no. Anzi, te la tapperò bene la bocca, fino a quando non deciderò di riempirtela di sborra e farti ingoiare”. Ed ecco che esce nuovamente fuori la sua personalità dominante: a volte mi disorienta questo suo doppio io… uno cortese e attento, anche se con tutte le fantasie del caso, l’altro molto deciso e autoritario, quasi sadico. E meno male che lo psicologo è lui!

Pochi minuti e sono immobilizzato al letto: polsi tirati verso gli angoli e ben stretti con le corde, stessa cosa per le caviglie con le gambe molto divaricate. Il bavaglio che mi mette è costituito da una fascia di cuoio con fallo interno, molto lungo e largo, serrato strettissimo dietro la nuca. Una volta tappatami per bene la bocca, prende un plug anale e il Magic Wand per poi salire sul letto, tra le mie gambe legate. Inizia a toccarmi sullo slip, massaggiando il pene, mentre con un dito si fa strada da sotto tra le mie natiche, fino al buco che lentamente penetra… Mugolo dietro il bavaglio ma, per tutta risposta, strappa letteralmente lo slip e lo tira via, per infilare il plug che man mano spinge dentro a fondo, senza curarsi troppo della mia resistenza, per altro inutile. Accende quindi il vibratore e me lo poggia sui testicoli per poi prendermi in bocca il pene, sempre più duro per la sollecitazione. Me lo succhia e lecca a lungo, alternando il Magic Wand dai testicoli al glande, facendomi contorcere legato al letto e imbavagliato.

Con la mano mi strizza i testicoli, con il vibratore sul glande e la lingua che picchietta il prepuzio… mi porta diverse volte quasi all’orgasmo, ma di farmi venire non se ne parla. Improvvisamente prende una corda e, avvolto il Magic Wand sotto la testa vibrante, me lo posiziona sui testicoli e lo fissa alle gambe, in modo che non si sposti. Scende poi alle caviglie, leccandomi le gambe fino ad arrivare dentro la scarpa destra e ripetere la stessa cosa fino alla scarpa sinistra. Vedo il pene drizzarsi come un’asta, i miei piedi lo infoiano come un porco. Mi sfila una scarpa, quanto basta per infilare il pene tra l’arco del piede e l’interno della scarpa stessa, masturbandosi… poi toglie la scarpa e mi prende le dita del piede completamente dentro la bocca, succhiandomele a lungo. La cosa mi piace e sento un brivido pervadermi fino all’inguine, tanto che il pene diventa un’asta dritta e turgida… Non mi rimette la scarpa, e passa all’altro piede, facendo esattamente la stessa cosa. “Ora sborro dentro la scarpa, poi te la faccio leccare per bene…”.

Pochi istanti ancora, poi sento il liquido caldo sul piede… cola dentro la scarpa in quantità mentre lui ansima di piacere rosso in volto per l’eccitazione. Sale sul letto con la scarpa e, dopo avermi tolto il bavaglio, mi piazza la scarpa sulla bocca, facendo in modo che lo sperma si raggruppi verso il tallone: “Lecca e ingoia, pulisci la tua scarpa, dai…”. Con una mano mi spinge la scarpa sulla bocca, mentre con l’altra mi masturba ritmicamente. “Voglio farti venire mentre lecchi la sborra dalla scarpa. Tira fuori la lingua, dai…” e mi preme la scarpa ancora più a fondo sulla bocca. Inizio a leccare l’interno dove c’è lo sperma, portandolo in bocca e ingoiandolo come vuole che faccia, mentre la masturbazione sta per farmi venire…

Il giochetto prosegue per diversi minuti, finché mi fa schizzare come un idrante masturbandomi intensamente e, nel frattempo, ho ingoiato tutto lo sperma che era nella scarpa. Gli ho letteralmente ricoperto la mano del mio sperma, tanto mi ha eccitato: “Ti è piaciuto il giochino, vero? Lo schizzo quasi mi arrivava in faccia. E ti è piaciuto anche leccare lo sperma dalla scarpa, lo so. Le scarpe sono soprattutto un tuo feticismo, ammettilo. O non ti saresti eccitato così”. Mi lascia il pene ma non spegne il vibratore… da una occhiata all’interno della scarpa che ho praticamente asciugato, poi si mette sopra il mio petto, a cavalcioni, e mi infila il pene di nuovo duro in bocca… “Ora succhiamelo…”. Non posso sottrarmi in alcun modo, così sono nuovamente costretto a succhiarglielo: mi scopa in bocca con forza, è di nuovo infoiato a mille…

“Stavolta ti faccio ingoiare direttamente, mi ecciti come un porco così legato e inerme…” Ha una vitalità invidiabile considerando che è venuto al massimo una ventina di minuti prima, eppure ce l’ha duro come un sasso! Non ci mette molto… lo sento respirare più velocemente mentre mi blocca la testa e spinge ancora di più il cazzo dentro la mia bocca, poi mi schizza ancora sperma direttamente in gola, quasi soffocandomi visto che ho quasi dentro anche le sue palle. Finalmente mi libera la bocca intrisa di sborra e riesco a prendere un respiro profondo: si toglie da sopra il mio petto e mi slega… sono stremato e con polsi e caviglie molto segnati dalle corde.

“Rilassati un po’… abbiamo ancora tanti giochini da provare!”


 

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