Tornano dopo una ventina di minuti: la prima cosa che fa lo zio è accertarsi che io sia ancora addormentato e in effetti sono ancora ben lontano dal riprendere i sensi.
“Quanto vorrei me lo succhiasse da sveglio, incaprettato e con un anello che gli tiene la bocca aperta a forza”, esordisce Emilio, sempre infoiato… Ma fortunatamente lo zio non vuole saperne di seviziarmi da sveglio. “Sleghiamolo da questa posizione, non vorrei gli si intorpidissero troppo le gambe, così tirate verso l’alto” – “Si, ma lo leghiamo in un altro modo. Voglio scoparlo ancora…” – “Ancora un paio d’ore, poi smettiamo. Voglio che abbia il tempo di riprendersi senza complicazioni o domande sul fatto che abbia dormito così tanto. Non è stupido” – “Va bene… solo ancora una volta in bocca e poi lo lasciamo tranquillo”.
Mi slegano completamente, lasciandomi nudo sul tavolo, con le gambe distese: “Incaprettiamolo. Con i piedi incrociati, così possiamo tirarlo per bene e lasciamo il cazzo e il culo a vista…” – “Legalo come vuoi, ma poi la finiamo qui, ok?” – “Tranquillo, gli sborro in bocca un’ultima volta e poi lo rivestiamo. Tu non vuoi fare niente?” – “No, sono troppo teso” – “Come vuoi. Prendimi l’anello per la bocca allora, intanto lo lego”.
Emilio mi lega i polsi incrociati dietro la schiena, dopo avermi voltato di pancia: li lega stretti e rivolti verso l’alto, collegandoli al collo. Poi mi incrocia le caviglie e lega anche queste abbastanza strette, per poi collegarle ai polsi dopo avermi tirato le gambe all’indietro. Le cosce restano divaricate… Lo zio gli porge il bavaglio ad anello, che lui mi ficca in bocca obbligandomi così a tenerla spalancata poi, dopo aver ben stretto la fibbia, la collega ai polsi, reclinandomi e bloccandomi la testa rialzata. Una volta finito di legarmi e imbavagliarmi, ricomincia a smanettarsi il pene, mentre lo zio si siede su una poltrona.
Quando Emilio sente il suo pene abbastanza duro e pronto, si avvicina alla mia testa appena fuori dal tavolo e me lo spinge in bocca attraverso l’anello che me la tiene aperta… Questa volta mi scopa lentamente, infilando a fondo il cazzo dentro la bocca per poi quasi estrarlo completamente e ricominciare, ritmicamente: la cosa lo eccita parecchio, sbavo copiosamente sul pene che mi stantuffa fino alla gola, rendendo più agevole il passaggio attraverso l’anello del bavaglio. Mentre mi scopa quasi ansimando, dice allo zio: “Tappagli il culo con un dildo, dai…” Stranamente lo zio accondiscende alla richiesta, alzandosi dalla poltrona e prendendo un plug anale che mi infila nel culo, a fondo… “Ma non hai voglia di scopartelo anche tu?” – “In effetti mi sto eccitando nel guardarti scoparlo in bocca incaprettato…” Lo zio si mette dietro di me, all’altro capo del tavolo, e mi lecca i piedi legati mentre si masturba: “Quando hai sborrato lo scopo io…” – “Scopiamolo insieme… ci alterniamo dentro la bocca e poi lo allaghiamo insieme, dai…”. Non se lo fa ripetere, così passano a scoparmi alternatamente, sfilando un cazzo e ficcandoci l’altro… la cosa va avanti parecchio tempo e sembra piacere molto a entrambi!
“Togliamogli il bavaglio, così glielo ficchiamo in bocca tutti e due”, esordisce Emilio… Lo zio mi slaccia il bavaglio ad anello e me lo toglie, così Emilio mi tiene aperta la bocca con le dita e fa spazio alla penetrazione di entrambi i loro peni, spinti a forza dentro. Spingono entrambi a fondo, arrivando quasi a mettermi in bocca anche i testicoli: “Devi farlo tornare. Questa cosa mi fa infoiare come una bestia…” – “Intanto auguriamoci che non ci siano intoppi quando si sveglierà. Lo abbiamo scopato e sollecitato parecchio, potrebbe avere dei postumi” – “Dai, non credo. Alla fine siamo stati anche molto attenti… I segni delle corde andranno via in un paio d’ore” – “Si, i segni delle corde sì, ma il culo e la bocca saranno indolenziti, vedrai…” – “Dopo lo rivestiamo e lo rimettiamo di fuori sul divano. Per sicurezza lo narcotizziamo con il cloroformio, così avremo il tempo per far sparire i segni delle corde” – “Così salteremo il pranzo, gli sembrerà strano” – “Basterà andarcene e ritornare dopo che si sarà svegliato, con una scusa qualsiasi. Stai tranquillo”.
