Mi liberano da manette e cavigliere, mi fanno sdraiare supino sul letto, poi mi allargano braccia e gambe a croce: iniziano a legarmi molto strettamente con fare meticoloso, come se lo avessero effettivamente progettato a priori… i polsi vengono bloccati con corde fissate alle gambe del letto, stessa cosa per le caviglie dopo avermi tolto le pantofole e denudati anche i piedi… le ginocchia sono anch’esse bloccate strettamente, obbligandomi a tenere le gambe ben divaricate senza poterle muovere, con i genitali esposti completamente. È la volta del petto, che viene fasciato in modo da esporre i capezzoli e infine, con una corda avvolta attorno all’inguine che mi passa anche tra le natiche, vengono legati testicoli e pene.

“Ohh, perfetto! Ora toglietegli quel bavaglio e mettetegli il penis, ben ficcato in bocca”. Non oppongo alcuna resistenza, anche perché sarebbe inutile e controproducente: mi tolgono la cinghia di cuoio che mi passa tra le labbra e sfilano la spugna tappandomi subito la bocca con una mano, poi mi spingono dentro un penis-gag molto lungo e largo che serrano strettissimo dietro il collo.

“Ora sei pronto per giocare. Abbiamo tutta la notte Fox… ti divertirai. Bendatelo, non deve vedere”. Mi bendano gli occhi con una specie di maschera in pelle nera e tutto si fa buio. La prima cosa che sento è una mano che mi tocca il pene e inizia a masturbarlo per inturgidirlo, poi un dildo che mi viene spinto dentro a fondo e tenuto fermo dalla corda che mi passa tra le natiche. Mi pinzano i capezzoli dopo averli sollecitati con le dita, credo siano morsetti perché vengono stretti lentamente fino a diventare abbastanza dolorosi.

Nel frattempo il pene è diventato duro e ritto, costretto dalla legatura… e un vibratore mi viene spinto direttamente sul glande e sui testicoli mentre mi vengono leccati i piedi per poi bacchettarli e farmi sussultare ad ogni vergata sotto le piante. Hanno tutte le intenzioni di seviziarmi e torturarmi. Sento il mio pene entrare dentro la bocca di uno di loro, lo lecca e succhia intensamente, avendo cura di tenermi i testicoli legati con una mano, a sollecitazione continua. Continuano a bacchettarmi le piante dei piedi mentre due di loro, a cavalcioni sul letto, iniziano a strofinarmi i loro peni umidi sul bavaglio e sul viso: “Voglio ficcarglielo tutto in bocca…” – “Io nel culo… voglio scoparlo per bene…” – “Con calma, abbiamo tutto il tempo… continuiamo a torturarlo per ora. Spingigli bene dentro il dildo nel culo e stringi i morsetti ai capezzoli, vado a prendere l’elettrostimolatore”.

Mentre almeno due dei loro peni sono continuamente sul mio viso e uno continua a succhiarmi, la bacchettatura dei piedi si interrompe il tempo necessario perché mi vengano applicati degli elettrodi sotto le piante, tra le cosce, sui testicoli e sotto i capezzoli morsettati… poi iniziano le scosse: intervallate, abbastanza forti, che mi costringono a sussulti sul letto e mugolii dietro il bavaglio che mi riempie la bocca fino alla gola…

“Smetti di succhiarglielo e bacchettaglielo per bene, dalla base fino alla cappella, voglio vederlo contorcersi”, e così avviene: la bocca mi lascia il pene e quasi immediatamente arriva una bacchettata alla base che poi sale fino al glande… i mugolii diventano molto più intensi, finché una bacchettata sul prepuzio mi fa letteralmente contorcere, per il piacere perverso di quello che sembra il capo della banda. “Hmmmm… così, si… ho il cazzo che mi scoppia a guardarti mentre ti torturiamo…” Il dolore e la costrizione delle corde aumentano a dismisura l’eccitazione, con il risultato che il pene i diventa sempre più duro, le corde stringono sempre di più e le bacchettate mi provocano continui contorcimenti che fanno segnare le corde su polsi e caviglie. Ricominciano prima a leccarmi i piedi e poi a bacchettarli tra una scossa e l’altra: una vera tortura.

