Io e Stefano ci conosciamo da molto tempo: collaboriamo per lavoro abbastanza spesso e passiamo diverso tempo insieme. Posso dire che pensavo di conoscerlo relativamente bene, ma è proprio vero che non si finisce mai di conoscere le persone. Pur parlando molto del più e del meno, non abbiamo comunque mai toccato argomenti riguardanti la sfera sessuale, del resto non sembrava essercene motivo.

Ci vediamo per lo più in bar o ristoranti e qualche volta a casa mia, quando si presenta la necessità di coordinare qualche documento insieme, e non è mai accaduto nulla che esulasse dall’ambito prettamente lavorativo. In uno di questi incontri, dovendo andare in bagno, lo lascio solo alla mia scrivania, con il mio notebook aperto, senza riflettere troppo sulla cosa. L’avrò lasciato solo per non più di cinque minuti, ma quanto ritorno da lui noto un’espressione particolare sul suo viso… come di compiacimento, con una sorta di sorriso accennato. La cosa mi salta agli occhi, ma visto che lui continua normalmente a parlare di lavoro, alla fine non gli do molto peso e mi passa di mente. Solo dopo avrei capito che aveva sbirciato sul mio computer, cadendo sul link che portava al mio blog e da lì allo scoprire le mie tendenze al fetish e al bondage. Ma lo avrei compreso solo quando era ormai tardi.

Dopo quell’incontro ci siamo rivisti diverse volte finché, al presentarsi della necessità di lavorare ad un nuovo documento, stavolta mi propone di andare a casa sua, cosa che non si era mai prospettata prima: non mi faccio problemi ad accettare, non c’era nessun ostacolo alla cosa anzi, una volta tanto avremmo usato casa sua anziché la mia, quindi pensavo fosse tutto nella normalità.

Decidiamo di vederci un venerdì subito dopo pranzo, verso le 14… mi manda l’indirizzo via sms e ci aggiorniamo per l’incontro. Arrivo puntuale all’indirizzo datomi: parcheggio la macchina ed entro nel viale condominiale del palazzo. Suono al citofono, mi apre indicandomi il 5° piano, l’attico… Prendo l’ascensore pensando che si tratta bene, è un bel palazzo e, vivendo all’attico, è chiaro che i soldi non dovrebbero mancargli. Mi apre la porta in tuta, molto sportivo, e mi invita a entrare. Esauriti i convenevoli decide di mostrarmi la casa, prerogativa tipica del sesso femminile, ma sul momento non ci faccio caso e lo seguo.

Bella casa, molto grande, con un bellissimo terrazzo: tre camere, un salone enorme, una bella cucina e due bagni… più una mansarda centrale, raggiungibile tramite una scala interna, molto luminosa e accessoriata solo di un letto a due piazze e mezza e armadi a muro lungo il perimetro, con un grande specchio che prende una intera parete, particolare che mi resta in mente.

“Posso offrirti qualcosa da bere?”, mi chiede… “Volentieri. Ma non alcolico a quest’ora” – “Ok. Due succhi di frutta andranno bene, meglio non rischiare i fumi dell’alcool”, mi risponde divertito. Mi siedo sul divano mentre lui va in cucina e non averlo seguito risulterà un grosso errore, perché versa qualcosa in polvere nel mio bicchiere, ma di questo mi renderò conto solo dopo. Arriva con il vassoio e mi porge il bicchiere che prendo ignaro… parliamo un po’ del lavoro che dobbiamo fare e ancora una volta noto l’espressione compiaciuta sul suo volto, con stavolta quasi un ghigno accennato. Passa qualche minuto, durante il quale bevo completamente il mio succo di frutta “corretto”, senza rendermi conto di nulla, se non del fatto di notare un rigonfiamento nella patta dei suoi pantaloni da tuta. La cosa avrebbe dovuto suonarmi come un campanello d’allarme, ma evidentemente il narcotico stava già facendo il suo lavoro, rallentandomi nel pensare lucidamente. Ricordo che iniziavo a sentire la sua voce sempre più ovattata, tanto da non distinguere correttamente le parole, provando sempre più insistentemente un senso di pesantezza agli occhi e di stanchezza a gambe e braccia. La vista si annebbia completamente mentre lo vedo venire verso di me, poi cala il buio totale.

