Si fa pomeriggio inoltrato e sento che lo zio è tornato in compagnia: lo sento parlare con Adelina e chiedergli di cucinare per il suo amico che si fermerà per cena. Mi alzo dal letto e scendo la scala per entrare nella sala, dove lo zio sta offrendo da bere al suo amico: “Ecco il nipote di cui ti parlavo… Vieni, voglio presentarti un mio caro amico, Emilio”. Saluto educatamente poi resto qualche minuto a sentire i loro discorsi per poi uscire fuori a fare una passeggiata, quando lo zio mi dice: “Emilio cenerà con noi, non tornare tardi, Adelina sta preparando”. Faccio un cenno di assenso e vado fuori.

Continuo a pensare alle corde nel cassetto e alla cassapanca chiusa, cercando di capire se i vaghi ricordi che ho della notte prima siano veri o meno, ma non riesco a venirne a capo. Passata una mezz’ora mi avvio per rientrare e incontro Adelina che, andando via, mi dice che la cena è pronta e che mi stanno aspettando. Affretto quindi il passo e rientro in casa…

Quando lo zio mi vede si alza dalla poltrona e mi dice: “Vai a lavarti le mani, così ceniamo”. Così faccio e quando torno li trovo già seduti a tavola, con i piatti coperti, pronti ad iniziare. Mi siedo al mio posto e iniziamo a mangiare: lo zio mi riempie il bicchiere dalla caraffa di aranciata, mentre loro bevono un vino rosso. Mangiamo chiacchierando del più e del meno e lo zio mi riempie più volte il bicchiere, invitandomi a bere perché la spremuta di arancia contiene vitamine… Ma evidentemente non solo quelle! E infatti, terminato di cenare, inizio a sentirmi assonnato e con gli occhi pesanti.

Verso le 22 lo zio mi invita ad andare a letto, così saluto il suo amico e mi avvio per la scala verso la mia camera: mi lavo velocemente perché ho molto sonno, metto il pigiama e mi sdraio sul letto, cadendo in un sonno tutt’altro che naturale.

Di lì a poco lo zio e l’amico entrano nella mia stanza e, dopo aver controllato che io sia effettivamente addormentato o, per meglio dire, narcotizzato, mi scoprono dal lenzuolo e iniziano a spogliarmi: sono completamente nudo quando mi voltano sul letto e mi mettono a pancia in sotto con la testa rivolta verso la base del letto e i piedi verso la testiera in ferro battuto. Mi toccano ovunque, per qualche minuto, mi allargano le natiche, mi toccano tra le gambe, mi accarezzano i piedi… Poi l’amico dello Zio, Emilio, gli dice: prendi le corde, leghiamolo al letto…” – “Ok, ma mi raccomando, vediamo di non esagerare. Non voglio guai…” – “Non preoccuparti, non voglio torturarlo… Quanto durerà l’effetto del sonnifero?” – “Almeno due o tre ore sicuramente” – “Perfetto, dai prendi le corde e un po’ di spago per palle e cazzo” – “Ma vuoi legargli i genitali? È solo un ragazzo…” – “Non esagererò, tranquillo”. Lo zio esce dalla camera per ritornare di lì a poco con diversi spezzoni di corda di iuta, dello spago e un rotolo di nastro adesivo grigio: “Non credo che lo imbavaglieremo, voglio scoparlo in bocca…” – “Ok, ma per ogni evenienza…” – “Giusto. Voltalo su un fianco, così gli lego le palle…”. Lo zio mi volta su un fianco mentre Emilio inizia ad avvolgermi i testicoli con lo spago, per poi legare anche il mio pene in due punti dopo averlo sollecitato per indurirlo. Il narcotico evidentemente non mi fa rispondere molto al “trattamento”, e infatti lo zio gli dice: “Ma non credo gli verrà duro con tutto quel sonnifero…” – “Non preoccuparti… se gli viene duro lo spago farà il suo lavoro”. Finito di legarmi testicoli e pene, mi posizionano sul letto con gambe e braccia larghe e iniziano a legarmi caviglie e polsi: i polsi ben tirati e collegati alle gambe del letto, mentre le caviglie alla spalliera in ferro battuto. Serrano molto le corde per tenermi in tensione e non darmi modo, eventualmente, di muovermi. La mia testa è quasi fuori dalla base del letto.

Emilio sembra avere il completo controllo della situazione: “Scopatelo in bocca, io glielo metto nel culo…”. Lo zio annuisce e si toglie i pantaloni, con Emilio che fa la stessa cosa: ora sono entrambi con il cazzo di fuori e se lo sollecitano preparandosi a seviziarmi legato al letto e narcotizzato.

Lo zio mi prende la testa con le mani e mi ficca il cazzo in bocca come aveva fatto la notte prima, iniziando a scoparmi a fondo la gola… Emilio invece sale sul letto e, una volta sopra di me a cavalcioni, mi allarga le natiche e lentamente mi penetra.

Vanno avanti per parecchio tempo, respirando infoiati, scopandomi bocca e culo: lo zio è il primo a venire e a riempirmi la bocca di sperma, continuando a sbattermi finché gli si smoscia… Un lago di sborra cola dalla mia bocca sul materasso e sul pavimento, mentre Emilio continua a incularmi. “L’hai affogato eh?!”, esordisce Emilio verso lo zio: “Cazzo che sborrata… mi sarebbe piaciuto me lo leccasse e ingoiasse, ma non si può avere tutto, no?” – “Potevi venirgli nella gola, se volevi che ingoiasse…” – “No, è narcotizzato troppo pesantemente, non ho voluto rischiare”.