Continuano a scoparmi in bocca insieme, e lo fanno per parecchio tempo, masturbandomi di tanto in tanto, ma la narcotizzazione è stata troppo pesante per avere una reazione consistente da parte mia. “Sto per sborrare…”, dice lo zio ansimando e Emilio gli fa eco: “Resisti qualche istante, così lo allaghiamo insieme” – “Ci provo, ma non so quanto resisterò…” – “Tranquillo, sto per sborrare anche io… Continua a spingerglielo in gola. Facciamolo ingoiare!”. Esageratamente eccitato, lo zio stavolta non solleva obiezioni, così di lì a pochi istanti entrambi mi schizzano in bocca e in gola un fiume di sperma caldo! Mi scende dentro l’esofago ma fortunatamente la posizione del collo agevola il reflusso del liquido, seppur una considerevole quantità mi cola fuori dalle labbra… ma tutto il resto me lo fanno ingoiare.
Finalmente mi sfilano entrambi i cazzi di bocca: “Che sborrata Osvaldo! Unica!” – “Si. Molto eccitante cazzo!” – “Allora sei d’accordo con me che devi farlo tornare, così lo seviziamo ancora…” – “Vedremo se sarà possibile. Ora sleghiamolo…”. Dopo diverse ore di sevizie mi liberano dalle corde e, dopo essersi rivestiti e ricomposti, mi rivestono e mi rimettono le scarpe. Mi prendono di peso e mi riportano in veranda, adagiandomi sul divano: mi rimettono anche tra le mani il libro che stavo leggendo, poi: “Prendi il cloroformio, facciamogliene respirare un po’, così siamo sicuri che non si svegli troppo presto. Po ce ne andiamo in paese per un paio d’ore prima di ritornare” e lo zio annuendo entra in casa. Ne torna con una boccetta e un panno che porge a Emilio: “Pensaci tu, sei pratico di questa roba”. Emilio prende il panno e lo imbeve con il liquido, per poi poggiarmelo su bocca e naso, obbligandomi a inspirarne l’odore acre del narcotico: me lo preme sul viso per due o tre minuti, poi porge tutto indietro allo zio: “Fai sparire il panno. Poi andiamocene, dai…”. In pochi minuti si allontanano dalla casa, lasciandomi narcotizzato sul divano.
Il risveglio, ovviamente, non è dei migliori: oltre ad un pesante intorpidimento ho anche un forte mal di testa. Aperti gli occhi mi rendo conto di essere in veranda, con il libro sul petto, solo e con un saporaccio in bocca risultato del mix tra i narcotici e lo sperma che mi hanno fatto ingoiare, ma questo non posso saperlo. Mi sento strano e indolenzito, soprattutto la bocca e un lieve bruciore tra le natiche, ma non ricordo assolutamente nulla, se non che mentre leggevo mi veniva sonno. Guardo l’ora e noto che sono ormai quasi le 14:30, molto oltre il normale orario del pranzo per lo zio e la cosa mi sembra in effetti strana. Provo a chiamare, ma nessuno risponde, a conferma che sono solo in casa. Riprese le forze dopo il torpore del risveglio, mi metto seduto sul divanetto, poggiandovi sopra il libro aperto: qualcosa chiaramente non mi torna e inizio a pensare a cosa possa eventualmente essere successo, ma i ricordi non mi portano a nulla. Decido di non pensarci, così mi alzo per fare una passeggiata e sgranchirmi le gambe, che sento leggermente anchilosate: ovviamente non immagino che fino a due prima ero legato incaprettato su un tavolo, con due cazzi dentro la bocca! È in questo momento che vedo lo zio ed Emilio entrare dal cancello di accesso al vialetto, così mi dirigo verso di loro, se non altro per capire dove siano andati.
“Ah, sei sveglio finalmente!”, mi apostrofa lo zio… “Siamo andati in paese, ma dormivi della grossa sul divano, così ti abbiamo lasciato tranquillo”, gli fa eco Emilio. “Ma non avete pranzato?” – “Si, abbiamo mangiato in paese, ma ti abbiamo portato la pizza. Avrai fame…” – “In effetti sì, ma potevate svegliarmi” – “E perché? Mica è un problema se sei rimasto qui”. Mi metto a mangiare la pizza, senza proseguire nelle mie riflessioni immaginarie. Il pomeriggio prosegue tranquillo, in attesa che arrivino a prendermi per andare via, con la proposta dello zio di tornare a trovarlo presto, proposta che ingenuamente accetto, con l’evidente gratificazione di Emilio, che già pregusta le prossime sevizie…