Nell’arco del tempo mi sono state proposte le fantasie più disparate, dal bondage spinto alle sevizie, dal feticismo per scarpe e piedi al crossdressing, dalle torture medioevali alla narcotizzazione… Quella che mi viene però proposta da un sessantenne di Rieti è molto particolare e anche fuori dal comune, se così si può definire una fantasia sessuale: giacere a letto durante la notte, con indosso solo gli slip, fingendo di dormire qualsiasi cosa mi venga fatta sotto le coperte. Dopo un iniziale scambio di mail, incontro il tizio di persona in un bar di un centro commerciale: scambiamo quattro chiacchiere conoscitive, esponiamo le rispettive fantasie e, convenuto di avere effettivamente diversi punti di contatto, ci diamo appuntamento per la settimana successiva presso un agriturismo sulla Salaria, diciamo a metà strada per entrambi, dove prenoteremo due appartamenti separati per non inficiare le rispettive privacy.

Giunti al venerdì concordato, arrivo all’agriturismo verso le 12. Parcheggio e mi avvio verso la reception… In effetti il posto ha ben poco dell’agriturismo e molto dell’albergo, ma è molto riservato e immerso nel verde. Espletate le pratiche amministrative di registrazione, mi sposto verso il mio appartamento, all’esterno della struttura principale, infatti tutti gli appartamenti sono in piccole dependance sparse nel parco, facenti capo alla struttura principale dove risiede la reception e il ristorante, nonché la palestra, la sauna e la piscina coperta che mi sono state mostrate e indicate come a completa disposizione.

La dependance assegnatami è molto carina, con ingresso indipendente e un piccolo giardino dedicato dotato di tutti gli accessori. L’interno è composto da un saloncino con angolo cottura, una camera da letto e un bagno, il tutto arredato con gusto. Immagino che tutte le dependance siano identiche, a giudicare dalle strutture tutte uguali, anche se di colore delle murature diverso per ciascuna. La mia è di un rosso acceso. Ho un appuntamento telefonico, con quello che chiamerò Claudio, per le 14:30, subito dopo il pranzo. Faccio una doccia e mi metto comodo con una tuta e sneakers, poi mi reco a piedi al ristorante, peraltro poco affollato, e pranzo in tranquillità. Tornato alla dependance per le 14:15, mi siedo sul divano a guardare la tv, dotata di canali satellitari e una vasta scelta di contenuti. Non che la cosa mi interessi, ma almeno è possibile ingannare il tempo.

Alle 14:35 mi squilla il cellulare… “Ciao, sei arrivato?” – “Si, ho anche pranzato. Sono nella dependance rossa, tu?” – “Io nella blu. Sono appena arrivato. Vedo la tua dalla finestra, se ti affacci vedi dove sono” – “Si, ho visto. Ci vediamo da me o da te?” – “Preferirei da me, se non ti dispiace. Vogliamo fare dopo cena?” – “Per me va bene. Preferisci il buio?” – “Si, per evitare occhi indiscreti. Poi sai, la mia fantasia include la notte…” – “Va bene. Allora dopo cena ci risentiamo e ti raggiungo” – “Perfetto, grazie”.

Continuo così a guardare la tv per un paio d’ore, sdraiato sul divano. Poi, verso le 17, esco a fare una passeggiata e arrivo anche a costeggiare la dependance blu. Il posto è molto curato, ci sono tanti viottoli che congiungono le varie casette; il parco è curatissimo, del resto non è che sia proprio economico come “agriturismo”, considerando che ho pagato 120 euro per una notte.

Verso le 19:30 ceno al ristorante, dove ora c’è molta più gente. Mentre mangio, noto che ad un tavolo alla fine della sala c’è anche lui, ma non accenno ad alcun saluto, come del resto evita di fare anche lui. Alle 20:45 sono nella mia dependance, in attesa di notizie. Alle 21:15 mi chiama: “Eccomi. Sei pronto? Se vuoi fare una doccia e poi venire da me… O venire subito, come preferisci. Ti chiederò di indossare un paio di slip blu che ho comprato, ok?” – “Faccio una doccia al volo e poi vengo. Slip blu? Ok. Se ti piace così li indosserò da te” – “Ti aspetto”.

Fatta la doccia e rimessa la tuta con un’altra maglietta, alle 21:45 sono fuori dalla sua dependance: busso con discrezione… Mi apre la porta e mi invita a entrare. L’ambiente è identico al mio nell’altra dependance così, attraversato il saloncino, ci sediamo sul divano. Le persiane alle finestre sono chiuse, come anche le tende sono tirate in modo da non far vedere da fuori.

“Ti ho lasciato gli slip in bagno, nella camera da letto. Spogliati nudo, indossali e mettiti a letto. Come ti ho chiesto, dovrai fingere di dormire, qualunque cosa accada. Quando ti raggiungerò lasciami fare” – “Va bene. Non devo fare proprio nulla?” – “No. Tu assecondami senza fare nulla e tieni gli occhi chiusi come se fossi totalmente incosciente” – “Come se mi avessi drogato insomma…” – “Esatto! Proprio così” – “Vado in camera allora, per il resto fai tu. Poi mi dirai quando il gioco sarà finito” – “Finirà domattina, voglio usare tutta la notte”. Non replico e, una volta alzatomi dal divano, mi avvio verso il bagno.