È la volta di Emilio che, inarcandosi sulla schiena, mi schizza sperma direttamente nel culo, senza togliersi finché non esaurisce l’orgasmo… Si sfila, strofinandomi la sua cappella umida sulle natiche, poi scende dal letto e si siede sulla sedia vicino al comodino: “Vuoi inculartelo anche tu?” – “Sarei tentato, ma non vorrei esagerare. Due cazzi nel culo la prima volta potrebbero lasciare segni…” – “Beh, comunque domattina il culo gli farà male…” – “Appunto, meglio non esagerare” – “Come preferisci. Io voglio farmelo anche in bocca però… Incaprettiamolo” – “Guarda che il problema vale anche per i segni delle corde. Se lo incaprettiamo troppo stretto i segni si vedranno. Così legato al letto non crea problemi, non fa resistenza perché è narcotizzato, ma se lo incaprettiamo la tensione di gambe e braccia segnerà polsi e caviglie” – “Hmmm, sei troppo premuroso. Con qualche ora i segni spariranno, basta narcotizzarlo di nuovo e farlo dormire fino a tardi, così i segni andranno via per tempo” – “No, non mi fido. E non voglio problemi” – “Ok, niente incaprettamento, anche se la cosa mi attizzava parecchio. Facciamo così: leghiamolo seduto sul pavimento con la schiena appoggiata al letto, così posso scoparlo in bocca stando in piedi. Poi se ti preoccupi dei segni sarà anche il caso di liberargli cazzo e palle dallo spago” – “Si, così si può fare. Sleghiamolo dal letto, dai…”.

Mi slegano mani e piedi che erano saldamente fissati al letto e mi spostano sul pavimento: mi legano le mani dietro la schiena, poi mi allargano le gambe e mi liberano dallo spago che mi lega cazzo e palle. Passano a legarmi i piedi uniti ma con le caviglie incrociate, poi le ginocchia. Mi poggiano la schiena al letto, reclinandomi la testa sul materasso.

“Io lo scopo in gola…” – “Non venirgli in gola, è addormentato e potrebbe soffocare… schizzagli in bocca ma non troppo dentro” – “Ok. Tu? Ti fermi?” – “Voglio masturbarlo mentre lo scopi, sono curioso di vedere se gli diventa duro” – “Contento tu”. Dopo questa surreale conversazione, Emilio si mette davanti a me, in piedi, mi prende la testa tra le mani e mi allarga la bocca: me lo spinge in bocca e inizia a scoparmi di nuovo.

Lo zio si siede sul pavimento e mi prende il pene, accarezzando i testicoli per quanto possibile, visto che ho le gambe e le ginocchia legate… mi masturba lentamente, avendo cura di strofinarmi il pollice sul glande coperto, finché gli umori spermatici lo fanno scappellare. In effetti, seppur narcotizzato, il pene reagisce quel minimo per assecondare la fantasia dello zio, che ci prende gusto nel masturbarmi, tanto che ad un certo punto me lo prende in bocca!

Emilio è infoiato come un porco e mi spinge il cazzo in bocca molto a fondo… “Riesci a farlo sborrare?”, ansima allo zio: “Non lo so, ma ce l’ha abbastanza duro anche se svenuto” – “Io invece ora lo allago… cazzo quanto mi eccita questa cosa. Devi farlo venire più spesso tuo nipote, così ce lo scopiamo per bene” – “Non credo che potrà succedere di nuovo, sarebbe rischioso e potrebbe ricordare qualcosa” – “Ma va, il narcotico che gli hai messo nell’aranciata non gli farà ricordare niente”. Pochi minuti ancora e Emilio mi schizza un fiume di sperma in bocca, tenendomela ben aperta con le dita: mi riempie il palato e la lingua, poi me lo strofina sulle labbra e sulle guance fino a quando l’erezione si interrompe. “Cazzo, avrei voluto farglielo ingoiare tutto, ma mi accontento. Quando va via il ragazzo?” – “Dopodomani mattina. Vengono a riprenderlo…” – “Ah, ma allora domani facciamo il bis… Domani non c’è neanche Adelina, no? Abbiamo tutto il giorno…” – “Non possiamo mica farlo stare narcotizzato tutto il giorno, al massimo domani pomeriggio e senza esagerare” – “Quello che viene va bene… basta che ce lo scopiamo di nuovo ben legato. Mi attizza come un maiale!” – “Si, ho visto…”

Lo zio smette di masturbarmi, anche perché capisce che non riuscirà a provocarmi un orgasmo così narcotizzato: “Ok, sleghiamolo e rimettiamogli il pigiama. Lo rimettiamo a letto e finiamo qui per stanotte, è tardi”. Mi slegano, poi pian piano mi rivestono rimettendomi gli slip e poi il pigiama: mi adagiano sul letto, più o meno nella posizione in cui ero quando sono entrati… spengono le luci ed escono dalla camera lasciandomi dormire dopo avermi seviziato per almeno tre ore.

Il risveglio sarà abbastanza strano al mattino…


 

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