Tolte le scarpe mi alzo dalla sedia e mi sfilo la maglietta… mi siedo nuovamente, come per prendere tempo, e tolgo anche i calzini per poi guardarlo negli occhi, ma la reazione è decisa: “Muoviti, togli pantaloni e mutande…”. A questo punto devo proseguire, così mi abbasso i pantaloni e poi li sfilo dalle caviglie, restando in piedi, ancora esitante. “Le mutande. Non perdere tempo…”, mi dice nuovamente mentre con un amano mi punta la pistola e con l’altra si smanetta sotto l’accappatoio.

Abbasso infine gli slip, li faccio scendere fino alle caviglie per poi sfilarli restando nudo davanti a lui: “Bene. Ora siediti e metti le mani dietro lo schienale, come prima”. Obbedisco e mi siedo: lui si alza e passa dietro la sedia… mi prende i polsi e li lega come aveva fatto precedentemente, con un doppio cappio scorsoio che me li stringe e viene poi fissato alla sedia. Fa la stessa cosa con le braccia, legandole sopra i gomiti. Poi mi avvolge il petto e lo blocca alla sedia, avendo stavolta cura di passare le corde sopra e sotto i capezzoli, stringendo molto per evidenziare il petto. Si sposta davanti alla sedia e, lasciata la pistola sul divano, esordisce: “Ora allarga le cosce e porta le caviglie all’indietro. Allarga per bene…” Nuovamente obbedisco, divaricando le gambe e portando dietro i piedi ai lati della sedia: mi avvolge le caviglie con il solito cappio, stavolta separatamente, poi me le tira indietro e mi lega i piedi alle gambe posteriori della sedia, proiettandomi l’inguine e quindi i genitali in avanti, ben esposti e a vista. È la volta delle cosce, che avvolge appena sopra il ginocchio e fissa alla sedia, immobilizzandomi completamente.

“Adesso giochiamo… cominciamo con il vibratore, così te lo faccio diventare duro. Lo so già che ti piacerà, ma forse dovrei cambiare il bavaglio? Magari potresti gemere troppo, forse è meglio metterti una palla in bocca, che dici? Ho visto che ne hai una di quelle che si usano per scaricare lo stress, bella grossa. Ora la prendo e te la ficco in bocca”. Torna al mio armadio a prendere la palla di gomma, nel frattempo, seppur la situazione non sia delle migliori, il mio pene si sta indurendo. La mente a volte fa strani scherzi. Dopo qualche istante è di nuovo dietro la mia sedia: mi toglie con calma il nastro adesivo che mi tappa la bocca ormai da un paio d’ore, mi dà appena il tempo di prendere fiato, poi mi ficca la palla di gomma in bocca avendo cura di spingerla bene nel palato a bloccarmi la lingua. Mi fascia nuovamente con il nastro adesivo per imbavagliarmi molto stretto, con diversi giri tutti intorno al viso. “GHHMMMFGHFF”, è il mio commento alla cosa!

Purtroppo per me, il mio pene è diventato duro e dritto tra le cosce larghe e legate alla sedia, e la cosa lo fa sogghignare ironicamente: “Cosa abbiamo qui? Guarda guarda, un cazzo dritto! Ti piace la situazione eh?!” Si mette davanti alla sedia e si apre l’accappatoio aprendosi in mano il pene, che anche lui ora ha duro e turgido… si smanetta con gusto quei 18/20 centimetri di cazzo, pregustando qualcosa che sicuramente non si aspettava. Prende il Magic Wand e, una volta acceso, inizia a spingermelo prima sui testicoli e poi su tutta l’asta fino al glande, che sollecita insistentemente mentre si masturba. Le intense vibrazioni mi provocano piacere, inutile negarlo, e mi fanno contorcere sulla sedia per quanto possibile per come sono legato: “Hmmm… reagisci alla grande vedo. Sai, forse dopo ti faccio indossare qualcuna delle tue scarpe… hai bei piedi vedo, dovrebbero starti bene. Cosa sei, un travestito nel tempo libero?”. Va avanti a sollecitarmi con il vibratore per parecchio tempo, alternandolo tra pene e testicoli e portandomi diverse volte alla soglia dell’orgasmo, ma senza concedermelo. Poi si alza dal divanetto basso dove si è seduto davanti alla sedia: “Ora ho voglia di sborrare. Ti fisso il vibratore alle palle, prendo l’occorrente che sicuramente ci sarà nell’armadio. Poi dovrai usare la bocca amico mio, devo svuotarmi…”. Lo sento armeggiare, ma a breve troverà sicuramente la piccola imbracatura del Magic Wand, fatta apposta per essere fissata alle cosce e mantenere la testa vibrante nel punto voluto… E infatti torna con l’imbracatura: la applica al vibratore, poi la fissa alle cosce e posiziona la testa vibrante proprio tra asta e testicoli, regolandone poi l’accensione alla massima intensità… Il pene torna quasi immediatamente eretto e duro, sotto l’effetto della sollecitazione. Nel frattempo lui sposta il divanetto di lato alla sedia e vi sale sopra per mettersi confortevolmente all’altezza giusta: si apre completamente l’accappatoio e mi avvicina il cazzo alla bocca ancora tappata dal nastro. Inizia ad allentare il bavaglio, rimuovendo i primi giri che mi fasciano, poi si ferma prima di togliere l’ultimo per estrarre la palla di gomma: “Ora te lo ficco in bocca e tu lo succhierai e leccherai per bene, come immagino tu sappia fare. E senza scherzi di sorta, ok? Ti verrò dentro la bocca e mi farai il piacere di ingoiare senza fare storie, non farmelo ripetere”. Tutto molto chiaro, minacce incluse. Faccio un cenno di assenso con la testa mentre il vibratore tra le cosce mi dà dei brividi che percorrono tutto il corpo: toglie l’ultimo giro di nastro adesivo, poi sfila la palla di gomma intrisa di saliva e con un gesto secco, tenendomi la testa con due mani, mi spinge il cazzo in bocca!