Non ho contezza di quanto tempo sia passato quando lentamente i sensi accennano a tornare: sono intorpidito e faccio fatica ad aprire gli occhi… continuo a sentire ovattato, anche se pian piano i suoni si fanno più chiari… ricordo una musica provenire dalla tv che mi aiuta a mettere a fuoco, e le sue parole che lentamente si fanno strada nelle mie orecchie: “Dai Fox… è ora che ti svegli… c’è una sorpresa per te…” La parola Fox mi riporta alla realtà, e mi fa riprendere le cognizioni e i sensi, dandomi il quadro della situazione: sono legato mani e piedi, seminudo con indosso solo i boxer, e sono imbavagliato con un ring-gag, sdraiato sul divano. Ma la visione che mi sveglia completamente è inquietante quanto completamente inaspettata: lui è davanti al divano, vestito da perfetta mistress! Body di pelle nera, reggicalze e stivali neri borchiati… truccato pesantemente e con una parrucca in testa. Il pene eretto è scoperto e sporge da una sorta di slip sempre in pelle con apertura apposita, e sarà lungo almeno 16 centimetri, nonché abbastanza largo. Spalanco gli occhi e cerco di dire qualcosa attraverso il bavaglio, ma l’anello è molto largo ed è serrato molto stretto, tanto da non poter articolare suoni.

“Caro Fox… è stata una vera sorpresa scoprire le tue tendenze. Ho visto quel link malcelato sul tuo computer e cliccarlo per ritrovarmi sul tuo sito è stato illuminante! Ho faticato molto per non dire nulla, ma ho pensato che avrei potuto metterti in una delle situazioni che ti piacciono tanto e farti una vera sorpresa. Nei giorni successivi ho visitato spesso le tue pagine, letto i racconti, guardato e riguardato le foto, così ho pensato di organizzare tutto”. Cerco nuovamente di dire qualcosa, ma il bavaglio non me lo permette… “Tranquillo, l’effetto del narcotico non dura molto: non ti avevo detto di aver studiato farmacia, vero? Conoscendo la materia non è difficile procurarsi quanto necessario per addormentare, anche se non ci avevo mai pensato. Ma come lasciarsi sfuggire questa occasione?” Mentre parla si china sul divano e inizia a toccarmi i piedi, che comunque mi rendo conto essere umidi, segno che me li ha leccati o vi ha fatto altro mentre ero addormentato. Sale con la mano sulle gambe fino a fermarsi sui boxer, infilando la mano dentro e toccandomi il pene e i testicoli, mentre con l’altra mano si prende il suo e me lo avvicina alla bocca tenuta spalancata dall’anello… “Ti farò tutte le cose che ti piacciono tanto… ce l’ho duro da quando sei entrato e ho dovuto strofinartelo per bene sui piedi per rilassarmi un po’. Ma te lo spingerò bene dentro la bocca…” Mentre dice questo mi tira fuori il pene dai boxer e inizia a masturbarmi, tenendo sempre il suo quasi poggiato sulle mie labbra, ma senza penetrarmi. Il pene mi diventa duro, ci sa fare con la mano, ma non posso fare a meno di guardare le dimensioni del suo, preoccupato se dovesse infilarmelo in bocca ora, con l’anello che quasi non mi fa deglutire.

Continua a masturbarmi lentamente, tanto che il pene mi è diventato durissimo: continuo a guardarlo vestito in quel modo… non avrei mai immaginato che Stefano potesse avere un alter-ego trav… ma del resto credo che neanche lui potesse immaginare le mie fantasie, almeno non prima di aver visto il mio sito. La domanda che continua a riecheggiarmi nella testa è perché abbia voluto drogarmi per poi legarmi. Poteva chiedere, magari non ce ne sarebbe stato bisogno… o magari pensa che io preferisca che accada così? Mentre faccio questi pensieri il suo pene inizia a entrarmi lentamente in bocca attraverso l’anello…

“Senti come è duro? In previsione di questo incontro di oggi non ho avuto rapporti e non mi sono masturbato. Sai perché? Perché voglio schizzartela tutta in gola la sborra, voglio affogarti… e ingoierai tutto. Ma non ora. Ora voglio solo fartelo sentire in bocca, quando deciderò di sborrare sarai ben incaprettato sul letto, come piace a te…” Mi spinge il cazzo dentro la bocca tenendomi ferma la testa… è lungo e grosso, non è la prima volta che mi scopano in bocca, ma stavolta le dimensioni sono veramente notevoli e lo sento arrivare in gola.

“Adesso ti slego i piedi e andiamo di sopra, in mansarda… avrai immaginato che quel letto e quello specchio hanno una funzione specifica, vero? Lasciati fare quello che voglio senza resistere e vedrai che ti piacerà…” Mi sfila il cazzo dalla bocca, facendomi sbavare copiosamente, poi mi slega i piedi e mi fa alzare… mi porta verso la scala prendendomi per il pene e facendomi camminare in punta di piedi sul parquet…


 

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