Vanno avanti per almeno un’ora, senza darmi pause e avendo la massima cura di negarmi l’eventuale orgasmo… “Ha il cazzo che gli scoppia, lo faccio sborrare?” – “Assolutamente no. Deve arrivare a pregare di venire per quanto gli scoppia. Lo faremo venire mentre lo scopiamo in bocca e nel culo, ben legato e incaprettato a dovere…” Finalmente si fermano per qualche minuto: “Giriamolo, lo leghiamo a pancia in sotto, con le gambe larghe, così lo frustiamo sulle chiappe…” Avendo cura di non farmi comunque muovere più di tanto, mi slegano per voltarmi sulla pancia: stavolta i polsi me li legano dietro la schiena, incrociati e tirati verso il collo che viene avvolto con un cappio. Caviglie e ginocchia vengono nuovamente bloccate ai lati del letto, con le gambe molto allargate.

“Togli il dildo, mettigliene uno più grosso…” – “Ma se invece lo scopo?” – “No, non ancora, anzi… mettigli un cappio di spago sulla cappella e tiralo indietro verso la base del letto, così se si muove troppo non gli piacerà, e stringi di più le palle”. Eseguono con meticolosità quanto comandato dal capo, sfilando il dildo che già mi penetrava e sostituendolo con uno più grosso e lungo; poi mi stringono le corde che avvolgono i testicoli e infine mi applicano il cappio di spago al glande, che viene poi tirato verso la fine del letto e fissato alle doghe. Il pene continua ad essere duro e questa strozzatura con conseguente tiraggio mi obbliga a restare fermo… Gli elettrodi vengono lasciati dov’erano, aggiungendone una coppia nella parte interna delle natiche. Poi tutto ricomincia: scosse, vergate sul culo, sull’interno coscia e sulle piante dei piedi, sempre opportunamente inumidite da qualcuno che me le lecca per bene prima di bacchettare.

I polsi legati incrociati e tirati al collo si tendono ad ogni sollecitazione, stringendo il cappio e togliendomi il respiro: “Frustagli le palle, dai… fallo contorcere” – “Se continuo a masturbarmi guardando quello che gli facciamo, va a finire che sborro. Non voglio sprecarlo, glielo voglio far ingoiare… che aspettiamo ancora?” – “Io voglio metterglielo nel culo e allagarlo, ok torturarlo ma ora vogliamo farcelo” – “Pazientate, sarà più eccitante aspettare quanto più possibile. Se no poi vi rilassate, io voglio fare mattina e sono appena le 23. Continuiamo a seviziarlo”.

E così fanno, senza darmi tregua, per almeno un’altra interminabile ora: inizio a sperare che facciano quello che vogliono prima possibile, anche se sono in quattro, almeno poi magari si fermeranno.

Credo fosse mezzanotte quando le rimostranze della “banda” si fanno più incalzanti: “Io devo sborrare, non reggo più…” – “Anche io” – “Siete dei pivelli. Ok dai, tu scopalo in bocca e svuotati, ma voi aspettate ancora. Deve essere torturato mentre succhia e ingoia, voglio riprendere…” – “Gli tolgo il bavaglio…” – Si, ma mettigli un anello bello largo, se no potrebbe parlare” – “Lo prendo…” – “Infilate una corda nell’anello della benda, così gli tirate il collo all’indietro: collegatelo ai polsi e tirate bene…”

In pochi istanti mi tirano il collo all’indietro, bloccandolo ai polsi, per poi togliermi il penis-gag subito sostituendolo con l’anello, molto largo, serrato anch’esso strettissimo: ora ho la bocca completamente spalancata e quasi non riesco a deglutire per la posizione costrittiva in cui mi hanno legato. “Ora te lo ficco in gola…” – “Continuate a frustarlo su palle, culo e piedi… e aumentate le scosse… Io riprendo con il cellulare”. A cavalcioni sul letto, davanti alla mia faccia, uno dei quattro mi infila il pene dentro la bocca attraverso l’anello che me la tiene aperta senza possibilità di scampo, mentre gli altri mi frustano… la situazione si fa pesante da sopportare, le bacchettate e le scosse degli elettrodi mi fanno inarcare sulla schiena, con il risultato di stringere il cappio intorno al collo e farmelo reclinare ancora di più, con il pene che viene continuamente tirato dallo spago.

“Leccami la cappella, forza… voglio allagarti la bocca” – “Quando stai per venire fammi un cenno, così riprendo da vicino mentre ingoia” – “Sono talmente infoiato che non ci vorrà molto, sono quattro ore che ce l’ho duro…”

E infatti… dopo pochi minuti lo sento spingere a fondo il pene nella mia bocca, fino alla gola, per poi lasciarsi andare a un lungo orgasmo che mi riempie il palato di sperma e mi cola nell’esofago, completamente obbligato a ingoiare tutto, fino all’ultima goccia…


 

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