Spinge con forza quasi a mettermi in bocca anche i testicoli, ed è talmente lungo e largo che, oltre ad arrivarmi praticamente in gola, mi impedisce di respirare… Le mani mi schiacciano il viso sul suo ventre mentre mi scopa a forza, spingendo con un ritmo che non conosce pause: vuole sborrarmi in bocca, è chiaro. Mi scopa in questo modo per almeno un quarto d’ora, senza mai fermarsi e dimostrando una notevole resistenza visto quanto si è infoiato. Io invece non riesco più a resistere alla sollecitazione del vibratore e improvvisamente inizio a fiottare sperma contorcendomi sulla sedia: “Stai sborrando eh? Allora ora ti allago…”, quasi neanche finisce la frase quando sento il liquido caldo colarmi in gola, in quantità esageratamente considerevole! Continua a stantuffare senza sosta, con il suo sperma che mi schizza fuori in rivoli dai lati della bocca, impossibilitato a ingoiare tutto, ma la maggior parte devo deglutirla per non soffocare. Dopo istanti interminabili, finalmente il suo orgasmo nella mia bocca si esaurisce e il suo pene pian piano si riduce di dimensioni, permettendomi almeno di respirare… Me lo sfila di bocca intriso di umori spermatici, poi scende dal divanetto e dà un’occhiata alle chiazze del mio sperma colato sul pavimento: spegne il Magic Wand e si richiude l’accappatoio con sguardo soddisfatto: “Bel pompino, non c’è che dire”, con la bocca ancora indolenzita e con il sapore salato di sperma nel palato, non riesco a replicare prima che torni ad imbavagliarmi. Mi ficca nuovamente la palla in bocca e me la tappa con il nastro adesivo, per poi lasciarmi solo, legato nudo alla sedia, e andare in bagno a rinfrescarsi, immagino.

Torna dopo qualche minuto, sempre con indosso l’accappatoio: ha in mano delle salviette umidificate con le quali mi asciuga i genitali dal mio sperma, per poi pulire il pavimento sul quale ci sono diverse chiazze biancastre. Si siede e si rimette a guardare la tv. Il tempo scorre lentamente, ma noto che dopo un po’ si infila la mano sotto l’accappatoio, guardandomi di tanto in tanto come se qualche idea gli frullasse per la testa… Si alza e mi passa dietro, andando verso l’armadio, ormai risorsa delle sue fantasie: ne torna con dello spago, si china davanti alla sedia e inizia ad avvolgermi i testicoli mentre mi sollecita il pene per inturgidirlo. “MHNNFGHHF” è la mia rimostranza a ciò che sta facendo, ma non sembra interessargli molto. Stringe lo spago attorno ai testicoli e, non appena il mio cazzo diventa abbastanza duro, lo avvolge alla base, strizzandolo per bene. Poi avvolge anche il glande e stringe ad evidenziarlo: legato in questo modo il pene mi resta dritto, e a questo punto vi posiziona sotto il Magic Wand, in pratica sulla seduta, e lo blocca con del nastro adesivo. Una volta acceso a velocità media, torna a sedersi. Si sdraia sul divano e si apre l’accappatoio per masturbarsi mentre mi guarda seviziato dal vibratore. Non capisco cosa voglia fare esattamente, ma legato e imbavagliato non ho alternative al subire in silenzio…

Tempo una quindicina di minuti e il vibratore mi porta all’orgasmo, facendomi schizzare di nuovo sul pavimento: lui si gode la scena con il cazzo dritto in mano, ma non si muove per spegnere il vibratore finché decide di portarlo all’intensità massima, senza togliermelo dai genitali e continuare così a smanettarsi. La tortura post-orgasmo è molto intensa, perché il cervello non è predisposto a reagire subito: mi contorco sulla sedia cercando di alleviare il contatto, ma è tutto inutile. Lui si alza e, dopo aver preso un bavaglio ad anello dall’armadio, mi libera la bocca dal nastro e dalla palla di gomma ficcata all’interno e subito mi mette il ring-gag, serrandolo ben stretto. Si rimette in piedi di lato a me, sopra il divanetto e, dopo una masturbazione più intensa, mi infila il cazzo in bocca e me la riempie nuovamente di sborra, costringendomi a ingoiare ancora!


 

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