Entrato in camera da letto e accesa la luce, vedo subito che il letto è stato attrezzato con polsiere e cavigliere, ma non avevamo mai parlato del fatto che volesse legarmi. Così torno in salone e domando: “Scusami… ho visto che il letto è attrezzato per legarmi, e di questo non avevamo parlato, se non quando ti ho descritto le mie fantasie, ma non mi eri sembrato interessato a farlo” – “Diciamo che ho voluto avere modo di assecondare eventualmente anche le tue fantasie, ma se non vuoi essere legato al letto non lo farò. E in ogni caso non era la parte fondamentale” – “Ok. Era solo per sapere e per chiarire subito. Se poi si creeranno le condizioni vedremo, ok?” – “Assolutamente. Per me va benissimo”.

Torno in bagno e, una volta tolto tutto di dosso, infilo gli slip blu e un paio di pantofole da doccia, nuovissime e anch’esse blu: il letto attrezzato al sadomaso mi intriga, ma non mi piacciono molto le sorprese. Mi stendo sul letto dopo aver sfilato le pantofole e mi infilo sotto le coperte leggere, come richiestomi. Poi spengo la luce…

Passa un po’ di tempo, tanto che inizio ad avere sonno realmente. Poi sento i passi e lui entrare in camera, richiudendosi dietro la porta: dai rumori sommessi immagino si stia spogliando, poi lo sento infilarsi nel letto, sotto le coperte. Tengo gli occhi chiusi, fingendo di essere addormentato e la cosa mi eccita abbastanza. Sarà passata almeno una mezz’ora senza che accada nulla poi, lentamente, sento la sua mano salire dalla coscia fino agli slip. Inizia ad accarezzarmi il pene fuori dagli slip in modo molto soft… continua con movimenti delicati fino a provocarmi lentamente un’erezione. Continua con una mano ad accarezzarmi tra le gambe, mentre con l’altra sfiora le cosce e le gambe, fino alle caviglie e ai piedi… La cosa è molto piacevole, devo ammetterlo. Continua per qualche minuto in questo modo, eccitandomi il pene in modo sempre più consistente, per poi passare a leccarmi i capezzoli senza mai smettere di toccarmi tra le gambe. Mentre me li succhia alternatamente, mi prende una mano e la porta verso di sé, e a questo punto capisco che è nudo, perché mi mette il pene duro nel palmo della mano. Accenna una masturbazione, proseguendo a toccarmi e leccarmi. Poi con la testa scende lungo il corpo, leccandomi centimetro per centimetro e baciandomi sugli slip il cazzo ormai completamente turgido ma senza arrivare al contatto diretto. Con la bocca e la lingua scende sulle cosce, poi sulle gambe fino alle caviglie e infine ai piedi, che lecca avidamente succhiandomi poi ogni dito e prendendomeli in bocca. Mentre me li lecca, la mano risale agli slip e si infila sotto l’inguine a cercare i testicoli. Mi sta eccitando da matti, ma continuo a fare il finto addormentato o drogato che dir si voglia.

Soddisfatta la voglia di leccarmi i piedi si rimette sdraiato di lato a me che sono supino, con le gambe leggermente divaricate, e ricomincia a massaggiarmi il pene sopra gli slip: una mano lavora il pene, mentre l’altra sale al viso per infilarmi due dita in bocca… cerca la lingua e la prende per tirarla fuori e succhiarla. Non pago, mi pratica un lingua in bocca molto spinto che protrae a lungo, riportando nel frattempo il suo pene dentro la mia mano. Ce l’ha durissimo!

Inizio a sentire gli umori spermatici del suo cazzo sul palmo della mia mano, e credo che di lì a poco avrebbe schizzato, invece si ferma e si sdraia nuovamente di lato, riprendendo a massaggiarmi il pene.

Mi volta su un fianco e sento che mi poggia la punta del pene sulle natiche, sopra agli slip: spinge e si strofina per un po’, mentre con una mano non smette mai di accarezzarmi tra le gambe e con l’altra di tenermi due dita in bocca, accarezzando le labbra e la lingua.

Mi porta entrambe le braccia dietro la schiena, per poter utilizzare le mie mani per masturbarsi, cosa che fa per diversi minuti. Mi spinge il cazzo tra le mani, avanti e indietro, mentre continua a infilarmi le dita in bocca avvolgendomi da dietro con le braccia… Si ferma e scende nuovamente a leccarmi gambe, caviglie e piedi dopo avermi voltato sulla schiena e allargate le cosce: poi inizia a strofinare il pene sull’arco dei piedi, chiudendoveli sopra e tenendoli per le caviglie. Lo sento durissimo, eppure va avanti ormai da parecchio tempo e ancora riesce a non schizzare sperma.

Dopo parecchi minuti di questa pratica, si riposiziona al mio fianco e tira su la coperta che nel frattempo era stata quasi del tutto rimossa. La sua mano torna tra le mie gambe, con le dita che evidenziano il pene per tutta la lunghezza, iniziando a infilarsi anche sotto gli slip: sono inevitabilmente eccitato, con il glande umido, e infatti pian piano la mano si fa strada nelle mutande fino a toccarmi direttamente e accarezzarmi. Le dita gli si ricoprono di umori, così tira fuori la mano e mi infila le dita umide in bocca, quasi obbligandomi a prenderli sulla lingua e nel palato. Infila nuovamente la mano dentro gli slip e mi prende il pene iniziando a masturbarmi lentamente, ma solo per raccogliere altri umori da farmi leccare. Credo che l’eccitazione lo stia divorando, perché improvvisamente si mette in ginocchio sul letto, quasi sul mio cuscino, e con il pene inizia a sfiorarmi il viso e le labbra. Immagino che tra poco me lo infilerà tutto in bocca…


 

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